COLORNO (A. T., 24-25-26)
Graziosa cittadina posta sulle due rive del torrente Parma, nel punto dove mette foce il torrente Lorno (Colorno deriva da Caput Lurni), nella parte bassa della provincia di Parma, a 29 m. s. m., con 3977 abitanti. Ha parecchie istituzioni di beneficenza, una regia scuola complementare, una biblioteca. Il suo comune, tutto pianura (48,67 kmq.), è attraversato dal torrente Parma. Conta 7843 ab., in gran parte (6311) raccolti nel capoluogo e in altri 6 agglomerati: appena 1532 vivono in case sparse. È comune agricolo, fertile e ben coltivato, e vi prosperano anche industrie derivate dall'agricoltura.
Monumenti. - L' imponente palazzo ducale di Colorno, deserto e spogliato delle sue statue, dei suoi arazzi, oggi adibito in parte a manicomio, aveva formato la delizia dei Borboni di Parma i quali affidarono all'architetto francese E. Petitot le trasformazioni interne. Il Petitot decorò il grandioso salone con l'aiuto dello scultore francese Boudard e dello stuccatore parmense Bossi, costruì la chiesa di S. Liborio risplendente di armonia classica e di grazia settecentesca, dove tutto è del più mirabile gusto artistico, riflesso dell'arte francese del rococò. Il suo meraviglioso parco, cantato dal Frugoni, era abbellito sul tipo di quello di Versailles, da statue, dalla fontana del Trianon e da un teatrino su disegni del Bibiena.
Storia. - I primi signori di Colorno furono i vescovi di Parma. Come il comune di Parma successe ai vescovi nel dominio della località (sec. XIII), si diede subito a fortificarla, essendo essa punto strategico di grande importanza come difesa avanzata contro l'Oltrepò. Sorse così la famosa rocca, che, attraverso varie trasformazioni e memorabili vicende, finì per acquistare grande fama. Fu sotto la signoria dei Correggeschi e poi dei Terzi, finché, verso la metà del sec. XV, passò a Roberto Sanseverino, conte di Caiazzo, capostipite degli ultimi feudatarî del luogo. Il 29 maggio 1611, sulla piazza di Parma, lasciò la testa sul patibolo la contessa Barbara Sanseverino, implicata nella congiura ordita da alcuni feudatarî contro Ranuccio I Farnese. Da allora Colorno fu destinata a villeggiatura della famiglia regnante di Parma.
Bibl.: I. Affaò, Memorie storiche di Colorno, Parma 1800, edite da A. Tarchioni, che vi appose alcune aggiunte del Bramieri; I. Molossi, Vocabolario topografico dei ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, Parma 1832-1834; E. Monti, Uno spiraglio d'arte francese in Italia, in Bollettino d'arte, 1924; sul parco ducale di Colorno cfr. M. Leoni, Il giardino di Colorno e i boschi ducali descritti, Parma 1846.