complementarita
complementarità [Der. di complementare "l'essere complementare o a complemento di altre cose"] [FAF] Nozione introdotta nella fisica da N. Bohr quando, nel 1928, enunciò il suo principio di c.: i fotoni e i quanti in genere, nonché le particelle elementari, danno luogo a fenomeni di duplice aspetto, corpuscolare e ondulatorio, con contraddizione solo apparente, dal momento che i due aspetti non si manifestano mai simultaneamente, ma appaiono piuttosto come complementari l'uno all'altro. Un esempio di ciò è costituito dal dualismo e dalla c. degli schemi ondulatorio e corpuscolare con cui un fenomeno atomico è sempre descrivibile: così, il funzionamento di un tubo a raggi catodici trova una spiegazione considerando l'aspetto corpuscolare degli elettroni, mentre un'esperienza di diffrazione di un fascio elettronico può essere compresa soltanto analizzando l'aspetto ondulatorio di tali particelle. Analogamente può dirsi per la radiazione elettromagnetica, che può essere compresa soltanto in termini corpuscolari (schema a fotoni), per es., nell'effetto fotoelettrico e soltanto in termini ondulatori in un esperimento d'interferenza a bassa intensità. Dal principio di c. segue, fra l'altro, che non è possibile ideare un esperimento atto a porre in evidenza, insieme, ambedue gli aspetti complementari, e cioè corpuscolare e ondulatorio, con cui si manifesta una particella o la radiazione elettromagnetica: v. complementarità.