Comore
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(X, p. 988; App. III, i, p. 415; IV, i, p. 497; V, i, p. 690)
Popolazione e condizioni economiche
di Anna Bordoni
La pressione demografica in questo piccolo Stato insulare è molto forte, e grazie a un tasso di accrescimento annuo superiore al 30‰ la popolazione è salita dai 335.100 ab. del censimento 1980 ai 658.000 ab. stimati nel 1998. Tale aumento, insostenibile per la debole economia del paese, spinge molta manodopera a emigrare verso Stati africani (Tanzania e Mozambico) ed europei e crea comunque consistenti tensioni sociali (v. oltre: Storia). Infatti la via dell'indipendenza (ottenuta nel 1975) si è rivelata particolarmente difficile per le C., prive di autosufficienza alimentare e delle infrastrutture (rete viaria, elettrificazione) necessarie a garantire uno sviluppo economico adeguato. L'assenza di risorse minerarie, la concorrenza esercitata dai prodotti di sintesi nei confronti della vaniglia, unica vera e importante coltura locale, e l'isolamento (fanno eccezione piccoli flussi turistici europei) hanno impedito alle C. di uscire dal loro sottosviluppo, e attualmente gli unici interventi possibili sono legati all'attiva solidarietà internazionale, in particolare francese.
In cronico deficit è la bilancia commerciale a causa delle esportazioni che rappresentano appena il 18% delle importazioni. Peraltro il suo andamento dipende dalla fluttuazione dei prezzi sui mercati esteri e dalla domanda di alcuni prodotti agricoli, quali vaniglia e chiodi di garofano. Il principale interlocutore commerciale è la Francia, che nel 1995 ha fornito il 32,2% delle importazioni e ha assorbito il 36,5% delle esportazioni.
bibliografia
J.-L. Guébourg, La Grande Comore, Paris 1994; P. Vérin, Les Comores, Paris 1994.
Storia
di Silvia Moretti
La svolta politica maturata all'inizio degli anni Novanta nella repubblica federale delle C. consentì il ripristino di un sistema multipartitico: dopo più di un decennio l'accordo tra le principali forze politiche del paese sancì la fine del regime a partito unico instaurato nel 1979, appena quattro anni dopo la proclamazione dell'indipendenza delle isole. Ciò nonostante la situazione interna rimase caratterizzata da grande instabilità, per il perdurare di difficili condizioni economiche e per la crescita della protesta sociale contro le rigide misure di austerità varate dal governo su indicazione del FMI e della Banca mondiale. Anche l'irrisolta questione dell'isola di Mayotte - soggetta alla sovranità francese, ma rivendicata dalle C. - alimentò un forte malcontento che favorì il verificarsi di ripetuti tentativi di colpo di Stato (1990, 1991, 1992). Nel giugno 1992 entrò in vigore una nuova Costituzione, di tipo presidenziale, e nel novembre successivo si svolsero elezioni legislative contrassegnate da diffuse irregolarità, dalle quali non emerse un chiaro vincitore. Nuove consultazioni (dicembre 1993) furono vinte dal partito fondato dal presidente Said Mohamed Djohar, il Rassemblement pour la démocratie et le renouveau. Nel settembre 1995 l'amministrazione Djohar fu però rovesciata dall'ennesimo colpo di Stato, opera di mercenari europei guidati dal francese B. Denard, costretti un mese dopo alla resa da un intervento militare francese. Per contrastare il ritorno al potere di Djohar, gli oppositori del presidente diedero vita a un governo provvisorio e organizzarono nuove consultazioni presidenziali (marzo 1996), vinte da M. Taki Abdoulkarim dell'Union nationale pour la démocratie aux Comores. Nell'ottobre 1996 un referendum popolare approvò una nuova Costituzione che rafforzò ulteriormente le prerogative presidenziali, sottolineando nel preambolo il ruolo di religione di Stato dell'Islam. Nel dicembre dello stesso anno il Rassemblement national pour le développement, nuovo partito del presidente, si aggiudicò le elezioni legislative, caratterizzate da scarsa partecipazione e dal boicottaggio dei principali partiti di opposizione. Nell'estate 1997 la stabilità politica fu ulteriormente minacciata da una rivolta separatista scoppiata nelle isole di Anjouan (Nzwani) e Moheli (Mwali) e culminata nella dichiarazione d'indipendenza dalle Comore. Nel novembre 1998, alla morte di Taki Adoulkarim, fu nominato presidente ad interim M. Ben Said Massonde, ma il 30 aprile 1999, dopo il fallimento dei colloqui di pace tra le parti per raggiungere un accordo sul futuro dell'arcipelago, un nuovo colpo di Stato portò al potere il colonnello A. Assoumani.
bibliografia
P. Perzi, Comores, les nouveaux mercenaires, Paris 1994; J.-L. Guébourg, Espace et pouvoirs en Grande Comore, Paris 1995.