Colombia
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Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Stato situato nell'estremità nord-occidentale dell'America Meridionale. Al censimento effettuato nel 1993 la popolazione risultava pari a 37.664.711 ab., ma nei dodici anni successivi è aumentata di oltre un quinto (a una stima del 2005 risulta giunta a 45.600.000 ab.). La mortalità infantile nel periodo 2000-2005 ha registrato un valore del 26‰, inoltre l'analfabetismo non è stato ancora debellato (era il 7,5% nel 2005). La popolazione urbana si aggira sul 76% della popolazione complessiva, ma il processo di inurbamento verso i grandi agglomerati si è ridimensionato a favore della rete di città medie e piccole. Il principale polo urbano del Paese è rappresentato dalla capitale Bogotá e dalla sua agglomerazione, che nel 2005 aveva raggiunto gli 8,35 milioni di ab.; seguono Cali (2 milioni nel 1999) e Medellín (1,9 milioni), entrambi centri industriali e commerciali, mentre Barranquilla (1,2 milioni di ab.) è rimasto il principale porto petrolifero del Paese. Amministrativamente la C. è divisa in un distretto e 32 dipartimenti, 9 dei quali istituiti nel 1991 in luogo delle precedenti intendencias e comisarías.
Per quanto riguarda gli indicatori socioeconomici, se da un lato un'analisi è possibile e può fornire un quadro a grandi linee della situazione demografica ed economica del Paese, dall'altro va rilevato che le statistiche ufficiali, nel caso della C., non riflettono la realtà del territorio: in questo vasto Paese, infatti, esistono ancora diverse aree coinvolte in episodi di guerra civile e controllate con difficoltà dal governo centrale, dove prevalgono attività informali, flussi di contrabbando e traffici illeciti che deformano ogni calcolo. Il piano lanciato dalle autorità colombiane allo scopo di contrastare la produzione di stupefacenti ha ottenuto risultati positivi, quali la riduzione delle superfici coltivate a coca, canapa indiana e papavero da oppio. Il prezzo pagato è stato però elevatissimo, in quanto l'uso di prodotti defolianti ha creato nuovi e gravi problemi ambientali e, in alcune zone, ha addirittura costretto alla fuga le popolazioni. A questi spostamenti forzati si sono aggiunti quelli legati alle attività terroristiche e di guerra, per cui, secondo l'Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, entro i confini colombiani sono circa 2,1 milioni i cosiddetti profughi interni.
L'economia ha sofferto di un lungo periodo di ristagno, non solo a causa degli eventi drammatici che hanno sconvolto il Paese, ma anche a causa della situazione internazionale, in particolare in conseguenza del rallentamento delle attività economiche negli Stati Uniti nel 2001-02 e della crisi economica del Venezuela, entrambi principali sbocchi dei prodotti colombiani. La crescita è stata del 2,5% annuo nel periodo 1990-2002 (ma, al di fuori di questo valore medio, il PIL è aumentato di appena l'1,5% nel 2002), e solo nel 2003 si sono cominciati a manifestare segnali di ripresa, con un aumento del PIL del 3,7%: il risultato è dovuto in larga parte alle esportazioni, favorite da un migliorato livello dei prezzi delle materie prime (salvo il caffè) sui mercati internazionali. Nella struttura produttiva l'agricoltura svolge un ruolo tradizionalmente importante, e contribuisce per il 14% alla composizione del PIL, impiegando un quinto della forza lavoro complessiva. Molte grandi aziende (fincas) praticano colture di piantagione, tra le quali la principale è tuttora il caffè, anche se le quantità prodotte si sono ridotte (passando da 845.000 t nel 1990 a 678.000 t nel 2004); seguono canna da zucchero, cotone, cacao e banane. Le colture destinate al consumo interno o all'autoconsumo (mais, grano, patate) vengono invece praticate da aziende di piccole e medie dimensioni. Accanto all'agricoltura e all'allevamento si è ormai da tempo affermato un settore manifatturiero di qualità, essenzialmente centrato sul comparto agroalimentare; non mancano, tuttavia, impianti per la raffinazione del petrolio, siderurgici e chimici, ed è in espansione l'industria per il montaggio di autoveicoli stranieri. Per quanto attiene lo sfruttamento delle risorse minerarie, prevale la produzione di petrolio (26,4 milioni di t nel 2004), i cui principali giacimenti sono ubicati nella valle del Magdalena, nel Norte de Santander e a Orito; seguono gas naturale e carbone. Gran parte degli scambi commerciali avvengono con gli Stati Uniti e con gli altri Paesi della Comunità andina (Venezuela, Perù, Ecuador, Bolivia).
