COLOMBIA.
– Demografia e geografia economica. Condizioni economiche. Storia. Architettura
Demografia e geografia economica di Anna Bordoni. – Stato situato nell’estremità nord-occidentale dell’America Meridionale. La C. (48.929.706 ab., secondo una stima UNDESA, United Nations Department of Economic and Social Affairs, del 2014), per decenni interessata da elevati tassi di crescita, attraversa una fase di transizione demografica, come risulta dal costante declino dei valori di accrescimento della popolazione (1% nel 2014). La contrazione del tasso di fecondità, che negli anni Sessanta del secolo scorso era di 6 figli per donna e oggi è di 2,3 figli, è il risultato dell’alfabetizzazione sempre più diffusa, dei servizi di pianificazione familiare e dell’urbanizzazione. Sotto il profilo sociale, la C. è caratterizzata da un forte divario tra redditi e da una concentrazione delle ricchezze, mentre oltre un terzo dei colombiani vive al di sotto della soglia di povertà. Inoltre diverse zone rurali e alcuni dipartimenti periferici sono ancora coinvolti in episodi di guerra civile, che, iniziata ormai da decenni, non può ancora considerarsi finita. Occorre ricordare le cifre di questa guerra dimenticata: 200.000 morti, 30.000 scomparsi, 5 milioni di persone costrette a spostamenti forzati e un numero imprecisato di colombiani spinti a cercare rifugio in altri Paesi.
Condizioni economiche. – Negli ultimi anni la C., che si avvia a diventare la seconda economia dell’America Meridionale, ha presentato buoni indicatori e una crescita positiva (+6,6% nel 2011, +4,2% nel 2012, +4% nel 2103, +4,8% nel 2014). La disoccupazione, anche se elevata (9,3% nel 2014), mostra segnali di arretramento, mentre l’inflazione è sotto controllo con una variazione annuale pari a +2%. Inoltre il governo ha promosso programmi per rilanciare l’economia e ha effettuato una riforma fiscale che gli consente margini di manovra leggermente superiori. Gli investimenti stranieri sono in aumento, in quanto il Paese è ormai considerato un buon mercato emergente, e crescono pure accordi di libero scambio con numerosi Stati. Ma accanto a queste note positive, continuano a essere presenti fattori negativi, che frenano un ulteriore sviluppo del Paese, quali la dimensione pervasiva dell’economia illegale, legata per lo più al narcotraffico, e – come già detto – le fasce ancora estese di marginalità sociale.
Per quanto riguarda lo sfruttamento delle risorse minerarie, svolge un ruolo chiave il petrolio: la compagnia petrolifera di Stato è stata parzialmente privatizzata e questo ha contribuito ad attrarre ingenti capitali esteri e ad accrescere la produzione (52,9 milioni di t nel 2013). La C. ha ottenuto notevoli successi anche nella produzione di carbone (85,5 milioni di t), di cui esistono enormi riserve (seconde in America del Sud soltanto a quelle del Brasile); nell’ultimo decennio la quantità estratta è raddoppiata e l’esportazione di carbone, un bene il cui consumo interno è minimo, produce circa un quarto delle entrate che il Paese ricava dagli scambi con l’estero.
Storia di Ilenia Rossini. – Sul finire del primo decennio del 21° sec., la stabilità del sistema politico colombiano era assicurata dalla presidenza del conservatore Álvaro Uribe, eletto per la prima volta nel 2002, e riconfermato alle elezioni del 2006 con il 62% delle preferenze. Il maggior problema della C. continuava però a essere l’intreccio tra la guerriglia marxista – condotta principalmente dalle FARC (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia) e dall’ELN (Ejército de Liberación Nacional) –, il narcotraffico e le formazioni paramilitari di estrema destra che, dopo gli accordi del 2005 che ne prevedevano la smobilitazione, si erano convertiti in gruppi criminali. Questo intreccio coinvolgeva anche gli Stati Uniti, alleati del governo nella lotta contro il narcotraffico, e i Paesi confinanti Venezuela ed Ecuador, per la frequente penetrazione delle FARC nei loro confini e per i loro rapporti ambigui con la guerriglia, ma anche perché essi temevano di essere i reali obiettivi degli aiuti statunitensi alla C., soprattutto dopo la concessione agli Stati Uniti, nel 2009, dell’uso di sette basi militari.
Diversamente dalla politica di accordi con i paramilitari, Uribe rifiutò l’ipotesi di una soluzione politica con la guerriglia, concentrandosi, piuttosto, su una decisa azione militare, aiutato dagli Stati Uniti. I successi in questo campo – tra cui, nel luglio 2008, la liberazione della politica Ingrid Betancourt, ostaggio delle FARC dal 2002 – accrebbero la sua popolarità, non scalfita neanche dagli scandali che coinvolsero il suo governo: nel 2007 si scoprì il coinvolgimento di decine di eletti al Congresso nelle attività dei paramilitari (scandalo della ‘parapolitica’), mentre nel 2008 vennero alla luce le uccisioni di oltre 500 civili compiute dall’esercito nei mesi precedenti e attribuite alle FARC per screditarle (scandalo dei ‘falsi positivi’).
Negata dalla Corte costituzionale la possibilità di una terza candidatura di Uribe, alle elezioni del 2010 il suo Partido social de unidad nacional (noto come Partido de la U) candidò l’ex ministro della Difesa Juan Manuel Santos, che al ballottaggio sconfisse, con il 69% delle preferenze, Antanas Mockus, del Partido verde. Santos unì alla lotta contro i guerriglieri il rispetto della legalità, pur continuando le operazioni militari contro di esse, che portarono all’uccisione del capo delle FARC Alfonso Cano (nov. 2011).
