COMPIÉGNE (A. T., 32-33-34)
Città della Francia nordorientale, a 84 km. da Parigi, capoluogo di circondario nel dipartimento dell'Oise, con 17.361 ab. (1926). È posta sulle rive dell'Oise, a valle della confluenza di questo fiume con l'Aisne, e all'estremità della celebre foresta omonima. La città vera e propria si stende ad anfiteatro sul pendìo che domina la riva sinistra del fiume. Distinti da essa sono il cosiddetto Quartier du Palais et des Avenues, ove risiede di preferenza la colonia straniera, adorno di giardini, con i suoi bei viali spaziosi e tranquilli, con begli alberghi; e il Quartier de la gare (che è posta sulla riva destra dell'Aisne) e des Quais. Compiègne è soprattutto conosciuta come centro turistico, sia per il bellissimo castello, sia per la sua foresta che si estende per una superficie di 14.428 ettari, con una circonferenza di più di 94 km., ed è attraversata in tutti i sensi da 350 strade, offrendo al visitatore interessanti escursioni e incantevoli vedute.
Abbastanza attiva è l'industria della città: vi sono numerosi cantieri per la costruzione di barche, di macchine e tubi da drenaggio; fabbriche di cordami, tele di canapa, sacchi e calzature di gomma; zuccherifici, distillerie, concerie. Si esportano i manufatti dell'industria e inoltre legname, carbone e pochi prodotti agricoli.
Compiègne è stazione della ferrovia del Nord che da Parigi si spinge sino a Bruxelles, e una fitta rete di ferrovie secondarie la uniscono ad Amiens, Beauvais, Soissons, Villers-Cotterets, La Ferté-Milon.
Monumenti. - Del castello, costruito da Carlo V nel 1374, non rimangono che le torri, i fossati, e tratti di mura lungo il terrapieno; esso era situato sull'area dell'attuale palazzo. Questo fu edificato per Luigi XV da Jacques Gabriel che ne condusse i lavori fino alla sua morte (1742), poi proseguiti dal figlio Jacques Ange Gabriel. La costruzione, cominciata nel 1740, fu terminata nel 1786.
Le facciate, verso la foresta e verso la città, formano i due lati di un triangolo, riunite da fabbricati irregolari: quella verso la città rammenta la facciata del Palais Royal. Nel 1806 Napoleone incaricò Percier e Fontaine di restaurare l'edificio. Essi vi costruirono lo scalone e sostituirono ai piccoli appartamenti la galleria delle feste. Nel 1808 il palazzo fu nuovamente decorato e ammobiliato, per ricevervi Carlo IV, re di Spagna, e nel 1810 ancora abbellito per la venuta di Maria Luisa: il tutto è ancor oggi esempio dell'arte e della vita dell'Impero. Dell'epoca di Luigi Filippo sono la cappella, considerevolmente ingrandita, e la sala degli spettacoli. Il palazzo possiede anche una bellissima collezione di arazzi del sec. XVII e XVIII e molti dipinti, i più interessanti dei quali sono di Coypel e di Natoire, rappresentanti la storia di Don Chisciotte. Il parco circondato dalla foresta, è uno dei più belli dei dintorni di Parigi. Il palazzo municipale, costruito dal 1505 al 1511, uno dei più notevoli di quell'epoca, ancora gotico, custodisce la biblioteca e il museo Vivenel, interessante soprattutto per i suoi bronzi, i marmi e i varî dipinti antichi, per le maioliche di Bernard Palissy, gli smalti di Limoges, e i vetri di Venezia, Fiandra e Boemia. Fra le chiese più importanti sono quella di S. Antonio, ricostruita nel sec. XVI sul tipo delle chiese dei Chambiges, con transetto del sec. XII. Fra gli altri monumenti di un certo interesse: la cappella, costruita nel 1552, da Filiberto Delorme, per ordine del Connestabile di Montmorency; la cappella di Nostra Signora del Buon Soccorso, del 1637, restaurata nel 1653; e la chiesa di S. Germano del sec. XVI (v. tavv. I e II).
Storia. - In origine Compiègne fu forse soltanto un luogo di caccia, ma già Merovingi e Carolingi amarono farvi lunghi soggiorni; vi edificarono un'abbazia e vi tennero diete e concilî. Il suo nome appare per la prima volta nel 557 in un diploma di Childerico I. Nell'888 vi fu eletto re Odo (Eude); nel 986 vi morì Luigi V, ultimo dei Carolingi di Francia; nel 1430 vi si rinchiuse Giovanna d'Arco che, in una sortita, fu poi fatta prigioniera dagl'Inglesi; nel 1598 vi furono firmati i preliminari della pace di Vervins. Il 14 agosto 1756 e il 6 agosto 1764 Genova stipulò a Compiègne due trattati che possono ritenersi come la preparazione di quello di Versailles (1768), col quale la repubblica cedette alla Francia la Corsica; nel 1808 vi fu internato Carlo IV di Spagna; nel 1810 Napoleone vi ricevette l'arciduchessa Maria Luisa, sua novella sposa; nel 1832 Luigi Filippo, che vi ristabilì l'uso dei campi di manovra inaugurato da Luigi XIV, vi maritò sua figlia Luisa Maria. Importante anche militarmente, Compiègne fu spesso teatro di fatti d'arme; nel 1870-1871 vi pose il suo quartier generale il principe di Sassonia e nel settembre del 1914 la tennero occupata per breve tempo i Tedeschi.
