COLOMBIA (X, p. 784; App. I, p. 442; II, 1, p. 645)
Popolazione. - Al censimento del 9 maggio 1951 la popolazione risultò di 11.548.172 ab., che, secondo una valutazione, nel 1959 sarebbero saliti a 13.800.000 (12 per km2).
Condizioni economiche. - La C. continua a occupare, tra tutti i paesi del mondo, il secondo posto (dopo il Brasile) nella produzione del caffè; questo, che nel 1957 si coltivava su 925.000 ha e del quale si produssero in media, nel quinquennio 1953-57, 3.800.000 q, è tuttora il prodotto fondamentale della Colombia. Un'importanza sempre maggiore è andata assumendo la coltura del banano, che nel 1956 si estendeva su 46.000 ha; la produzione media del quinquennio 1948-52 è stata di 3.440.000 q di banane.
Un'evoluzione è in corso per quel che riguarda lo sfruttamento minerario, in dipendenza dello sviluppo di alcune industrie, specialmente di quella siderurgica e di quella chimica. Così è stata intensificata l'estrazione del carbone, la cui produzione dalle 600.000 tonnellate del 1948 è salita nel 1957 a 2.096.000 tonn, ed è stata intensificata pure l'estrazione dei minerali di ferro, che comunque hanno tuttora scarsa importanza; mentre importanza fondamentale continua ad avere il petrolio, la cui produzione è salita da 3.372.000 tonn. a 6.339.000 tra il 1948 e il 1957. Dalle zone petrolifere, che dispongono di 16 oleodotti per una lunghezza complessiva di 2053 km e di 4 raffinerie, si estraggono anche abbondanti quantità di gas naturale.
Nel 1957 è stata inaugurata a Laguneta, presso Bogotá, una nuova centrale idroelettrica (67.500 kW).
Le industrie che hanno avuto maggiore sviluppo sono innanzi tutto quella cotoniera, che dispone di 390.000 fusi e 7450 telai, poi quella siderurgica (a Paz del Río, nel dipartimento di Boyacá), quella chimica (a Betania e Zipaquirá) e quella del cemento, che nel 1947 ebbe una produzione di 345.600 tonn. e nel 1957 di 1.211.000 tonnellate.
Comunicazioni. - La sezione colombiana della gran Carretera Panamericana è stata completata. La rete stradale nel 1956 aveva uno sviluppo di 28.246 km, dei quali 13.898 di strade nazionali. Alla stessa data le ferrovie si estendevano per 3028 km e la marina mercantile contava 28 navi con una stazza complessiva di 56.316 tonnellate.
Commercio. - Nel quinquennio 1953-57 le importazioni hanno avuto annualmente, in media, un valore di 1728,8 milioni di pesos, e le esportazioni di 1599,8 milioni di pesos (esclusi i metalli preziosi). Il caffè costituisce l'80% del valore delle esportazioni, il petrolio circa il 12% e le banane il 5%. Oltre il 60% delle importazioni e il 70% delle esportazioni è assorbito dagli S.U.A.
Finanze. - L'elevato grado di dipendenza delle disponibilità valutarie del paese e, invero, dell'intera economia colombiana, da un'unica produzione, quella del caffè, ha condizionato decisamente le possibilità di sviluppo economico del paese. Gli sforzi fatti dal governo per diversificare le strutture produttive e del commercio estero non hanno sortito gli effetti sperati e i provvedimenti presi per potenziare le attività agricole, favorire quelle industriali e limitare le importazioni sono troppo recenti per poterne apprezzare compiutamente gli effetti.
Le pressioni inflazionistiche che hanno interessato l'economia colombiana hanno avuto origine, fra gli altri fattori, dalle serie di deficit statali in conseguenza di una spesa che si è triplicata dal 1950 al 1955 e che, dopo la parentesi del 1956, ha continuato a salire. Gran parte delle maggiori spese sono state finanziate con mezzi attinti alle banche, contribuendo così ad espandere l'offerta monetaria in concorrenza con i maggiori fabbisogni da parte dei settori privati.
Alla fine del 1957 sono stati presi diversi provvedimenti per contrastare l'inflazione. Oltre all'aumento delle riserve obbligatorie delle banche e alla riduzione dei plafonds di risconto da parte della banca centrale (Banco de la Republica), sono stati bloccati per un periodo di 60 giorni dopo l'entrata delle merci i depositi costituiti a fronte d'importazioni. Il cosidetto Vallejo Plan è stato proposto come un mezzo per impedire che le restrizioni alle importazioni abbiano riflessi negativi sulla produzione industriale. In breve, il piano prevede che alle imprese sia consentito di importare materie prime in esenzione doganale finché il prodotto finito venga esportato.
