COLOMBIA (X, p. 784; App. I, p. 442; II, 1, p. 645; III, 1, p. 405)
Popolazione. - Poiché l'ultimo censimento è del 1964, bisogna riferirsi a una stima del 1972 che la faceva ascendere a circa 23 milioni di abitanti ripartiti secondo la tabella che segue. Nel decennio 1963-1972 il coefficiente medio di accrescimento annuo della popolazione è stato del 3,2%, il tasso di natalità si aggira intorno al 31-32‰, quello di mortalità è dell'8-9‰, mentre piuttosto elevato è il tasso di mortalità infantile, che sfiora il 71‰.
Condizioni economiche. - L'agricoltura è tuttora la risorsa principale della C. anche se solo poco più del 4% della superficie è destinata alle colture. Il prodotto più importante è il caffè (1,1 milioni di ha e 6,8 milioni di q nel 1970), coltivato prevalentemente in piccole proprietà dei dipartimenti di Caldas, Antioquia, Tolima, Valle del Cauca. Tra i cereali predominano il granoturco (796.000 ha e 9,5 milioni di q nel 1972) e il riso (277.000 ha e 10 milioni di q); minori sono le produzioni di frumento (63.000 ha e 790.000 q), di orzo e di sorgo. Notevole la produzione di patate (12 milioni di q) e quella di banane (8,3 milioni di q nel 1972) le cui estese piantagioni si trovano nei dipartimenti di Magdalena e Chocó. Altre colture importanti sono la canna da zucchero, il cacao e il tabacco. Lo sfruttamento delle immense foreste, che ricoprono il 45% della superficie territoriale, benché reso difficile dalla mancanza di buone vie di comunicazione, acquista sempre maggiore importanza (nel 1971, 27 milioni di metri cubi di legname). L'allevamento del bestiame (23 milioni di bovini) si è sviluppato particolarmente nelle aree coperte dalla savana nelle valli del Río Cauca e del Río Magdalena e nei pascoli alti dei páramos andini. La pesca, nonostante il paese abbia due estesi fronti marittimi, ha poca importanza.
Limitato è ancora lo sfruttamento delle pur cospicue risorse minerarie; si estraggono oro, argento, platino, carbone (3,5 milioni di t nel 1971), ma importante è soprattutto il petrolio (9,5 milioni di t nel 1973) dei giacimenti della valle del Río Magdalena, del Catatumbo e di Arito, che oleodotti convogliano ai porti di Buenaventura, Cartagena e Barranquilla. L'attività industriale è ancora modesta e insufficiente ai bisogni nazionali per quanto si possa segnalare un discreto sviluppo nei settori della siderurgia e della chimica (soda caustica, fertilizzanti, gomma). Anche i tradizionali settori dell'industria tessile e quella alimentare si mantengono su buoni livelli. Negli ultimi anni comunque la partecipazione dell'industria manifatturiera nell'economia generale della C. è andata sempre aumentando, passando dal 18% del 1960 al 21% del 1973.
Comunicazioni. - La rete stradale (45.000 km) e quella ferroviaria (3435 km) sono sempre insufficienti alle necessità del paese, ma il loro sviluppo è ostacolato dalla configurazione accidentata del territorio, con la presenza delle poderose catene andine. Anche la navigazione fluviale sopperisce solo in parte le necessità dei trasporti, specialmente nelle regioni orientali.
Commercio. - Le esportazioni di caffè (598 milioni di dollari nel 1973), di petrolio (26 milioni di dollari), di banane, di zucchero e di tessuti di cotone, hanno reso la bilancia del commercio estero sempre più attiva negli ultimi anni; nel 1973 le esportazioni hanno toccato i 1021 milioni di dollari contro 795 milioni di importazioni.
Bibl.: J. A. Cano, Geografia fisica y económica de Colombia, Bogotá 1964; J. Aprile Griset, Colombie, Parigi 1971; Kruse-Rodenacker e altri, Länderstudie Kolumbien, Berlino 1972; Weltbank, Desarrollo económico de Colombia: problemas y perspectivas, Bogotá 1972; Ass. Colombiana para el estudio de la población, UNESCO, La población de Colombia, Bogotá 1974; Situation économique de la Colombie, in Etudes Economiques, Banque Française et Italienne pour l'Amérique du Sud, Parigi 1976.
