COLTELLERIA (fr. coutellerie; sp. cuchillería; ted. Messerwaren; ingl. cutlery)
È l'insieme degli strumenti da taglio, costituito dai coltelli, dai rasoi, dalle forbici e tosatrici e da alcuni strumenti chirurgici. Il termine è anche usato a significare l'arte o l'industria della fabbricazione di detti strumenti.
Nella coltelleria sono compresi prodotti di svariato uso, come coltelleria da cucina e da tavola, coltelli da tasca o per agricoltura, forbici di uso domestico o industriale, strumenti chirurgici, ecc., nonché prodotti di diversa qualità. L'elemento principale sul quale si basa questa ultima distinzione è il tipo di acciaio di cui la lama è formata. Le qualità più correnti di coltelli sono fabbricate con acciaio di media durezza e con moderato tenore di carbonio (v. acciaio). Questo acciaio ha la composizione media seguente: carbonio da 0,4% a 0,6%; manganese da 0,6% a 0,8%; silicio 0,35%; fosforo e solfo 0,05%. È materiale di facile lavorazione che si tempera in acqua a 850°. Con rinvenimento a 400°, la fragilità ne risulta molto limitata, ma nello stesso tempo si riducono di molto le caratteristiche di flessibilità. Avendo struttura a grana non molto fine, questo acciaio non conserva molto a lungo il taglio.
Per i tipi di coltelleria che devono avere elevate caratteristiche di taglio e flessibilità, come gli strumenti chirurgici, i rasoi, la coltelleria fine da tavola e da cucina, è usato acciaio di maggiore durezza, che, avendo struttura e grana più fine del precedente, conserva maggiormente l'affilatura. Si impiegano per lo più a tale scopo acciai perlitici, aventi contenuto di carbonio da 0,6% a 1,20%, con basso tenore di manganese (0,30% circa). La lavorazione e i trattamenti di questi acciai sono più difficili dei precedenti, e il costo n'è più alto.
Ma il tipo di materiale che si va sempre più preferendo nella lavorazione è l'acciaio inossidabile (ingl. stain less), che fu scoperto nel 1912-13. L'elevato contenuto di cromo (dal 13% al 15%) rende questo acciaio particolarmente resistente agli agenti di alterazione e permette di conferirgli anche una lucentezza non raggiungibile con gli ordinarî acciai al cromo. L'acciaio inossidabile ha struttura a grana molto fine, conserva a lungo l'affilatura e, se convenientemente trattato nella lavorazione, ha ottima elasticità. Esso richiede però specìali e difficili cure nelle fasi di fabbricazione delle lame, e ha un costo notevolmente più elevato rispetto ai tipi di acciaio al carbonio (5 o 6 volte), sicché la coltelleria fabbricata con esso va considerata ancora un articolo di lusso. Si prevede però che per le sue qualità questo acciaio è destinato a sostituire completamente gli altri.
Fabbricazione. - Coltelli. - Per la fabbricazione dei coltelli si comincia col ricavare la lama, tranciando l'acciaio nella lunghezza richiesta dal tipo di coltello che si vuole ottenere. Per quasi tutti i tipi si utilizza acciaio in barre, generalmente a sezione rettangolare, e solo per i coltelli da caccia si utilizza acciaio in lamiere. I pezzi ottenuti si scaldano a calor rosso, quindi si riducono alla forma più vicina a quella definitiva (stampaggio) per mezzo di stampi di acciaio durissimo, battuti e compressi da magli o da presse. La cosiddetta conicità, cioè l'assottigliamento della lama dal lato che dovrà divenire tagliente, in alcuni casi è ottenuta durante l'operazione di stampaggio, in altri casi, invece, dopo, sottoponendo la lama a stiratura e allargatura, sempre a caldo, mediante battitura sotto magli rapidissimi a balestra di legno, operazione questa che conferisce alla lama maggiore elasticità. In alcune fabbriche, specialmente degli Stati Uniti di America, la conicità viene ottenuta per mezzo di rulli che esercitano una specie di laminazione a caldo. Nel caso delle lame di acciaio inossidabile, a ogni fase delle operazioni di fucinatura e stampaggio, viene praticata una speciale ricottura seguita da lentissimo raffreddamento al riparo dell'aria.
Dopo lo stampaggio, la lama è sottoposta a una successiva tranciatura per darle la forma definitiva, e ad altre operazioni meccaniche di finitura, come la foratura, l'incisione di marche e dell'unghia (cioè dell'intaccatura sul dorso per l'apertura del coltello), ecc. Si dà poi luogo al trattamento termico, cioè alla tempera e al rinvenimento, operazioni fra le più importanti e delicate dell'intera fabbricazione, da cui dipende la buona riuscita della lama.
Dopo temperata e rinvenuta, la lama subisce una raddrizzatura. quindi viene sottoposta all'arrotatura con mole a smeriglio di grana adatta o anche con mole di pietra arenaria naturale. Oggi l'arrotatura è compiuta in modo quasi automatico. Nell'arrotatura viene sempre evitato ogni surriscaldamento o bruciatura che comprometterebbe la tempera e, nell'acciaio inossidabile, anche il pregio dell'inalterabilità. Le lame vengono in seguito smerigliate con ruote di legno e cuoio spalmate di abrasivo di grana adatta e quindi brunite con procedimento analogo, ma usando impasto abrasivo più fine, a base di "spoltigli" e olio vegetale. Nella coltelleria più fine la pulitura è portata a un grado di finezza tale da far scomparire ogni traccia di striatura (sistema a "specchio").
