COMIN (Comino)
Artisti di origine trevisana.
Di essi Leonardo è documentato, solamente da un contratto del 22 genn. 1606 (Federici, 1803, pp. 104 s.), con il quale veniva incaricato di progettare per la chiesa di S. Nicolò a Treviso la cappella con la statua della Madonna del Rosario, come quella nella chiesa dei SS. Giovanni e Paolo a Venezia, in sostituzione dell'omonimo altare edificato nel 1586 (B. Burchelati, Commentariorum memorabilium multiplicis historiae Tarvisinae, Tarvisii 1616, p. 221). Ma, confrontando la descrizione dell'altare fatta dopo il 1606 dal Burchelati (circa 1630), si conclude che il progetto affidato a Leonardo non venne eseguito né per la parte architettonica né per quella scultorea. Il Federici, in modo generico e incontrollabile, attribuisce a Leonardo varie opere in chiese trevigiane, poi soppresse, con dispersione delle eventuali statue.
Francesco: il Federici (p. 105) lo dice figlio di Leonardo, ma la distanza temporale tra i due consiglia cautela. Il primo documento che lo riguarda, del 13 agosto del 1658, lo rivela artista già affermato (ibidem). Esso si riferisce a un accordo per importanti lavori all'altare del Rosario in S. Nicolò a Treviso: "per fare i colonnati intorno all'altare ... con altri lavori come lo stesso Francesco aveva operato nell'altare del Santissimo Sagramento in S. Margherita" (disperso). Il Cima (III, p. 52) fa dell'altare una descrizione corrispondente abbastanza bene all'aspetto attuale di esso, e conclude che "il modello di tutta questa grande architettura fà artifizio di Francesco, e Fratelli Comino". Se ne deduce che l'opera di Francesco va inserita nella decisione dei monaci di modificare l'altare del 1586. La modifica, precedentemente affidata a Leonardo, dovette sicuramente evolversi in un progetto ex novo dell'altare, la cui ideazione generale può andar riferita a Francesco, inserendosi organicamente in essa la realizzazione dei colonnati. Certo, un'opera così vasta e complessa crebbe negli anni anche attraverso l'apporto e le modifiche di altri artisti: i "Fratelli Comino" (Giovanni Comin), Giovanni Grassi, Orazio Marinali, Giusto Le Court. Nel 1672 Francesco realizzò per la collegiata di Montebelluna le statue di S. Antonio e S. Liberale (Federici; non più in loco). È del 1678 il contratto per il coro ligneo e due pulpiti laterali ad esso, eseguiti con la collaborazione del montebellunese Paolo della Mistra e l'anno dopo sostanzialmente ultimati, poiché l'arbitrato del 16giugno stabilì il perfezionamento di alcune parti e la somma di pagamento (A. Serena, Tra registri e marmi..., Treviso 1910, pp. 12 s.). I massicci rimaneggiamenti della chiesa nel 1893 (Milanese, 1893) e l'abbandono e l'incuria, dopo la costruzione dèl nuovo duomo, provocarono danni e fatiscenze al coro e dispersione dei pulpiti. Per la chiesa di S. Teonisto a Treviso furono pagate nel 1681 a Francesco sei statue degli altari di S. Giuliana e di S. Caterina (Liberali, 1944, p. 61, n. 1): opere, se ancor c'erano, andate distrutte nel 1944.
Poco prima del 1682 si iniziò a costruire la nuova chiesa, a pianta cruciforme, di S. Pantalon a Venezia (A. Martinelli, Il ritratto di Venezia, Venetia 1684, p. 422; nel 1684 secondo F. Corner, Ecclesiae Venetae..., Venetiis 1749. Il dec., p. 344). Francesco ne elaborò il progetto (Moschini, 1815, basandosi, dice, su fonti documentarie); non si sa su quali fondamenti F. Zanotto (Nuovissima guida..., Venezia 1856, p. 440)datasse invece questi lavori al 1668.
Se le sculture sull'altar maggiore della chiesa di S. Nicolò a Treviso erano sue (Cima, III, pp. 41 s.), nel 1687 era ancor vivo, poiché questa è la data sulla base di una delle statue (S. Tommaso), che furono tolte nel 1866 durante i lavori di ristrutturazione (Fapanni, 1892, pp. 221 225).L'ultima notizia che riguarda Francesco è di incerta determinazione: si riferisce all'altar maggiore di S. Michele a Treviso (distrutto), che "fu nel 1689 rimodernato da, Pietro Simoni, e le figure che gli servirono d'ornamento sono di Francesco Comino e di suo Figliuolo il restante lavoro" (Cima, II, p. 267).
Infine, si ponga attenzione a non confondere, come invece è accaduto, questo Francesco con un omonimo, vissuto nel secolo successivo, sicuro autore della targa marmorea nel duomo di Treviso, con lo stemma del "Comes Johannes" (ultimata il 1° luglio 1760, come risulta dall'atto capitolare in A. Marchesan, Treviso medioevale, Treviso 1923, II, pp. 355 s.), e dell'altare e del tabernacolo (dono del vescovo P. F. Giustiniani) nella chiesa seminariale (poi soppressa e scomparsa) di S. Vincenzo Giustiniani, sempre a Treviso (Liberali, 1944, p. 129), databili fra il 1764 e 1766 (gli anni di costruzione della chiesa), e comunque anteriormente al 1788, anno di morte del vescovo.
Fonti e Bibl.: Treviso, Bibl. com., ms. 1046: B. Burchelati, Gli sconci, et i diroccamenti di Trevigi nel tempo di mia vita [circa 1630], IV A, c. 21r; IV B, c.17r (per Leonardo); Ibid., ms. 643: N. Cima, Le tre faccie di Trivigi.. [1699], II, p. 267; III, pp. 41 s., 52 (per Francesco); D. M. Federici, Mem. trevigiane sulle opere di disegno..., II, Venezia 1803, pp. 104 a.; G. A. Moschini, Guida per la città di Venezia, Venezia 1815, II, pp. 242, 578; Treviso, Bibl. comun., ma. 1355: F. Fapanni, La città di Treviso... [1892], II, pp. 223, 225 s. (per Francesco); G. Milanese, Nuovi lavori nella chiesa... di Montebelluna, Treviso1893, pp. 5 s. (per Francesco); G. Liberali, Legislaz. scolastica e problemi edilizi..., Treviso 1944, pp. 61 n. 1, 129 (per Francesco); A. Pavan, I C., una famiglia di scultori, tesi di laurea, univ. di Padova, anno accad. 1946-47; C. Semenzato, La scultura veneta del Seicento, Venezia 1966, pp. 26, 90 (per Francesco); G. Liberari, La diocesi delle visite pastorali, II, Treviso 1977, p. 304; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, p. 276.