COLOTE (Κωλώτης)
Si conoscono tre artisti greci di tal nome.
1. Scultore da Eraclea nell'Elide, scolaro e collaboratore di Fidia nel lavoro d'Olimpia, specializzato nella tecnica criselefantina, alla quale appartengono le tre opere di lui ricordate dagli scrittori. La statua d'Atena in Elide, con un gallo sull'elmo e con pitture di Paneno (v.) all'interno dello scudo, è attribuita a C. da Plinio (Nat. Hist., XXXV, 54), mentre Pausania (VI, 26), dice che si credeva di Fidia; a Cillene C. fece il simulacro d'Asclepio, che Strabone (VIII, 334) chiama eburneo, ma che certamente aveva parti auree, e in Olimpia la mensa che portava le corone dei vincitori delle gare panelleniche, con figure in rilievo elencate da Pausania (V, 20). Inoltre, Plinio (34,87) accenna genericamente a statue in bronzo di "filosofi". L'artista dovette lavorare dopo il 450 a. C.: il punto cronologico da discutere è la data del colosso di Zeus, finora incerta. Le sue opere facilmente si confondevano, e si confondono forse tuttora, con altre della scuola fidiaca: attribuzioni, tentate da studiosi moderni, rimangono semplici probabilità.
2. Scultore da Paro e allievo di un Pasitele (v.), noto soltanto per il testo di Pausania che lo dà come autore della mensa olimpica criselefantina: si ritiene che Pausania abbia confuso il primo C. con l'altro. Essendo discussa l'identità del maestro, è difficile determinare l'epoca dello scolaro.
3. Pittore da Teo: lavorò nel sec. IV a. C. perché Quintiliano (Instit. orat., II, 13, 12) lo ricorda come un concorrente superato da Timante (v.) nel quadro del sacrificio d'Ifigenia. Tavole di lui sono menzionate in epigrafi di Delo.
Bibl.: Bieber, in Thieme-Becker, Künstl.-Lex. XXI, p. 252 seg.