Storia. - Il mandato di Lleras Camargo (1958-1962) fu uno dei migliori di tutta la storia colombiana. Il patto firmato a Stiges nel 1957, che aveva posto fine al feroce antagonismo fra liberali e conservatori, permise al presidente liberale di governare nel pieno rispetto delle libertà costituzionali. Lleras Camargo varò un piano economico decennale che riscosse plauso generale e fu sostenuto da aiuti nordamericani in quanto giudicato consono agli obiettivi perseguiti dall'Alleanza per il progresso, enunziati a Punta del Este nell'agosto 1961. Fra le varie iniziative tendenti al risanamento dell'economia nazionale, lasciata in condizioni disastrose dal precedente governo di Rojas Pinilla, il piano riguardava l'agricoltura, l'istruzione, l'igiene e lo sviluppo industriale. La riforma agraria, il sogno dei governanti latino-americani, fu affrontata con la creazione di un apposito ente, l'INCORA (Instituto Colombiano de la Reforma Agraria), che mediante espropriazioni adeguatamente compensate doveva trasferire, dalle aree urbane sovraffollate e dalle sierras improduttive, migliaia di famiglie verso terre adatte alla coltivazione. Il progetto - osteggiato dai liberali di sinistra che lo giudicarono inadeguato e dai conservatori che lo ritennero rivoluzionario - ebbe un avvio assai lento. Maggiore fortuna arrise ai problemi degli alloggi, dell'approvvigionamento idrico (l'acqua infetta era responsabile del 10% della mortalità), dell'istruzione pubblica e della lotta al banditismo che rendeva insicure le vie di comunicazione. Produzione e commercio furono notevolmente incrementati e le esportazioni registrarono, per la prima volta, un nuovo prodotto come il cotone. Alla fine della presidenza di Lleras la C. era in piena ascesa e le prospettive apparivano soddisfacenti.
Secondo il "patto di famiglia" a un liberale doveva succedere un conservatore. Fu infatti eletto (agosto 1962) G. León Valencia con il 62% dei voti. Alle elezioni si presentarono altri candidati fra i quali il vecchio dittatore Rojas Pinilla, ritornato dall'esilio e rientrato nell'agone politico con promesse demagogiche alle masse e una campagna contro l'ingerenza nordamericana nella vita nazionale. Il nuovo presidente non dimostrò molta capacità nel condurre il piano decennale impostato dal suo predecessore specie per quanto riguardava la riforma agraria tenacemente avversata dai latifondisti; inoltre, i suoi tentativi d'imporre nuove tasse incontrarono la disapprovazione del parlamento, che decretò invece l'aumento dei salari. L'inevitabile rialzo del costo della vita e il crollo del prezzo del caffè nel 1963 trascinarono il paese nella spirale inflazionistica. Si ebbero manifestazioni di malcontento e disordini in tutto il paese, duramente repressi (1963-64) dal gen. A. Ruiz Novoa, ministro della Guerra. Le elezioni legislative del marzo 1964 registrarono l'astensione del 70% del corpo elettorale, che intese dimostrare la sua insoddisfazione nei confronti dei governantí. Uno sciopero generale, proclamato per il 25 gennaio 1965, coinvolse il gen. Ruiz Novoa, che, sospettato di tramare un colpo di stato militare, fu destituito il 27 gennaio.
Nel frattempo l'economia nazionale, che aveva perduto l'appoggio e la fiducia del capitale straniero, era gravemente danneggiata. A raddrizzarla fu chiamato J. Vallejo, che, in qualità di ministro delle Finanze, impose una serie di provvedimenti che diedero risultati soddisfacenti, inducendo gli SUA e la Banca mondiale a concedere prestiti. Il presidente Valencia riuscì in tal modo a condurre a termine il suo tumultuoso mandato, caratterizzato da stati d'assedio e da violenze all'università di Bogotá. Nel marzo 1966 il partito di Roias Pinilla riportò la vittoria nelle elezioni legislative grazie all'astensione dei votanti; ma la consultazione generale del 1° maggio portò alla presidenza della Repubblica l'ottantacinquenne leader liberale C. Lleras Restrepo che assunse i poteri il 7 agosto. Il vecchio uomo politico riprese energicamente il piano decennale di Lleras Camargo e diede nuovo impulso alla riforma agraria, sostenuto anche dalla Chiesa, che cedette terre di sua proprietà. In breve tempo il preoccupante fenomeno del banditismo nelle campagne fu quasi del tutto stroncato e la guerriglia alimentata dai filo-castristi subì una battuta d'arresto.
