commutare
. È usato solo in Cv IV V 14, nel senso di " scambiare ": Regolo, da Cartagine mandato a Roma per commutare li presi cartaginesi a sé e a li altri presi romani. Si tratta verosimilmente di un latinismo (cfr. il verbo commuto e in particolare l'espressione, comune in latino, commutare captivos, " fare scambi di prigionieri "). La costruzione del verbo, tuttavia (commutare li... cartaginesi a sé e a li altri... romani, per " scambiare i prigionieri cartaginesi ‛ con ' sé e ‛ con ' gli altri prigionieri romani ") è estranea del tutto all'uso classico, che richiede invece l'ablativo, con o senza cum, e in parte anche all'italiano. Uno dei pochissimi esempi di costruzione di c. analoga a quella dantesca è riscontrabile in Cavalca (Il Pungilingua, Milano 1837, 80): " coloro i quali commutano e convertono la pena temporale all'eterna ", in cui però i verbi che reggono la preposizione ‛ a ' sono due. Nel passo del Convivio, inoltre, il verbo è usato per indicare uno scambio di persone, mentre nell'italiano dell'epoca (e tuttora) prevale il significato di scambio di oggetti, di cose, anche astratte.