COMMODUS
Generalmente spiegato nei lessici con aptus, idoneus, bonus. Il termine ha però ereditato dall'epoca arcaica e dai glossarî dell'epoca varroniana un preciso valore tecnico connesso con la sua formazione lessicale, la quale corrisponde esattamente al greco sömmetros e cioè "commisurato", non troppo piccolo, ma neanche troppo grande. Pertanto, quando in Vitruvio (iv, 2, 1), troviamo sequenze di questo genere: "sub tectis, si maiora spatia sunt " si pongono "transtra et capreoli", "si commoda, columen, ecc." noi non possiamo spiegare, come fa il Thesaurus Linguae Latinae "commoda " con "apta", ma "commoda" con "modica", richiesto, a senso, dal maiora; infatti troviamo nei glossari, vii, 648: modicus-symmetros; 1, 2, 3: "commodus aspectus" (misurato); 1, 2, 8: "copiarum locique commoda dispensatio parcaque temperatio" (misurata, con tendenza a] modico, al parco); ii, 9, 9: "in sculpturis commodam praestant tractabilitatem" (il legno di pioppo si lavora con poca fatica); vi, 5, 2: "vestibula commodiora", contrapposto a "spatiosiora " (vestiboli più piccoli, più stretti). Infine, quando Orazio, nella Ars Poetica (v, 257), parla del giambo che accolse "in iura paterna " i pesanti spondei "commodus atque patiens " non vuol dire che il giambo è stato accondiscendente, bensì che ha diminuito la misura dello spondeo e l'ha adattata a quella del giambo.
Vedasi ancora: Cic., Mur., 56: commodiorem communiorem moderatiorem fuisse; Cod. Iust., v, 4, 23, 1: commodiorem vitam (vita più morigerata).