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COLOMBIA

di Elio Manzi e Alfredo Romeo - Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)
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Colombia

Elio Manzi e Alfredo Romeo
ENCICLOPEDIA ITALIANA VI APPENDICE Tab colombia 01.jpg

(X, p. 784; App. I, p. 442; II, i, p. 645; III, i, p. 405; IV, i, p. 485; V, i, p. 679)

Geografia umana ed economica

di Elio Manzi

Popolazione

Nel corso degli anni Novanta la C. ha compiuto sensibili progressi nel processo di consolidamento della propria economia e analoghi progressi sono stati effettuati in ambito sociale, anche se su questo versante molta strada è ancora da percorrere. La C., pur rientrando nella categoria che l'ONU - in virtù del buon andamento degli indicatori sociodemografici - definisce "a elevato sviluppo umano", presenta un modesto reddito pro capite. Il nuovo corso di politica economica, varato al volgere degli anni Ottanta, ha imboccato la via della liberalizzazione e della privatizzazione, avviando - nel contempo - forme di modernizzazione delle infrastrutture. Tuttavia gravi problemi sono ancora insoluti, in particolare la condizione di povertà di una consistente percentuale della popolazione (circa un terzo), le sperequazioni sociali, la violazione dei diritti umani, nonché il pesante ruolo esercitato dalle attività del narcotraffico sulla vita politica e sulle componenti economiche e sociali del paese.

La popolazione è in costante aumento, sebbene con ritmi assai più contenuti che in passato: tra il 1994 e il 1998 il numero degli abitanti è salito da 34,5 a 40,8 milioni; la mortalità infantile rimane piuttosto elevata (25‰ nel 1996), mentre appare contenuto l'indice di analfabetismo. Il processo di inurbamento sta rallentando nei grandi agglomerati a favore delle città medie e piccole, una controtendenza che riguarda anche altri Stati dell'America Latina. La distribuzione della popolazione è mutata anche a causa del permanere di flussi migratori interni diretti a E, verso l'Amazzonia, fenomeno sostenuto da tempo dalla politica governativa; in quelle regioni è in atto uno sfruttamento, agricolo e forestale, che assume carattere distruttivo con le pesanti e ben note ripercussioni sull'ecosistema forestale.

La capitale, Bogotá (oltre 6 milioni di ab.), con il suo esteso Hinterland, rappresenta l'area di maggior addensamento, una regione urbana di 250 km² che è anche il principale polo industriale e direzionale colombiano, giacché vi si concentrano le sedi di oltre il 65% delle prime 500 aziende del paese. Nella Cordigliera Centrale si trovano anche gli altri due importanti nodi urbani della C., Medellín e Cali, vitali centri commerciali e industriali, mentre Barranquilla, sulla costa caribica, è il principale porto petrolifero del paese. Nel gennaio 1999 la regione sud-occidentale della C. è stata colpita da un violento terremoto e da una serie di successive scosse di minore entità, che hanno provocato morti, feriti e il collasso del 60% delle infrastrutture produttive dell'area.

Condizioni economiche

Il tasso di crescita economica, che fra il 1993 e il 1994 si è attestato intorno al 5%, ha favorito il contenimento del tasso di inflazione e del debito estero, che risulta uno dei più bassi dell'area latino-americana. Negli ultimi anni la struttura economica colombiana si è via via diversificata e modernizzata, con il sostegno di ingenti investimenti anche stranieri: ai settori tradizionali (agricoltura di mercato, allevamento bovino, risorse minerarie) si aggiunge ormai un settore industriale caratterizzato da un buon livello tecnologico e produttivo, con il recente sviluppo dei rami meccanico, metallurgico, chimico e petrolchimico. L'economia nazionale ha ricevuto notevole impulso dal ritrovamento e dallo sfruttamento di nuovi giacimenti di petrolio (in particolare a Cupiagua e Cuisiana, nelle pianure orientali) e di metano, che si configurano come il settore di punta dell'economia colombiana. Notevole anche lo sviluppo dell'edilizia e, soprattutto, dei servizi, in cui trova impiego oltre il 50% della popolazione attiva.