L'armistizio di Compiègne. - Firmato nella foresta di Compiègne, dal ministro Erzberger per la Germania, dal maresciallo Foch e dall'ammiraglio Wemyss per l'Intesa. Il 3 novembre l'Austria, firmando l'armistizio di Villa Giusti, si era impegnata a concedere che l'Intesa potesse valersi di tutti i mezzi di comunicazione del territorio austriaco per operazioni contro la Germania. Questa condizione aveva fatto dire al generale Gröner (successo a Ludendorff), nella conferenza tenuta il 5 novembre coi membri del governo, che l'esercito per la superiorità numerica dell'avversario e in vista della minaccia da parte dell'Austria non poteva prestare ormai più lunga resistenza. Il 5 novembre stesso scoppiavano rivolte di marinai ad Amburgo e Lubecca, il 6 a Brema, il 7 a Kiel: il giorno 8 la rivoluzione scoppia anche a Monaco, l'indomani a Berlino. Vengono dichiarati decaduti dal cancelliere principe Max di Baden il Kaiser e il Kronprinz. Lo stesso Max di Baden deve però nello stesso giorno cedere il potere al presidente del partito socialdemocratico, Ebert, e a Scheidemann, che assume la direzione del ministero e proclama la repubblica tedesca, affermando che "il popolo tedesco ha vinto su tutta la linea"; il 10 novembre l'imperatore e i principi lasciano l'esercito rifugiandosi in Olanda.
L'esercito tedesco, per quanto non ancora definitivamente vinto, era però demoralizzato dai continui insuccessi, dal sapere che anche gli Americani erano entrati in linea: era minato dall'indisciplina, conseguenza della disperata situazione militare. Solo il grande prestigio di Hindenburg ne tenne ancora stretta la compagine.
In queste condizioni la commissione d'armistizio tedesca si era mossa il 7 da Spa verso le linee nemiche: la componevano, oltre a Erzberger, il ministro plenipotenziario Oberdorff, il generale Winterfeld e il capitano di vascello Vanselow. Lloyd George non aveva acconsentito da principio alla clausola della consegna della flotta tedesca, dicendo però: "si l'Autriche tombe nous saurons où nous allons", e difatti il 4, dopo Villa Giusti, la consegna della marina da guerra fu compresa nelle condizioni d'armistizio. Queste erano state concretate dal maresciallo Foch ed erano estremamente severe dovendo equivalere alla completa resa a discrezione della Germania. Le clausole principali furono: cessazione delle ostilità sei ore dopo la firma; sgombro in 15 giorni dei territorî occupati, più l'Alsazia Lorena; rimpatrio degl'internati, dei prigionieri; consegna di 5 mila cannoni, 25 mila mitragliatrici, 3 mila bombarde, 1700 aeroplani, più tutti quelli da bombardamento notturno; consegna di 5 mila locomotive e di 150 mila carri ferroviarî, di 5000 autocarri oltre a tutto il materiale ferroviario pertinente all'Alsazia Lorena; sgombro entro il 31° giorno da parte delle forze tedesche della sinistra del Reno, da occuparsi dall'Intesa con tre teste di ponte a Magonza, Coblenza e Colonia sulla destra del Reno, aventi ciascuna 30 km. di raggio; truppe occupanti a carico della Germania; le forze che erano in altri paesi dovevano rimpatriare; evacuazione delle colonie; annullamento dei trattati di Brest-Litowsk e di Bucarest; riparazioni per i danni di guerra; restituzione dell'oro russo e romeno e di tutte le somme sequestrate nei paesi invasi; consegna di tutti i sottomarini e di parte considerevole della flotta (10 corazzate, 6 incrociatori,8 incrociatori leggieri, 50 destroyers); diritto degli alleati di accedere e di navigare nel Baltico; continuazione del blocco della Germania; durata dell'armistizio 36 giorni. Il 9 novembre la commissione d'armistizio si presentò a Foch. Invano Erzberger tentò di trattare: dovette piegarsi a sentire la lettura di condizioni immutabili. Tre giorni erano lasciati per la risposta. La Germania si piegò: il governo e Hindenburg autorizzarono per radio l'accettazione e alle ore 6 del giorno 11 novembre l'armistizio di Compiègne veniva firmato.
Bibl.: J. Vatout, Le château de Compiègne, Parigi 1852; Pellassy de l'Ousle, Histoire du Palais de Compiègne, Parigi 1862; Lefebvre-Saint-Ogan, Compiègne, Parigi 1887; Catalogue général des manuscrits des Bibliothèques publ. de France, XXIV, Parigi 1894; A. Bazin, Topographie de l'ancien Compiègne, Compiègne 1905; P. Guynemer, Étude sur la paroisse et l'église Saint-Antoine, Compiègne 1909; id., Histoire d'un vieil hostel ou l'Hôtel des rats, ibid., 1910; P. Quentin-Bauchart, Les chroniques du Château de Compiègne, Parigi 1911; J. Vacquier, Les anciens châteaux de France: Compiègne, ecc., Parigi 1925.
Per il testo dell'armistizio v. Alberti, L'Italia e la fine della guerra mondiale, II, Roma 1924. Per la storia dei precedenti vedi Amtliche Urkunden zür Vorgeschichte des Waffenstillstandes, Berlino 1918.