Storia
di Francesca Socrate
Al passaggio tra 20° e 21° sec. la situazione politico-sociale della C. continuava a presentare tratti di grave instabilità. La presidenza del leader del Partido Social Conservador A. Pastrana Arango, seppure inaugurata nel 1998 con una serie di trattative con i due più importanti gruppi guerriglieri - le FARC (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia) e l'ELN (Ejército de Liberación Nacional) - si rivelò tuttavia incapace di fare fronte alla crisi complessiva del Paese. La guerriglia non si astenne infatti dalle consuete e violente dimostrazioni di forza (attentati, massacri, sequestri e rapimenti), mentre lo stato di guerra civile tra questa, l'esercito e i gruppi paramilitari di estrema destra (organizzati nelle AUC, Autodefensas Unidas de Colombia) rischiava di destabilizzare l'equilibrio dell'intera regione, come dimostrarono nella seconda metà degli anni Novanta le prese di posizioni di tutti i Paesi limitrofi (ultimo il Brasile nel nov. 1999), che allertarono le loro truppe ai confini perché questi venivano spesso violati dai guerriglieri colombiani nel corso delle loro azioni. Di fronte all'inasprimento della violenza politica, nell'ottobre 1999 decine di migliaia di cittadini manifestarono in tutto il Paese, mentre nei primi mesi del 2000 si intensificarono le critiche delle organizzazioni umanitarie internazionali contro l'incapacità governativa di frenare la violenza dei gruppi delle AUC, responsabili di numerosi massacri, spesso con la connivenza di settori delle stesse forze armate. Anche nella lotta alla produzione e al traffico di droga, che dagli anni Settanta costituiva una quota significativa del prodotto nazionale lordo ed era fonte di corruzione di rilevanti settori della classe politica, l'amministrazione Pastrana dimostrò nei primi due anni di governo una sostanziale inadeguatezza. Nell'agosto 2000, tuttavia, grazie a una politica di riavvicinamento agli Stati Uniti, il presidente colombiano ottenne da questi ultimi uno stanziamento di 1,3 miliardi di dollari per sostenere la lotta ai narcotrafficanti. Venne così messo a punto il 'Plan Colombia', che prevedeva un imponente impegno finanziario e organizzativo per accrescere l'efficienza delle forze armate e del sistema giudiziario. Parallelamente veniva avviato un programma di lotta alla coltivazione della coca, basato sulla fumigazione aerea dei campi coltivati e sull'inasprimento delle pene per i contadini coinvolti, piano che fu tuttavia attaccato da più parti in nome di una scelta diversa, tesa a favorire lo sviluppo di coltivazioni alternative, ed evitare i gravi danni ambientali che il programma poteva provocare (le fumigazioni aeree furono pertanto sospese dal governo nel marzo 2001). Tra l'estate e l'autunno dello stesso anno il Paese fu segnato da nuovi gravi episodi di violenza, che portarono infine, nel marzo 2002, alla rottura delle trattative tra il governo e i gruppi guerriglieri delle FARC e dell'ELN. Le elezioni politiche tenutesi in quello stesso mese videro un cambiamento nel peso e nel ruolo delle forze politiche in campo: i due partiti tradizionalmente egemoni, quello liberale e quello conservatore, registrarono infatti una grave sconfitta, mentre avanzavano, fino a conquistare la maggioranza dei voti, i partiti minori, per lo più schierati all'estrema destra: alla Camera, sui 161 seggi complessivi, ai liberali ne andavano 54, ai conservatori 21, e il resto ai 38 raggruppamenti minori. Il successo di questi ultimi era il risultato della sfiducia dell'elettorato nella classe politica tradizionale, coinvolta in eclatanti episodi di corruzione e soprattutto incapace di portare a termine il processo di pacificazione con la guerriglia e di ricomporre le profonde lacerazioni che pesavano gravemente sulla società colombiana. Nel maggio 2002 si svolsero le elezioni presidenziali: insanguinate dalle azioni delle FARC, che coinvolsero con attentati e sequestri sia le aree urbane sia quelle rurali (tra le altre persone fu rapita la candidata del Partido Verde Oxigeno, I. Betancourt, ancora ostaggio nel 2006), le consultazioni registrarono la vittoria di A. Uribe Velez. Esponente liberale che aveva rotto con il suo partito da posizioni di estrema destra e che aveva condotto una campagna elettorale tutta incentrata sulla necessità di aumentare le spese militari in funzione antiguerriglia, Uribe sconfiggeva con il 53% dei voti il candidato liberale ufficiale, sostenuto anche dai conservatori, H. Serpa, che raggiungeva solo il 32%. In seguito alle sanguinose azioni delle FARC (culminate nel massacro di 117 civili nella chiesa di Bojaya), l'Unione Europea incluse questo gruppo tra le organizzazioni terroristiche, così come precedentemente aveva fatto con le AUC (maggio). L'azione repressiva della nuova amministrazione, che appena insediata dichiarò lo stato di emergenza, estese all'esercito i poteri della polizia, creò milizie contadine e in dicembre ottenne dal Parlamento l'approvazione di una riforma fiscale e pensionistica tesa a garantire un aumento delle spese militari, ottenne sulle prime effetti positivi: nel 2003 la violenza politica sembrò infatti diminuire, e il consenso popolare attorno a Uribe crebbe in misura significativa. Ma in ottobre il presidente subiva una grave sconfitta politica con il fallimento del suo 'piano di austerità' - sottoposto a referendum popolare, il piano, che prevedeva tra le altre misure un blocco biennale dei salari nel settore pubblico, la riduzione delle pensioni, l'accentramento amministrativo in materia fiscale, non ottenne il quorum necessario del 25% dei voti -, mentre membri dello stesso governo erano costretti a dimettersi perché coinvolti nel traffico di droga (nov. 2003). Inoltre le trattative con la guerriglia non conseguivano risultati significativi, mentre nel corso del 2005 sembrava avviarsi a conclusione la smobilitazione delle AUC. Il rafforzamento, però, delle relazioni con gli Stati Uniti, che portava al trattato di libero commercio nel febbraio 2006, nonché il programma di riforma fiscale che prevedeva il trasferimento del maggior carico tributario dalle imprese ai consumatori, contribuivano, nelle elezioni del marzo di quello stesso anno, alla vittoria della coalizione dei partiti che sostenevano il presidente, anche se a fronte di un altissimo tasso di astensioni (pari a più del 65% dei votanti). Sul piano internazionale, durante l'amministrazione di Pastrana e successivamente quella di Uribe le relazioni con gli Stati Uniti migliorarono notevolmente grazie a una politica di progressivo allineamento alle richieste di Washington, soprattutto per quel che riguardava la lotta al narcotraffico.