Il favorevole andamento degli indicatori economici non può far dimenticare i gravi problemi che ancora pesano sullo sviluppo sociale della C., soprattutto tenuto conto che il miglioramento della qualità della vita riguarda una percentuale ancora troppo modesta della popolazione, e che il divario fra poveri e agiati tende ad aumentare, in particolare nelle aree urbanizzate. Nelle città si va aggravando il degrado ambientale e le estese bidonvilles continuano a rappresentare veri e propri serbatoi di manovalanza per il traffico degli stupefacenti e per la criminalità a esso connessa. Per quanto riguarda le campagne, occorre ricordare che oltre il 65% dei terreni coltivati appartiene a circa il 4% della popolazione, ovvero ai proprietari delle grandi e grandissime fincas, destinate alla coltivazione di prodotti d'esportazione (principalmente banane, canna da zucchero e cotone); la crisi della coltura del caffè ha colpito soprattutto la moltitudine dei piccoli coltivatori, e questo evento ha favorito l'espansione delle coltivazioni di coca, di papavero da oppio - introdotto negli anni Ottanta - e di canapa indiana. In un recente studio patrocinato dall'ONU si attribuisce grande importanza al rinnovamento che sta interessando gli amministratori degli enti locali e municipali, in numero sempre maggiore scelti mediante libere elezioni anziché per nomina governativa, che consentono alla popolazione di eleggere candidati estranei ai tradizionali gruppi di potere legati al narcotraffico: in 11 città su 16 è stato eletto un sindaco proveniente da un'altra città; inoltre, questi nuovi sindaci si avvalgono di collaboratori esterni e con istruzione superiore, cosicché il numero di laureati nel personale municipale è passato da uno su 39 dei primi anni Ottanta all'attuale uno su 13.

bibliografia

M. Cardenas, Stabilization and redistribution of coffee revenues, in Journal of economic development, 1994, pp. 351-80.

R. Mohan, Understanding the developing metropolis. Lessons from the city study of Bogotá and Cali, Oxford-New York 1994.

P. Burin des Roziers, Cultures mafieuses. L'exemple colombien, Paris 1995.

R. Steiner, Colombia's income from the drug trade, in World development, 1998, 6, pp. 1013-31.

Storia

di Alfredo Romeo

Dalla fine del 1992 la C. è nuovamente precipitata in una spirale di violenza generalizzata. Trafficanti di droga con i loro eserciti privati e le loro milizie, gruppi guerriglieri di sinistra, alcuni dei quali attivi da oltre trent'anni, ma dalle connotazioni ideologiche ormai sbiadite e spesso disposti persino a combattere al soldo dei narcotrafficanti, un esercito che svolge il suo compito repressivo con metodi brutali e centinaia di gruppi paramilitari di estrema destra, con evidenti legami con le forze armate, sono gli artefici di tale violenza. Vittime principali, oltre a politici, giudici, giornalisti e poliziotti non disponibili a farsi corrompere dai narcotrafficanti, sono gli abitanti delle zone rurali, per lo più Indios, accusati di fornire aiuto ora ai guerriglieri ora ai trafficanti, e per questo perseguitati dagli uni e dagli altri, oltre che dall'esercito e dalle formazioni paramilitari. Drammatica conseguenza di tale situazione è l'altissimo numero di 'profughi interni' (oltre 900.000 a metà 1997), costretti ad abbandonare le proprie abitazioni per sfuggire a una violenza di fronte alla quale sembrano impotenti le screditate istituzioni dello Stato, al cui controllo sfuggono di fatto intere regioni del paese.

La Costituzione promulgata nel luglio 1991 e lo svolgimento di nuove elezioni legislative non furono sufficienti a promuovere una maggior partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, né a rinnovare il personale politico: caratterizzate ancora da una bassa affluenza, le consultazioni dell'ottobre 1991 confermarono la maggioranza liberale in entrambe le camere e ridimensionarono la rappresentanza degli ex guerriglieri del M-19, che solo pochi mesi prima, in occasione dell'elezione dell'Assemblea costituente (dicembre 1990), erano sembrati in grado di spezzare il tradizionale duopolio dei partiti liberale e conservatore.

L'opposizione delle forze armate e le attività delle formazioni paramilitari di destra contribuirono al fallimento dei negoziati avviati dal governo del presidente C. Gaviria Trujillo con le principali organizzazioni guerrigliere ancora in attività e con i rappresentanti dei maggiori 'cartelli' della droga; nel novembre 1992 ripresero pertanto su larga scala gli attentati dinamitardi, opera tanto della guerriglia quanto dei narcotrafficanti. L'esecutivo reagì aumentando sensibilmente le spese per la sicurezza e sembrò sul punto di infliggere un colpo decisivo al commercio di droga, e in particolare all'organizzazione di Medellín, dopo l'uccisione del capo di quest'ultima, P. Escobar, nel dicembre 1993. Dallo stesso mese e sino al febbraio 1994, inoltre, contro i trafficanti di Cali vennero schierate nella valle del Cauca, accanto all'esercito colombiano, truppe statunitensi, ufficialmente impegnate in una missione umanitaria per la costruzione di strade, scuole e strutture sanitarie.

