commercio equo e solidale
commèrcio èquo e solidale locuz. sost. m. – Forma di attività commerciale internazionale in cui, invece della massimizzazione del profitto, si perseguono giustizia sociale ed economica, lotta allo sfruttamento, alla povertà e all’ingiustizia, sviluppo sostenibile, rispetto per le persone e per l’ambiente, consapevolezza dei consumatori. Il movimento a favore del commercio equo e solidale è nato nei Paesi Bassi, per poi estendersi in tutta Europa e in Nord America, all'inizio degli anni Sessanta del 20° secolo allo scopo di favorire l'equilibrio degli scambi commerciali tra paesi ricchi e paesi poveri. Rappresenta un approccio alternativo al commercio convenzionale e mira a instaurare una relazione paritaria fra tutti i soggetti coinvolti, dai produttori ai consumatori, e riequilibrare a livello internazionale i rapporti con i paesi economicamente meno sviluppati, migliorando l'accesso al mercato e le condizioni di vita dei produttori svantaggiati, garantendo la dignità del lavoro e una più equa distribuzione dei guadagni, combattendo lo sfruttamento dei lavoratori dei paesi in via di sviluppo e garantendo un trattamento economico e sociale, contrastando il lavoro minorile, favorendo l'uguaglianza tra i sessi nelle imprese, migliorando le tecniche di produzione. Per raggiungere questi obiettivi gli importatori dei paesi ricchi devono garantire prezzi minimi, acquistare quantitativi prefissati, predisporre contratti di lunga durata. Una caratteristica peculiare del commercio equo e solidale è la filiera corta, cioè un percorso produttivo breve per la materia prima fatto di pochi passaggi (produzione, trasporto, stoccaggio nei magazzini degli importatori, distribuzione presso le botteghe del mondo) che rendono il prodotto rintracciabile. In Italia i principi del commerio equo e solidale sono contenuti nella Carta italiana dei criteri del commercio equo e solidale approvata nel 1999. Questo tipo di commercio è in forte crescita negli ultimi anni, e coinvolge un mercato da 4,36 miliardi di euro, 827 organizzazioni e 1 milione 200 mila produttori, con un aumento medio, nel 2010, del 28% all’anno.