Il primo viaggio di un pontefice nell'America latina ebbe luogo in C. in occasione della visita (22-24 agosto 1968) di Paolo VI a Bogotá per presenziare ai lavori del Congresso eucaristico internazionale e per inaugurare la II conferenza del Consiglio Episcopale Latino-Americano (CELAM) a Medellin. Le vive preoccupazioni della Chiesa per il subcontinente si sono concretate con la creazione (26 marzo 1969) voluta dal papa, di un fondo, Populorum progressio, destinato a combattere la miseria nell'America latina. La prima dotazione del fondo (un milione di dollari) è stata assegnata alla C. per l'attuazione della riforma agraria.
Le elezioni generali dell'aprile 1970, svoltesi in un clima di grande tensione, registrarono la vittoria del candidato del Frente Nacional, Misael Pastrana Borrero, conservatore, vittoria contrastata dal partito di Rojas Pinilla, che ha contestato la regolarità delle elezioni, tanto da indurre il governo a proclamare (19 luglio) di nuovo lo stato d'assedio (rimasto in vigore fino a tutto il 1974) per prevenire un colpo di stato. Manifestazioni antigovernative si ebbero poi con l'occupazione dell'università di Bogotá da parte della polizia, con agitazioni nelle campagne e occupazioni di aziende agricole: proteste alimentate dall'estrema lentezza dei provvedimenti governativi, ispirati a un inefficace "riformismo graduale".
Le elezioni presidenziali dell'aprile 1974 coincidevano con la scadenza della storica coalizione di liberali e conservatori. Il risultato delle consultazioni ha dimostrato la debolezza dell'opposizione, che, pur contestando il "patto di Stiges" ritenuto frutto di un accordo fra le classi dominanti, non è stata in grado di emergere. La vittoria è andata al candidato liberale A. López Michelsen, seguito dal candidato conservatore. Al terzo posto, una donna, M. E. Rojas de Moreno Diaz, candidata dell'ANAPO e figlia del gen. Rojas Pinilla. Il vistoso astensionismo potrebbe dimostrare lo scetticismo dei Colombiani sulle possibilità di radicali cambiamenti mediante le elezioni. Tuttavia il nuovo presidente (che ha tolto lo stato d'assedio il 29 dicembre) ha sempre professato idee sociali avanzate ed è un convinto assertore della riforma agraria. Egli ha però trovato il paese gravato da problemi: l'inflazione, che ha reso vani i progressi raggiunti; le masse dei contadini delusi che sovrappopolano le città; la recrudescenza della guerriglia; la propaganda demagogica del movimento ANAPO guidato dall'irriducibile gen. Rojas Pinilla.
Bibl.: P. M. Holt, Colombia-to-day and to-morrow, Londra 1964; M. Urrutia, The development of the Colombian labor movement, New Haven 1969; E. A. Havens, International colonialism and structural change in Colombia, New York 1970; T. Wyrna, Les républiques andines, Parigi 1972.
Letteratura. - L'affermazione di portata mondiale di G. García Márquez ha finalmente scoperto, agli occhi della critica europea, l'esistenza di una letteratura colombiana. Nel periodo dal 1948 a oggi, alcuni dei maestri della generazione di Los nuevos e di Pedra y cielo (movimenti predominanti nel primo trentennio del secolo) hanno continuato a produrre opere importanti. Così R. Maya, nato nel 1897, ha dato con Navegación nocturna (1959) il libro più significativo della sua poesia ispirata a un simbolismo metafisico, e G. Pardo García, nato nel 1902, ha pubblicato altre raccolte di versi, come Lucero sin orillas (1952) e Osiris preludial (1960), dove predomina la meditazione sulla morte. E. Carranza, nato nel 1911, ha fornito un'opera riassuntiva del suo ottimismo sociale nelle Canciones para iniciar una fiesta (1953), molto vicine a Neruda. J. Rojas, nato nel 1911, ha mantenuto il suo prestigio di seguace colombiano della poesia di Eliot e di Rilke. Né vanno dimenticati, fra i molti lirici, A. Camacho Ramírez, nato nel 1910, e l'A. Arturo, nato nel 1909, che con la Morada al sur del 1963 espresse globalmente un'esperienza poetica di molti anni. Una vera rivelazione è stato nel 1963 Los adioses di F. Charry Larra, nato nel 1920, poeta della solitudine e della disperazione, con accenti neoromantici di canto aperto, pur dentro alle suggestioni di una sensibilità tutta moderna. Sono poi venuti i molti e rumorosi gruppi d'svanguardia, fra cui i cuadernícolas e i nadaistas. Ci limiteremo a citare J. Gaitan Durán (1924-1962) il cui volume Si mañana despierto (1961) è una vera discesa agl'inferi del subconscio, C. Castro Saavedra, nato nel 1925, E. Cote Lamus, nato nel 1928, accesi sperimentalisti, ma ormai anch'essi contestati dalla nuova generazione.
