COLOFONE (Κολοϕών, Colophon, parola significante in origine "cima, punta")
Città antica dell'Asia minore (Lidia), situata tra Smirne, a nord, ed Efeso a 20 miglia a sud, sulla strada fra le due città, sulla destra del fiume Halys, colonia fondata da Ioni. Porto di Colofone era Notium, sul Sinus Caistrius. Già nel sec. VIII Colofone estendeva il suo dominio su Smirne. Ai primi del sec. VII, presa forse da Gige re di Lidia, Colofone dopo Creso vive sotto la dominazione o sotto la minaccia persiana. È nel sec. V alleata o tributaria di Atene. Occupata dai Persiani nel 430, viene ripresa da Trasillo nel 409. Subisce poi la sorte delle città ioniche, ed è con esse definitivamente liberata dal dominio persiano per opera di Alessandro. Nel 299 a. C., Lisimaco ne trasferisce gli abitanti ad Efeso, di cui è mutato il nome in Arsinoe. Ma si parla ancora di Κολοϕώνιοι ἀπὸ ϑαλάσσης (quelli abitanti il porto di Notium) cui appunto i Romani diedero la libertà nel 189, distinti dagli abitanti della vetus Colophon. Le monete di Colofone, non anteriori al sec. V, e coniate sul modulo persiano, portano di regola l'effige di Apollo, in omaggio al culto del dio nel vicino tempio di Apollo Clario. Rimangono avanzi delle mura, rinforzate da torri rotonde.
C. fu patria di poeti (Mimnermo, Senofane, Eremesianatte, Nicandro), e artisti illustri (Dioniso e Dionisodoro). Un prodotto locale molto noto nell'antichia era la resina o colofonia (v. resina).
Bibl.: Bürchner, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XI, col. 1114 segg.; Gilbert, Handbuch d. griech. Staatsaltertümer, II, Lipsia 1861, p. 144; B.V. Head, Hist. num., 2ª ed., Oxford 1911, p. 569; K. Lehman-Hartleben, Antike Hafenanlagen, Lipsia 1923, p. 22; Corp. Inscr. Gr., 3031 segg.; Collitz-Bechtel, Sammlung d. griech. Dialekt-Inschr., Gottinga 1884-99, 5611 segg.; Corpus Inscr. Lat., III, 7112; Ch. Picard, Éphèse et Claros, Parigi 1922.