COLPO DI STATO (fr. e ingl. coup d'état; sp. golpe de estado; ted. Stadtsstreich)
Si intende generalmente con questa espressione un fatto contro la legge e al di fuori della legge, volto a modificare il vigente ordinamento dei pubblici poteri. In senso più ristretto si vuole che questa violenta trasformazione sia operata da uno degli stessi organi costituzionali, cioè, in pratica, nelle costituzioni a tipo inglese, da uno degli organi esecutivi, il re o il suo gabinetto, poiché negli altri organi manca quel continuo e diretto esercizio di un potere per sua natura imperfettamente limitabile e sindacabile qual è il potere di governo, base necessaria per l'attuazione di un atto di forza. In senso più ampio s'intende per colpo di stato ogni violenta modificazione dell'ordinamento costituzionale vigente, anche se questa non sia dovuta a uno degli organi esecutivi.
Anche in questa sua più lata accezione, il concetto di colpo di stato non coincide con quello di rivoluzione. Il colpo di stato contiene sempre in sé un elemento di rivoluzione: cioè un brusco mutamento dell'ordine esistente. Ma per rivoluzione, in senso stretto, s'intende un mutamento prodotto da un moto popolare. D'altra parte rivoluzioni anche grandiose possono avvenire senza che si verifichi questa soluzione di continuità nella vita giuridica: si prenda ad esempio la rivoluzione dell'ottobre 1922 in Italia, che, sebbene iniziata con un atto insurrezionale, si svolse poi interamente per vie legali. Un vero colpo di stato fu invece quello compiuto nel regno iugoslavo, il 6 gennaio 1929, da re Alessandro, che sospese la costituzione, ritornando provvisoriamente al sistema della monarchia assoluta. La storia di tutti i popoli e di tutti i tempi è ricca di colpi di stato: particolarmente famosi sono i colpi di stato del 18 brumaio (1799), col quale Napoleone Bonaparte s'impadronì del potere, e quello di Napoleone III del 2 dicembre 1851.