conciare
[concio, partic. pass.] - " Vocabolo ben dantesco " lo definisce il Contini, usato sempre nel valore traslato di " macerare ", " ridurre a mal partito " in senso sia fisico che morale, con diretto e preciso riferimento a quello proprio di " macerare le pelli ", soprattutto per il significato di lunga durata e di lenta azione nel tempo che la concia vera e propria comporta: Rime LXXXIX 3 li occhi d'esta bella pargoletta / ... m'hanno concio sì, che...; CVI 126 Così altrui e sé concia l'avaro; CXVI 61 Così m'hai concio, Amore; If XXX 33 Quel folletto... / va rabbioso altrui così conciando; Fiore CXIX 7 Così il conciò la moglie di Baratto. Da notare che il verbo è sempre accompagnato da ‛ così '.