complessi
Strutture psichiche che secondo la psicoanalisi freudiana si formano e si fissano durante la vita infantile, originate da particolari esperienze emotivo-affettive vissute dal bambino nei suoi rapporti con l’ambiente e, più direttamente, con i genitori. Mentre il ruolo dei genitori assume per via diretta un peso determinante nel costituirsi dei primi nuclei affettivi, altre influenze ambientali, specie quelle socioculturali, agiscono per via mediata, secondo la personalità dei genitori e il clima familiare nel suo insieme. La formazione di strutture relative a un c. (strutture complessuali) non ha necessariamente connotati di condizione patologica, bensì di un’esperienza affettiva necessaria al processo di maturazione della personalità; la patologia è invece riferibile alle modalità di superamento o meno di tali strutture: solo in questo senso si può parlare di una loro incidenza negativa sullo sviluppo emotivo e sull’equilibrio psicologico nel corso della vita. Alcune tipiche formazioni complessuali sono il c. di Edipo (➔) e il c. di Elettra, attaccamento affettivo verso il genitore di sesso opposto e conseguente condizione di ambivalenza affettiva nei riguardi dell’altro genitore; il c. di castrazione che, originato da conflitti psichici della fase fallica e della situazione edipica, esprime la paura, prevalentemente inconscia, di essere privato o menomato nella funzionalità degli organi genitali; il c. d’inferiorità, che indica una condizione di insicurezza e un atteggiamento di sfiducia nelle proprie possibilità, dovuti a una disarmonica percezione che il soggetto ha di sé. Secondo Carl G. Jung, fondatore della psicologia analitica (➔), i c. sono inconsci ma non sono così carichi di energia da essere avvertiti come una volontà propria e si evidenziano solo in atti mancati o in sintomi; tuttavia possono talora avere una carica così forte da attirare nella loro sfera l’Io cosciente, con identificazione parziale o totale fra l’Io e un dato complesso. Il c., come ogni altro contenuto inconscio, è esperito solo in forma proiettata, spesso di natura minacciosa e, anche se noto alla coscienza, continua ad agire con tutta la sua forza originaria. Solo l’esperienza emotivamente vissuta e la comprensione e l’integrazione del suo contenuto possono portarlo a risoluzione.