BARRACELLI, Compagnie dei
Società aventi per scopo la tutela della proprietà agricola, sorte in Sardegna verso il 1650. I barracelli rispondevano solidariamente e con tutto il loro patrimonio dei furti, danneggiamenti, ecc., rifacendosi con le machizie (multe), le tenture (premio per il riscatto del bestiame danneggiante sequestrato) e le quote degli assicurati.
Furono abolite nel 1819 e sostituite con i Cacciatori reali di Sardegna; ma furono ricostituite nel 1827 e confermate dall'editto 17 dicembre 1836. Varie furono le proposte parlamentari d'abolizione nel 1848, 1849, 1850. Il governo invece le riordinò con legge 22 maggio 1853 e regolamento 14 luglio 1898 n. 403, ed esistono tuttora. Il capitolato della compagnia, fatto dal capo del comune, è approvato dal prefetto. La compagnia è formata dal capitano, da uno o più ufficiali, da graduati eletti dai barracelli, e da un numero di barracelli proporzionale al valore dei beni da assicurare e all'estensione del comune. I barracelli prestano giuramento, portano armi. Talora sono considerati pubblici ufficiali, talora agenti della forza pubblica; la giurisprudenza è controversa. Il contratto tra cittadini e barracelli è un contratto di assicurazione pubblica rurale, essendovi da un lato l'elemento dell'alea, proprio dell'assicurazione, dall'altro quello pubblicistico consistente nella concessione di pubblico servizio a un ente, che da esso trae un lucro.
Bibl.: G. B. Tuveri, La questione barracellare, Cagliari 1861; F. M. Perra, Illustrazione sulle leggi sui monti di soccorso e sulle compagnie barracellari della Sardegna, Cagliari 1895; A. Bolasco, Il barracellato e le truppe miliziane in Sardegna, Sassari 1914; N. Angioj, L'istituto del barracellato in Sardegna sotto l'aspetto storico, giuridico, amministrativo, Cagliari 1909; A. Pino-Branca, Le Compagnie dei barracelli in Sardegna, Cagliari 1915; P. Bolzani, in Diz. pratico del diritto privato, Milano 1909, s. v.