Nel settembre 2012, Santos annunciò l’inizio di un nuovo processo di pace con le FARC. I negoziati si svolsero all’Avana, con il Venezuela come osservatore super partes, ma procedettero molto lentamente e furono accompagnati da continui attentati e uccisioni da entrambe le parti. Dopo l’intesa sulla riforma agraria (maggio 2013), furono raggiunti anche un accordo preliminare sulla trasformazione delle FARC in un partito politico (nov. 2013) e uno sul narcotraffico (maggio 2014).
Nonostante le sanguinose proteste, nell’estate del 2013, di migliaia di contadini, minatori, camionisti e lavoratori pubblici contro le politiche liberoscambiste del governo, che penalizzavano i produttori del Paese sottoposti alla concorrenza dei Paesi esteri, alle elezioni presidenziali del 2014 Santos ottenne al ballottaggio il 51% dei consensi e fu rieletto.
Sul piano della politica estera, dopo la rottura del 2007, quando il presidente venezuelano Hugo Chávez fu escluso dal ruolo di mediatore con le FARC, i rapporti con il Venezuela ebbero una nuova crisi nel luglio 2010, quando Uribe lo accusò di proteggere e ospitare i guerriglieri. Santos, invece, decise di alleggerire le tensioni con i Paesi vicini: normalizzò, quindi, i rapporti con il Venezuela e riprese quelli con l’Ecuador, interrotti dal 2008, quando l’esercito colombiano aveva bombardato un accampamento delle FARC in territorio ecuadoriano. Nell’aprile 2011, inoltre, C., Cile, Messico e Perù costituirono l’Alleanza del Pacifico, che promuoveva una maggiore integrazione in materia di libera circolazione di beni, servizi, capitali e persone e proiettava i Paesi firmatari verso la zona dell’Asia-Pacifico.
Architettura di Francesca Romana Moretti. – Il patrimonio architettonico colombiano include, oltre a significative espressioni del colonialismo spagnolo, influenze indigene, europee, indiane, africane, modelli inglesi e francesi dell’epoca dell’indipendenza, ma anche un’interessante sperimentazione architettonica moderna e contemporanea; un’articolata stratificazione, dunque, che riflette la complessa storia sociale e politica del Paese. Un atteggiamento di rottura con il passato, in risposta alla crescente necessità di profondi cambiamenti culturali, ha fatto sì che l’architettura contemporanea rifletta diversità e vitalità, alla ricerca di forme che testimonino il processo di rinascita in atto. La C. ha così molto investito sull’architettura e sulla sostenibilità urbana. Di qui i numerosi, riusciti progetti per rinnovare i trasporti pubblici al fine di scoraggiare l’uso dei mezzi privati. Di qui anche, per es., l’istituzione di uno straordinario numero di nuove scuole – 56, di cui 43 private – accreditate dal ministero dell’Educazione, cinque fra le quali si sono guadagnate il prestigioso riconoscimento da parte del RIBA (Royal Institute of British Architects).
Sono stati soprattutto gruppi di giovani architetti emergenti a dare un nuovo assetto alle città, tra le quali spiccano Bogotá e Medellín. Nel panorama architettonico di Medellín i progetti dei parchi biblioteca – centri culturali e sociali, nati dalla combinazione di biblioteche e aree aperte di uso pubblico, con funzione di centri di accoglienza per una società sempre più alla ricerca di sicurezza e protezione – hanno avuto il maggior impatto sociale. Il progetto pilotato dalla EDU (Empresa de Desarrollo Urbano) ha visto la realizzazione a Medellín dei seguenti edifici: la Biblioteca de empresas públicas di Felipe Uribe de Bedout (2005), la Biblioteca San Javier di Javier Vera (2006), la Biblioteca León de Greiff di Giancarlo Mazzanti (2007), il Parque biblioteca Tomás Carrasquilla di Ricardo La Rotta Caballero (2007), il Parque biblioteca Belén di Hiroshi Naito (2008), il Parque biblioteca Fernando Botero di G Ateliers Architecture (2009). A Santo Domingo è stata realizzata la Biblioteca España, opera di Mazzanti (2007). Dato il successo dell’operazione, il progetto dei parchi biblioteca per Medellín ha avuto una seconda fase che, dal 2008, ha visto ancora la realizzazione delle seguenti strutture: Parque biblioteca Manuel Mejfa Vallejo de Guayabal (2011), Parque Biblioteca Doce de Octubre (2013), Parque biblioteca Tomás Carrasquilla La Quintana (2013), Parque biblioteca Josè Horacio Betancur a San Antonio de Prado (2014).
Tra i recenti progetti, tutti a Medellín, spiccano ancora: il complesso residenziale Punta de Piedra di Ana Elvira Vélez e Juan Bernardo Echeverri (2006); il giardino botanico Orquideorama di Plan B Architects (2006); il Café del Bosque di Lorenzo Castro e Vélez (2007); il Colegio La Independencia di Felipe Uribe de Bedout (2008); il Coliseo de Medellín di Felipe Mesa e Mazzanti (2010); il Complejo acuático di Edgar Mazo, Sebastian Mejia e Luis Callejas (2010). Nella capitale Bogotá vanno infine ricordati: l’edificio Julio Mario Santodomingo, opera del Taller de Arquitectura de Bogotá (2007); il Campus El Nogal della Colombian University of Architecture dello stesso Taller de Arquitectura de Bogotá e Daniel Bonilla Arquitectos (2011); il Bogotá International Convention Center dello studio canadese Saucier+Perrotte Architects (2011).