compagnia commerciale
Società operante principalmente nel settore finanziario e delle assicurazioni e in quello dei trasporti. La vastità dei rischi che uomini, merci, monete e metalli preziosi dovevano affrontare nel commercio (➔) sollecitò presto la ricerca della regolarità e della sicurezza dei trasporti e dei profitti. Nel basso Medioevo la costituzione di reti di corrispondenti, spesso basate su alleanze familiari, permise ai mercanti di condurre una vita sempre più sedentaria, lasciando ai più giovani, ai loro associati o ai soli trasportatori i pericoli e le fatiche del viaggio. Tali esigenze portarono all’elaborazione di forme nuove e più impersonali di associazione, che dividevano potere, rischi e profitti in proporzione agli apporti, in capitale e in lavoro, di ciascuna delle parti. Semplici associazioni temporanee all’inizio, le c.c. guadagnarono in potenza, in durata, in specializzazione, in anonimato, finché non si arrivò alla formazione delle grandi compagnie europee di commercio, le più ricche delle quali, come la Compagnia britannica delle Indie, costituirono dei veri e propri Stati nello Stato. Alla base della costituzione delle c.c. si trova una molteplicità di fenomeni: lo sviluppo dell’assicurazione; l’elaborazione di forme associative elastiche e al tempo stesso diversificate, come la Maona di Chio nella Genova del 15° secolo o, nel 17° e nel 18° sec., le compagnie delle Indie Orientali olandese, inglese e francese; l’organizzazione dei trasporti con carovane e convogli più difesi; la maggiore rapidità nella circolazione delle notizie, che condusse, a partire dal 16° secolo, all’instaurarsi in Europa dei primi sistemi postali; l’istituzionalizzazione dei raggruppamenti di mercanti in corporazioni o «nazioni», riconosciute o addirittura rese obbligatorie dalle autorità politiche; la stipulazione di accordi fra Stati, o fra Stati e mercanti, su una base di reciprocità o, al contrario, di privilegi concessi senza contropartita. Una volta costituite, le c.c. cambiarono a loro volta le modalità di esercizio del commercio mettendo a punto meccanismi di compensazione (come le lettere di cambio nel Medioevo) e di finanziamento, per limitare la circolazione delle monete metalliche e garantire al credito l’elasticità resa necessaria dalla durata stessa delle operazioni di trasporto e di scambio. Da questo punto di vista l’Europa del Medioevo e dell’Età moderna sembra aver portato a termine un’evoluzione coerente, della quale si ritrovano tracce sia nell’antichità sia in altri ambiti culturali, quali i mondi arabo, indiano e cinese. Prima della Rivoluzione industriale, e in contrasto con le pesantezze e i ritardi dell’organizzazione della produzione agricola, il commercio in tutte le sue forme ha costituito il principale settore in cui sono state messe a punto, provate e generalizzate le tecniche di razionalizzazione della vita economica. Il modello di organizzazione e di funzionamento gradualmente messo a punto dalle c.c. poté, fin dal 17° secolo e più in generale a partire dal 18°, essere applicato alla produzione industriale.