comportamento sociale
La trasmissione culturale
Apprendere socialmente rappresenta un’alternativa, o una scelta parallela, all’imparare individualmente basandosi sulla propria esperienza. In questo senso, diversi studiosi hanno sottolineato una serie di vantaggi dell’apprendere per via sociale. Per es., nel caso degli animali non umani, potendosi basare sull’esperienza del prossimo, un individuo non si trova costretto a esplorare tutto il proprio territorio alla ricerca di fonti di cibo o di acqua; oppure può apprendere con meno rischi l’identità e la presenza di possibili predatori. Un caso esemplare dei vantaggi dell’apprendimento sociale è la possibilità di superare la neofobia per un cibo nuovo, che è naturalmente espressa da diverse specie animali incluso l’essere umano. Apprendere dai membri del proprio gruppo sociale che un certo alimento sconosciuto è edibile, aumenta la velocità con la quale un individuo può aggiungere alla propria dieta un nuovo cibo, e rendere così la dieta più varia aumentando le possibilità di sopravvivenza. Diversi sono i modi mediante i quali un individuo può apprendere socialmente da un altro individuo, e il dibattito sui diversi meccanismi che possono portare al passaggio di informazioni è sempre molto vivo. Per es., un individuo può apprendere un nuovo comportamento quando la sua attenzione è attratta dall’attività di un altro individuo verso un oggetto o una particolare zona dell’ambiente circostante (local enhancement, «enfasi localizzata»). In altri casi è l’azione stessa di un compagno, più che un oggetto o una particolare zona dell’ambiente, ad attrarre l’interesse dell’individuo che acquisisce una nuova informazione (stimulus enhancement, «enfasi sullo stimolo»). Infine, la facilitazione sociale viene messa in atto quando vi è un incremento della frequenza o dell’intensità di una particolare azione già facente parte del repertorio comportamentale di un particolare individuo. Per es., se un individuo vede un altro individuo compiere una certa azione (come mangiare), e mette in atto lo stesso comportamento, oppure ne incrementa la frequenza e/o intensità, si parla di facilitazione sociale. Quando si studia l’apprendimento sociale è molto importante tenere presenti le dinamiche sociali attive in quel momento all’interno della popolazione in oggetto. Per es., nel caso dei primati non umani, le relazioni spaziali tra individui sono determinate dai rapporti gerarchici di dominanza sociale. Quindi un individuo subordinato, la cui presenza non è sempre accettata dai membri più dominanti, avrà meno possibilità di apprendere socialmente che non altri individui di rango superiore, laddove il meccanismo di trasmissione sociale di informazione richiede la copresenza (come nel local enhancement o nello stimulus enhancement). Mediante una analisi comparativa è possibile verificare l’importanza di tali dinamiche anche nella nostra specie.
Due possono essere considerati i fattori fondamentali che portano a un fenomeno culturale: un processo di apprendimento e la trasmissione delle conoscenze acquisite. Un nuovo fenomeno culturale è generato da un’innovazione comportamentale che può essere rappresentata sia dalla soluzione di un nuovo problema, sia da una nuova soluzione a un problema conosciuto. L’evoluzione culturale è caratteristica della specie umana, ma è ormai accettato il fatto che diverse forme di apprendimento culturale esistono anche negli animali non umani. In questo senso, è stata fondamentale la scoperta, compiuta da studiosi giapponesi alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, del lavaggio delle patate dolci nell’acqua di mare da parte di una popolazione di macachi giapponesi (Macaca fuscata) nell’isola di Koshima. Questo comportamento, messo in atto per la prima volta da una giovane femmina particolarmente creativa, si è propagato ad altri membri della popolazione mediante processi di apprendimento sociale. Una differenza fondamentale tra la cultura degli animali non umani e quella degli umani è che la cultura umana è di tipo cumulativo: cioè, spesso una particolare innovazione è il risultato di una serie di innovazioni che si accumulano nel tempo. Nel caso degli altri animali un fenomeno del genere è invece molto raro. Un’altra differenza fondamentale fra la cultura umana e quella degli altri animali è che la prima si basa fondamentalmente sull’insegnamento attivo di nuovi moduli comportamentali, laddove negli altri animali tale modalità si verifica molto raramente.
Le tradizioni culturali sono il risultato di fenomeni di apprendimento sociale. Il punto di vista per cui tale fenomeno comportamentale sarebbe proprio solo della specie umana è ormai sempre meno condiviso. Quindi oggi si possono ricercare negli animali a noi più vicini le radici evolutive del nostro modo di fare e diffondere cultura. Gli studiosi del comportamento animale, specialmente del comportamento dei primati non umani, sono riusciti a tracciare vere e proprie mappe che riguardano la presenza di tradizioni culturali locali in diverse popolazioni di animali, e forse il caso più esemplare è quello degli scimpanzé. Per questa specie sono state documentate tradizioni culturali locali riguardo all’utilizzo di strumenti per procacciarsi il cibo. Per es., diverse popolazioni africane di scimpanzé, a parità di condizioni ambientali e avendo a disposizione gli stessi materiali, utilizzano in maniera diversa piccoli rami da inserire nei termitai per catturare questi insetti. Questi modi differenti sono tramandati socialmente di generazione in generazione, e caratterizzano quella data popolazione. Tradizioni culturali in popolazioni animali non umane possono riguardare anche aspetti della vita sociale e altre categorie comportamentali.