Nella narrativa, grande risonanza ebbe nel 1952 il romanzo El Cristo de espaldas di E. Caballero Calderón, nato nel 1910: è la storia di un sacerdote, impegnato nella lotta contro la corruzione e la disumanità dei potenti, che viene distrutto da una società che non ammette gli scomodi idealisti. La parte finale del libro ha un autentico soffio di tragedia. Molto discusso fu anche El dia señalado di M. Mejía Vallejo, nato nel 1923; e notevoli opere narrative, tra il realismo alla Gallegos e l'astrazione alla Borges, hanno poi fornito A. Laguado, nato nel 1919, R. Cárdenas, nato nel 1925, A. Sepeda Samudio, nato nel 1926. Ma naturalmente il nome e la fama di García Márquez fanno restare in ombra queste interessanti figure.
Nel teatro, dopo le commedie sentimentali di M. Nicholls (1896-1920) e dopo l'opera vasta e fortunata di L. E. Osorio (nato nel 1896), uno dei grandi animatori della scena latino-americana - tra l'altro fondò nel 1953 a Bogotá il Teatro de la Comedia - sono apparsi O. Díaz Díaz, nato nel 1910, e soprattutto E. Buenaventura, nato nel 1925, autore e regista, che si rifà alle tradizioni folkloristiche ed è anche studioso di teatro secondo i dettami della moderna antropologia culturale, che in lui si collega a un impegno politico di accentuato sapore rivoluzionario.
Bibl.: J. Garavito, Introduction à la culture colombienne, Dakar 1967; H. H. Orjuela, Fuentes generales para el estudio de la literatura colombiana (guida bibliografica), Bogotá 1968; G. Bellini, La lett. ispanoamericana, Milano-Firenze 1970.
Arti figurative. - L'arte astratta comincia a manifestarsi in C. intorno al 1950 soprattutto ad opera del pittore bogotano M. Ospina Restrepo (nato nel 1912) e del pittore e scultore E. Ramirez Villamizar (nato nel 1923). Nel 1955 si forma a Bogotá un gruppo di pittori astratti e si organizza la prima mostra di arte astratta. Anche la rivista colombiana di arte contemporanea Plástica dedica largo spazio alla documentazione delle correnti non figurative europee e americane. Un astrattismo d'impostazione strettamente geometrica si riscontra nelle opere di E. Ramirez: ricerca dell'essenziale, stesura uniforme del colore, rispetto dei piani, sono caratteristiche della sua ricerca che, dopo il 1960, si esprime direttamente nello spazio, modellando dapprima piani di cartone o legno, passando infine al metallo dipinto. Le sculture di E. Negret (nato nel 1920), dagli Apparati magici alle più recenti realizzazioni in alluminio dipinto, ripropongono in un linguaggio puramente plastico una problematica di origine mitica. Anche le opere di O. Rayo (nato nel 1928), le cui prime esperienze astratte risalgono al 1953, si esprimono in un linguaggio rigorosamente geometrico. A un astrattismo lirico appartengono le opere di A. Villegas, come pure quelle, seppure segnate da una certa violenza, di L. Jaramillo (nato nel 1938), mentre un'emozione contenuta si riscontra nelle opere di A. Obregon (nato nel 1927), premiato alla biennale di San Paolo del 1967. Notevoli le elaborate ricerche essenziali di S. Montealegre (nato nel 1940). Vedi tav. f. t.
Bibl.: M. Ragon, M. Seuphor, L'art abstrait, Parigi 1974, vol. 4, p. 81; Cataloghi Biennale di Venezia, 1968, 1976.