colmo
. Aggettivo, soltanto in Fiore CVIII 4 (a colmo staio), in cui vale " pieno ", " ricolmo ", addirittura " traboccante ".
Come sostantivo, c. assume il valore di " cima ", " culmine ", " sommità " di qualcosa che ha forma arcuata: per esempio il ponte di Malebolge, in If XIX 128 men portò sovra 'l colmo de l'arco / che dal quarto al quinto argine è tragetto (e cfr. XXI 3, in cui la parola ‛ arco ' è sottintesa: venimmo; e tenavamo 'l colmo, ossia " eravamo proprio nel punto più alto del ponte "); oppure " la sommità " di un cerchio, ad esempio il cerchio dell'emisfero boreale, che in If XXXIV 114 è detto quel che la gran secca / coverchia, e sotto 'l cui colmo consunto / fu l'uom che nacque e visse sanza pecca: Gerusalemme, il luogo dove morì Gesù, è infatti sotto il più alto punto (cfr. Pg II 1-3), il ‛ culmine ', del meridiano celeste dell'emisfero settentrionale, in quanto è al centro della terra abitata dagli uomini, e perciò agli antipodi della montagna del Purgatorio (v. ANTIPODI).
In Pd XVIII 98, c. indica " la parte più alta " della lettera M (che dobbiamo immaginare scritta in caratteri gotici), luogo dove si forma, con le luci delle anime che si uniscono, il collo dell'aquila simbolo della giustizia divina. Molte altre volte il sostantivo è adoperato in traslato, e vale quasi sempre " l'acme della vita umana ", il momento in cui siamo ‛ nel mezzo del cammin di nostra vita ': e ciò avviene durante la giovinezza, che è l'età insieme più fiorente e matura dell'uomo (Cv IV IX 16, XXIV 3, XXVI 4), ossia fra i venticinque e i quarantacinque anni, e più precisamente ancora a trentacinque anni: al trentacinquesimo anno di Cristo era lo colmo de la sua etade (Cv IV XXIII 11); 'l colmo del nostro arco è ne li trentacinque (XXIV 3). In Cv I III 4 D. afferma, con accorata nostalgia, ch'egli fu nato e nutrito nel dolce seno di Firenze in fino al colmo de la vita, il che risponde a verità, dato che egli non ritornò più in patria dopo esserne partito nell'ottobre del 1301 (quando aveva trentasei anni). Un altro uso traslato del termine è in Cv IV XXIII 11, ove si afferma che l'ora sesta [l'ora in cui per D. morì Gesù] è lo colmo del die.
È variante di loco, in If XXXIV 42.