COLONIE ESTIVE
. La pratica d'inviare nel periodo estivo gruppi di fanciulli alle cure climatiche montane o marine ha dato origine alle cosiddette colonie temporanee estive.
Queste sorsero in Italia nel 1822 quando l'ospedale di Lucca cominciò a inviare a proprie spese alcuni gruppi di trovatelli in cattive condizioni di salute sulla spiaggia di Viareggio. Un potente incremento a tali istituzioni, ma con finalità alquanto diverse, fu dato dall'apostolato iniziato da Giuseppe Barellai nel 1853 e proseguito per oltre un trentennio, per trarre fuori dalle corsie degli ospedali comuni i fanciulli malati di tubercolosi delle ossa, delle articolazioni, del tessuto linfatico e portarli alla cura del sole e del clima marino. Il movimento condusse alla costituzione, specialmente nella Toscana, nell'Emilia, nella Romagna, di oltre 50 ospizî marini, costruiti e funzionanti esclusivamente con contributi volontarî dei cittadini. Alcuni di questi istituti rimasero a dipendenza di comuni o di amministrazioni provinciali. La massima parte furono inquadrati secondo la legge delle opere pie e presero la figura di enti autonomi. I contributi volontarî non sempre raggiunsero le proporzioni necessarie a conservarli in funzione per tutto l'anno. Pertanto non di rado essi limitarono la loro opera ai mesi estivi e accolsero non solamente fanciulli con tubercolosi ossea o articolare, ma anche fanciulli con semplici gracilità, venendo in tal modo a perdere il carattere di sezione ospedaliera e ad assumere piuttosto quello di colonia temporanea. La propaganda, iniziata in Svizzera dal pastore Bion nel 1876 per irrobustire fanciulli gracili mediante la dimora nei boschi, contribuì a far sviluppare anche in Italia colonie montane sulle Prealpi e a facilitare questa specie di confusione nelle funzioni e nella nomenclatura.
Un nuovo e potentissimo incremento al movimento si ebbe durante la guerra europea per l'azione dell'assistenza civile della Direzione generale della sanità pubblica e della Croce rossa italiana allo scopo di sovvenire le più gravi sofferenze cui andavano incontro i figli dei combattenti. Il movimento continuò negli anni del dopoguerra, e secondo un censimento fatto nel 1923-24 annualmente venivano ricoverati circa 100.000 fanciulli con una spesa di 25 milioni di lire. Lo stesso censimento rilevava la necessità che tutte queste istituzioni fossero assoggettate a una radicale revisione, separando quelle aventi lo scopo specifico della prevenzione e della cura della tubercolosi da quelle che si prefiggevano solamente l'assistenza di fanciulli gracili. Tale revisione è stata iniziata ed è in corso di completamento; essa consente di escludere dalle colonie temporanee alcune istituzioni che talora sono state comprese con esse oppure, in ragione della denominazione comunemente adoperata, potrebbero confondersi ancora. Sono queste: i preventorî per fanciulli che abbiano convissuto con tubercolotici; le stazioni elioterapiche per il ricovero durante il giorno e la cura mediante il sole e limitati interventi chirurgici di lesioni tubercolari non gravi delle ossa, delle articolazioni, del tessuto linfatico; gli ospizî marini e montani per il ricovero a tutto soggiorno dei medesimi infermi del gruppo precedente; le colonie estive per tubercolotici.
La funzione delle colonie temporanee resta circoscritta al ricovero durante il periodo estivo dei fanciulli che presentano uno stato di gracilità generica, le cui cause talora sono prossime e identificabili dal medico, mentre altre volte risalgono a periodi più lontani della loro esistenza e talora anche a condizioni di salute difettose nei loro genitori. Poiché le complessioni troppo gracili si pongono in evidenza specialmente nel periodo dal 5° all'8° anno. A questa massa di fanciulli di questa età rivolgono prevalentemente le loro cure le colonie temporanee. Solo un piccolo numero di esse accoglie bimbi inferiori ai sei anni, la cui assistenza risulta più complicata e difficile; la maggior parte i fanciulli di 6 a 10 o 12 anni con difetti di crescenza o convalescenti di gravi malattie. Un secondo e più grave momento di squilibrio organico si ha dopo il 12° anno, al momento del grande allungamento che precede la pubertà. Un'assistenza speciale portata sugli adolescenti in questo periodo rappresenta la miglior difesa contro la tubercolosi. Tuttavia le colonie per adolescenti sono in scarso numero riguardo al bisogno, data la difficoltà di organizzare la vita per i giovanetti.
Le colonie temporanee si distinguono secondo la sede in colonie di spiaggia (marine, lacuali, fluviali); montane; di campagna. Con la sede muta l'azione del rispettivo clima: bisogna distinguere, per molte spiagge italiane, il clima marino estivo da quello del resto dell'anno, che presenta caratteri assai differenti e molto spesso esercita azioni addirittura opposte. La temperatura, l'umidità, la direzione dei venti, lo stato elettrico dell'atmosfera, la ricchezza sia di ozono sia di iodio sia di pulviscolo, la qualità di radiazioni luminose e oscure, la costanza o variabilità di tali caratteri sono le condizioni che qualificano il clima, e vanno integrate dall'esperienza del medico, il quale ha provato l'azione favorevole esercitata da determinate località su alcuni disturbi.
Le colonie temporanee estive sono state sviluppate nel 1928 per l'interessamento dell'Opera nazionale per la maternità e l'infanzia; poi ne venne assunta la direzione dal Partito nazionale fascista, che ha raggruppato intorno a sé le istituzioni precedenti ed è riuscito a portare nel biennio 1929-1930 il numero dei fanciulli ricoverati da 100.000 a 250.000. Fra questi una parte sono rappresentati da fanciulli poveri e sofferenti nati da famiglie italiane, viventi all'estero per ragioni di lavoro. Sono da aggiungere gli attendamenti estivi, organizzati dall'Opera nazionale Balilla per fanciulli e adolescenti sani. Tutte queste istituzioni sono sotto la vigilanza dell'autorità sanitaria del regno, che ne regola e controlla il funzionamento. (V. tav. CLXIV).