La linea dura del governo fu premiata dall'elettorato nelle consultazioni legislative del marzo 1994, che confermarono al potere i liberali, il cui candidato E. Samper Pizano nel giugno successivo fu eletto alla presidenza della Repubblica. Nonostante l'arresto dei vertici del cartello di Cali nell'estate del 1995, la credibilità dell'amministrazione guidata dal nuovo presidente fu duramente messa in discussione dalle accuse, rivolte allo stesso Samper, di aver finanziato la sua campagna elettorale con generosi contributi proprio da parte dei trafficanti di Cali. Ne conseguì un netto peggioramento delle relazioni con gli Stati Uniti; questi ultimi nel marzo 1996 esclusero la C. dall'elenco dei paesi che, a loro giudizio, avevano fatto progressi nella lotta al narcotraffico, impedendo automaticamente a Bogotá di ricevere gran parte dell'aiuto statunitense e rendendole più difficile l'accesso a importanti finanziamenti internazionali. I rapporti con Washington rimasero difficili anche dopo il proscioglimento del presidente, deliberato da una commissione parlamentare e confermato dalla Camera dei deputati nel giugno 1996. Dalla fine di agosto dello stesso anno il governo dovette fronteggiare una massiccia offensiva dei guerriglieri appartenenti alle Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia (FARC) e all'Ejército de liberación nacional (ELN), scatenata in coincidenza con lo scoppio in numerosi dipartimenti meridionali di violente proteste da parte dei contadini dediti alla coltivazione della coca, contro la prosecuzione dei programmi governativi per sradicare tale coltura (programmi che furono sospesi nel marzo 1997). Nuove difficoltà vennero create al governo Samper dalle manifestazioni di protesta contro le misure economiche d'emergenza adottate con decreto nel gennaio 1997 per contenere l'aumento della spesa pubblica, mentre per l'intransigenza delle forze armate si rivelarono vani nella prima metà dell'anno i tentativi dell'esecutivo di riallacciare un dialogo con i guerriglieri di sinistra. A questo fine, e per riavvicinarsi al governo degli Stati Uniti che aveva subordinato la concessione di nuovi aiuti militari alla C. a un maggior rispetto dei diritti umani, nel luglio 1997 Samper sostituì alcuni ufficiali ai vertici delle forze armate e della polizia. I rapporti con Washington migliorarono ulteriormente dopo il dicembre dello stesso anno, quando fu promulgato un emendamento costituzionale che reintroduceva la possibilità (esclusa dalla Costituzione del 1991) di estradare cittadini colombiani per i crimini da loro commessi all'estero, e dal marzo 1998 Bogotá poté ricominciare a fruire parzialmente dei finanziamenti statunitensi per la lotta al narcotraffico. A differenza delle elezioni amministrative dell'ottobre 1997 e di quelle legislative del marzo 1998, caratterizzate da bassa partecipazione popolare, funestate da nuove offensive della guerriglia di sinistra e conclusesi con la conferma dei liberali quale principale forza politica, le consultazioni presidenziali del maggio-giugno 1998 fecero registrare un nuovo atteggiamento delle FARC e dell'ELN, che si astennero da qualsiasi azione armata, videro per la prima volta dopo alcuni decenni la percentuale dei votanti superare la soglia del 50%, ma soprattutto determinarono la sconfitta di Horacio Serpa Uribe, candidato liberale, a opera di A. Pastrana Arango, candidato del Partido social conservador.

Nel luglio 1998, un mese prima del suo insediamento ufficiale, Pastrana Arango incontrò personalmente nella foresta colombiana il leader delle FARC; contemporaneamente si svolsero in Germania, grazie alla mediazione della Chiesa tedesca, colloqui tra rappresentanti della società civile colombiana e dell'ELN. Nonostante tali segnali di disponibilità ad avviare trattative per pacificare il paese, nell'agosto 1998 la guerriglia non si astenne dalla consueta dimostrazione di forza militare esibita a ogni cambio di governo, scatenando una serie di attacchi coordinati in almeno 17 dipartimenti. Nei mesi successivi, e nella primavera del 1999, venivano a più riprese avviati e interrotti negoziati di pace sia con le FARC sia con l'ELN, la cui forza complessiva ammontava a 15.000 uomini.

bibliografia

H. Prolongeau, La vie quotidienne en Colombie au temps du cartel de Medellin, Paris 1992 (trad. it. Milano 1994); M.V. Uribe, Enterrar y callar, Bogotá 1995; C. Ahumada, El modelo neoliberal y su impacto en la sociedad colombiana, Bogotá 1996; B.J. Martín, La nueva representación política en Colombia, Bogotá 1997.

Vedi anche
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