Nell'ottobre del 1957, la Colombia ha aderito all'accordo firmato in Messico per la stabilizzazione del prezzo del caffè insieme agli altri paesi produttori dell'America Centrale e al Brasile. Tale risultato dovrebbe essere ottenuto in definitiva tenendo un congruo quantitativo del prodotto al di fuori del mercato; la formazione di scorte dovrebbe essere finanziata con la differenza di prezzo fra i dollari pagati agli esportatori al cambio fisso ufficiale diminuito delle imposte a loro carico, e il ricavo in dollari negoziati all'asta per il finanziamento di importazioni. A partire dal 13 maggio 1960 un nuovo cambio fisso, pari a 6,50 pesos per 1 $ S. U. A. meno una tassa del 15%, si applica alle principali esportazioni. Il valore di parità del peso dichiarato nel 1948 al Fondo Monetario Internazionale (1,95 pesos = 1 $) implica un contenuto aureo di 0,456 g di fino. Sul mercato libero il cambio attuale si aggira attorno a 7 pesos.
Storia. - La breve ma sanguinosa rivolta di Bogotá (nota come bogotazo) scoppiata nell'aprile del 1948, mentre era riunita la IX conferenza interamericana, non fu altro che un episodio della secolare lotta fra i due principali partiti, liberale e conservatore, quest'ultimo allora al potere. Ma le elezioni del 1949, che dovevano indicare il sostituto di M. Ospina Pérez, portarono alla presidenza (7 agosto 1950) un altro conservatore, L. Gómez Castro, che non convocò più il parlamento, governò mediante decreti, impose la censura sulla stampa e stroncò l'opposizione. Nello stesso anno la C., unica fra i paesi latino-americani, partecipò al conflitto coreano inviando truppe a combattere sotto la bandiera delle N. U. La situazione colombiana non migliorò quando Gómez Castro cedette provvisoriamente il potere a Roberto Urdaneta Arbeláez, il quale tentò di far approvare una nuova costituzione fondata sull'accentramento dei poteri nelle mani del presidente, rafforzamento dell'esecutivo, un senato corporativo, assunzione del cattolicesimo a religione ufficiale dello Stato. I liberali, assecondati questa volta dai conservatori moderati e dall'esercito, costrinsero Gómez Castro, che aveva riassunto la presidenza, a lasciare il potere (13 giugno 1953). Una giunta militare, presieduta dal generale Gustavo Rojas Pinilla, prese le redini del governo adottando però sistemi dittatoriali; lo stesso generale Rojas Pinilla si fece poi eleggere presidente della Repubblica dall'Assemblea costituente (3 agosto 1954) e prese a governare con metodi sempre più dispotici. Tale stato di cose portò ad un'alleanza fra i conservatori ed i liberali, sanzionata da una dichiarazione firmata a Benidorm (Spagna) dall'ex presidente liberale Alberto Lleras Camargo e dal deposto Gómez Castro (24 luglio 1956). Nel frattempo gli avvenimenti interni del paese si svolgevano in un clima di guerra civile. La situazione precipitò quando, avendo l'Assemblea costituente rinnovato (8 maggio 1957) il mandato presidenziale al generale Rojas Pinilla, le manifestazioni di piazza, dei militari e del clero con alla testa il cardinale primate Crisanto Luque, costrinsero il dittatore a rassegnare le dimissioni. Il controllo del paese fu assunto da una giunta militare presieduta dal generale Gabriel Paris, il quale decise subito le libere elezioni, l'esclusione dei militari dalla politica ed il ripristino della libertà di stampa. I due grandi partiti tradizionali decisero di rafforzare la loro collaborazione: Lleras Camargo e Gómez Castro firmarono a Stiges, in Spagna, un patto (20 luglio 1957) mediante il quale essi s'impegnarono a governare il paese in comune, per 12 anni, alternando i presidenti e mantenendo la parità nei due rami del parlamento. Tale patto venne ratificato da un plebiscito (nel quale le donne votarono per la prima volta) il 1° dicembre successivo, divenendo un emendamento costituzionale. Il 4 maggio 1958 ebbero luogo le elezioni presidenziali che diedero la vittoria al candidato liberale Alberto Lleras Camargo, il quale volle iniziare il suo mandato abolendo lo stato d'assedio che vigeva nel paese dal 1949.
Bibl.: W. Staub, Kolumbien, Venezuela, Trinidad, 2ª ed., Berna 1950; H. Wilhelmy, Die Pazifische Küstenebene Kolumbiens, in Deutscher Geographentag, Essen 1953; id., Die Weidewirtschaft im heissen Tiefland Nordkolumbiens, in Geogr. Rundschau, 1954, pp. 41-54; A. Cunningham, Exploration in the Northernmost Andes, in Geogr. Journal, 1957, pp. 344-355; J. Labasse, La vie de relation en Colombie, in Ann. de Géogr., 1957, pp. 519-548. Sugli avvenimenti politici, v.: W. O. Galbraith, Colombia, Londra 1953; V. L. Fluharty, Dance of the milions: military rule and the social revolution in Colombia, 1930-1956, Pittsburg 1957.