Segue quindi la lavorazione del manico. Per i coltelli da tavola che hanno il manico d'acciaio in un pezzo solo con la lama, la lavorazione del manico s'inizia dopo il rinvenimento della lama. Essa comprende il decappaggio o disossidazione con acido, e la pressatura e lucidatura mediante un lento rotolamento entro cilindri rotanti (barilatura). Si passa poi all'ulteriore lavorazione della lama fino alla smerigliatura, e quindi alla finitura del manico mediante la brunitura o nichelatura. In ultimo la lama subisce, come in tutti gli altri coltelli, l'affilatura, cioè la rettifica del filo tagliente. Per i coltelli da tavola con manico applicato, si richiede la preparazione separata del manico con sostanze diverse, come corno, avorio, celluloide, legno duro, argento e simili e l'applicazione del manico stesso con opportuni mastici o con accorgimenti speciali. Per i coltelli da tasca la preparazione del manico è più complessa, constando questo in genere d'uno scheletro, formato da due piastrine laterali di sostegno in metallo e da molle d'acciaio temperato applicate nel dorso, il tutto serrato insieme alla lama con opportune chiodature. I rivestimenti laterali esterni o cartelle, di materiali diversi, sono applicati in seguito e concorrono con la loro apparenza a determinare il valore del coltello. La coltelleria d'acciaio inossidabile subisce in ultimo un collaudo della sua inalterabilità, mediante immersione in opportuni reagenti chimici.
Forbici. - La lavorazione delle forbici è analoga a quella delle lame dei coltelli, comprendendo anch'essa generalmente la tranciatura, la stampatura, l'arrotatura, la foratura, la tempera, il rinvenimento, il montaggio, la nichelatura, l'affilatura e la finitura. Una particolare cura è richiesta nelle operazioni di arrotatura e montaggio per ottenere grande esattezza nell'inclinazione delle superficie, dipendendo da questo particolare la buona qualità del taglio.
Rasoi. - La fabbricazione dei rasoi a mano presenta anch'essa molta analogia con quella dei coltelli. In Italia però non viene quasi affatto praticata. Le lame dei rasoi di sicurezza sono ottenute in alcuni casi mediante semplice affilatura automatica delle piastrine fornite già tranciate e temperate; in altri casi, invece, con la lavorazione del nastro di acciaio non temperato, che deve essere sottoposto al trattamento termico e alle diverse operazioni meccaniche di finitura per mezzo di macchine automatiche di precisione.
Produzione. - La fabbricazione delle coltellerie è molto diffusa in Germania, negli Stati Uniti d'America, in Inghilterra, in Francia. In Germania, la fabbricazione più importante e famosa è quella di Solingen, il cui distretto fornisce l'80% della complessiva produzione dello stato. Le fabbriche vi sono attrezzate con i più moderni mezzi meccanici, ciò che, insieme col basso costo della materia prima e col grande mercato di smercio, costituisce una posizione di privilegio all'industria. L'esportazione ha raggiunto in questi ultimi anni il 75% circa della produzione. Negli Stati Uniti, l'industria è localizzata più specialmente nel New England: è ordinata su basi completamente meccaniche e di standardizzazione. Importantissima vi è la fabbricazione delle lame di rasoi di sicurezza, che alimenta anche una notevole esportazione. In Inghilterra, le antichissime fabbriche di Sheffield costituiscono tuttora il centro di produzione della più pregiata coltelleria. La fabbricazione però è condotta in qualche caso ancora con procedimenti antiquati, ciò che rende il prodotto, sempre apprezzato per qualità, di costo un po' elevato. Non sono tuttavia mancati, in questi ultimi anni, esempî di larghe trasformazioni industriali. In Francia, vecchi centri di produzione ed esportazione di coltellerie sono Thiers, Châtellerault, Nogent e Langres.
Produzione in Italia. - In Italia la fabbricazione delle coltellerie ha luogo principalmente a Caslino d'Erba, Asso, Netro, Urbino, Maniago, Lumezzane, Schio, Canzo, Forno Canavese, Frosolone, Campobasso, Premana. Ad eccezione delle prime sei località, dove esistono fabbriche modernamente attrezzate, in tutte le altre il lavoro è tuttora svolto quasi completamente senza ausilio di macchine, da nuclei di artigiani che vantano antichissime tradizioni. Alla lavorazione manuale è poi ancor oggi riservato il campo delle produzioni a carattere artistico (p. es. le forbici ornate di Campobasso, i pugnali da caccia e i temperini artistici di Maniago). La produzione proviene per il 50-60% da fabbriche attrezzate con moderni mezzi meccanici e per il 40-50% dalla piccola industria. Alcune difficoltà doganali e l'applicazione delle leggi di polizia sul coltello, hanno rallentato il ritmo produttivo dell'industria.
L'Italia importa notevoli quantità di coltelleria. Nel 1929, l'importazione di coltelli e lame fu di q. 1315; di forbici e lame di q. 1288; di rasoi e lame di q. 1000; con un totale di q. 3603. La Germania fornì la massima parte di questi quantitativi, seguita a distanza dalla Francia, dagli Stati Uniti e dall'Inghilterra. L'esportaziorie italiana fu, nel 1929, di q. 536, costituita in gran parte da coltelli (q. 467). Si diresse principalmente in Argentina.
Bibl.: G. P. Campbell, in Machinery, febbraio 1912; R. G. Hall, in Iron Trade Review, marzo 1922; B. K. Price, in Iron Trade Review, marzo 1923; F. D. Jacobs, in Abrasive Industry, giu.-sett. 1928; id., in Machinery, nov.-dic. 1929; F. Hendrichs, in Technik und Wirtschaft, marzo 1929; id., in Maschinenbau, nov. 1928-sett. 1929; A. De Mori, in L'economia nazionale, febb. 1930; D.A. Hampson, in Abrasive Industry, giugno 1929. Riviste: La coutellerie, Parigi; Messer und Schere, Ludwigshafen a/R.