COLOMBIA (X, p. 784)
Il dato della popolazione totale della repubblica del censimento 1928 è stato corretto, da determinazioni posteriori, in 7.380.000 ab. Una stima al gennaio 1935 fa salire tale popolazione a 8.442.600 ab., e una al giugno 1937, a 8.847.000 ab. Nella tabella accanto riportata è data la popolazione delle varie divisioni amministrative nel 1935.
La superficie coltivata a caffè è salita nel 1936 a 358.000 ettari, da cui si sono ricavati 2.235.000 q. di prodotto. L'esportazione delle banane nel 1935 era scesa a 1.555.400 q. Grande sviluppo ha preso la coltura del mais, che nel 1935 copriva una superficie cinque volte superiore a quella del 1928 (555.000 ha.) e ha dato oltre 5 milioni di q. di prodotto. In leggiero incremento le colture della canna da zucchero (107.000 ha. e 326.000 q. nel 1935-36) e del cotone (15.000 ha. e 30.000 q. di fibra nel 1934-35); quasi stazionarie quelle del cacao e del tabacco.
Nel 1934 il patrimonio zootecnico colombiano era così costituito: 8.337.000 bovini, 972.000 cavalli, 475.000 muli, 303.000 asini, 872.000 ovini, 544.000 caprini, 1.622.000 suini.
Dei prodotti minerarî ha avuto il maggiore incremento l'oro (12.091 kg. nel 1936: quasi sei volte la produzione del 1928); in piccolo aumento la produzione del petrolio (2.613.000 tonn. nel 1936), e quasi stazionarie quelle del platino (1703 kg. esportati nel 1934), dell'argento e del carbone.
Delle industrie, ha fatto notevoli progressi il cotonificio (55.000 fusi e 1900 telai nel 1936).
Lo sviluppo delle linee ferroviarie in esercizio era, nel 1935, di 3192 km.; altri 2800 km. risultano in costruzione. Per il porto di Buenaventura, sul Pacifico, passa ormai il 25% del commercio estero colombiano, che dopo il 1929 ha subito, per la grave crisi economica mondiale, una forte contrazione tanto nelle esportazioni quanto nelle importazioni (minimo nel 1932, 70,3 milioni di pesos per le prime e 30,6 milioni per le seconde), verificandosi una rapida ripresa dal 1933 in poi (nel 1936, 136,8 milioni di pesos per le esportazioni, 120,1 milioni per le importazioni).
Il 7 luglio 1937 è stata creata la diocesi di Barranquilla, suffraganea di Cartagena. Col 1931 la prefettura apostolica di Sinú ha mutato il nome in San Jorge.
La situazione economica è fondamentalmente solida ma strettamente legata al caffè, tanto che la caduta dei prezzi di questo ha inciso sulla raggiunta prosperità.
Al 31 dicembre 1937 il debito estero ammontava a 111 milioni e quello interno a 81 (di cui 53 di consolidato).
Dopo la caduta della sterlina il peso fu ancorato al dollaro al rapporto 1,05 = 1 $: rapporto che si modificò a vantaggio del peso per effetto della svalutazione americana, ma che risentì ben presto delle ripercussioni della crisi del caffè e dell'inflazione (connessa allo squilibrio del bilancio e al conflitto col Perù). Dalla fine del 1935 il rapporto ufficiale oscilla intorno a 1,70 pesos = 1 dollaro. Il 6 aprile 1935 le riserve del Banco della repubblica (limite legale attualmente del 30%) furono rivalutate sulla base del nuovo prezzo dell'oro a New York e del nuovo cambio del peso. Il 1° agosto 1935 fu decretata la smonetizzazione dell'argento. Il controllo dei cambî più volte modificato è in vigore dal settembre 1931.
Al 31 dicembre 1937 i biglietti (della banca e dello stato) in circolazione ammontavano a 61 milioni (riserva: 10 milioni in oro e 6,5 in divise). Il sistema bancario è dal 1923 a riserva centrale sul tipo americano. I principali istituti di credito sono la Banca di Bogotá (1871), la Banca di Colombia (1875) e il Banco Aleman Antiqueño (1912).
Bibl.: v. le pubbl. period. della Soc. delle nazioni, specie l'Annuario.
Storia (p. 795).
L'episodio politico più saliente della storia della Colombia negli ultimi anni è stato il conflitto col Perù per il possesso di Porto Letizia sul Rio delle Amazzoni. Infatti nella notte dal 1° al 2 settembre 1932 bande armate peruviane occupavano detta città espellendone le autorità colombiane e fortificando la regione invasa. Il governo di Lima, pur proclamandosi estraneo agli avvenimenti e proponendo l'arbitrato d'una commissione internazionale a Washington, manifestava la sua simpatia per gli occupanti. La Colombia, mentre inviava forze per riprendere la regione, si appellava alla Società delle nazioni che raccomandava in un primo tempo al Perù di non compiere alcun atto che potesse pregiudicare i diritti della Colombia a far rispettare la sovranità sul proprio territorio (4 febbraio 1933), poi in un secondo tempo, mediante deliberazione votata all'unanimità dal Consiglio, approvava il rapporto dei Tre (Irlanda, Spagna, Guatemala) consistente nel prendere direttamente in possesso il territorio di Porto Letizia dopo l'evacuazione delle forze peruviane, avendo a propria disposizione forze colombiane agenti come truppe internazionali. Mentre il governo della Colombia approvava tale soluzione, il Perù la respingeva (18 marzo 1933). Veniva allora costituito un comitato consultivo composto dai rappresentanti della Germania, della Cina, della Spagna, della Francia, del Guatemala, dell'Irlanda, dell'Italia, del Messico, della Norvegia, del Panamá, della Polonia e della Cecoslovacchia con la collaborazione degli Stati Uniti e del Brasile; comitato che riusciva il 25 maggio 1933 a far firmare ai rappresentanti dei due stati in conflitto un atto col quale entrambi accettavano le proposte formulate il 18 marzo precedente. Una commissione composta di tre delegati (cap. Lemos Basto brasiliano, cap. Iglesias spagnolo, col. Brown nordamericano) prendeva possesso del territorio conteso preventivamente sgomberato, mentre sotto gli auspici del Brasile si apriva a Rio de Janeiro una conferenza che il 24 maggio 1934 risolveva tutte le questioni pendenti. In tal modo il 22 giugno successivo il territorio di Porto Letizia veniva restituito alla Colombia, la commissione si scioglieva e il 30 settembre 1935 il governo di Bogotá ratificava l'accordo concluso.
Mentre nessun fatto d'arme notevole ebbe luogo durante il breve conflitto, la Colombia ordinò la mobilitazione di tutti gli uomini dai 20 ai 45 anni (22 febbraio 1933), sostenendo così una spesa notevole che obbligò il governo a decretare una moratoria su tutti i debiti esteri (27 giugno 1933). Dal 1° agosto 1936 sono state introdotte norme per restringere le importazioni dall'estero.
Dopo Miguel Abadía Méndez, nel 1930, fu eletto presidente Olaya Herrera (1930-1934) e allo scadere del quadriennio fu nominato Alfonso Lopez, del partito liberale, il quale diede le dimissioni il 1° giugno 1937, ma essendo esse state respinte dal senato, egli ha ripreso le sue funzioni.