concilio
. Il sostantivo, che appare quattro volte nella Commedia, è usato in senso proprio solo in If XXIII 122, ove il concilio / che fu per li Giudei mala sementa, è " il Sinedrio, la più alta assemblea ebraica per amministrare la giustizia e decidere sui problemi religiosi " (Fallani); esso causò la distruzione di Gerusalemme e la diaspora degli Ebrei in quanto, condannando Gesù a morte, rese meritevole della vendetta divina il popolo israelita.
Negli altri tre casi c. vale, in traslato, " consesso dei beati ", o più genericamente " Paradiso ". E in ognuno di questi tre passi il commento del Buti, con intelligente acutezza, mette in evidenza il valore del cum presente nel termine, dirigendo l'attenzione del lettore sul significato di " concorde accolta di anime ", che D. attribuisce al nome. Chiosa infatti a Pd XXVI 120 (quattromilia trecento e due volumi / di sol desiderai questo concilio): " concilio non è altro che convenienza di volontà, e questa è vita eterna ". E a XXIII 138 (Quivi trïunfa... / e con l'antico e col novo concilio / colui che tien le chiavi di tal gloria): " ‛ concilio ' è congregazione di gente concordevile ". S'intende che l'espressione con l'antico e col novo concilio indica " con li padri del Vecchio Testamento, e con li beati del Nuovo " (Ottimo), ovvero " cum veteranis et tyronibus, idest, cum militia veteris et novi testamenti ", come spiega Benvenuto, il quale evidentemente dà a c. il valore di " schiera ", " esercito ", indotto a ciò, con tutta probabilità, dall'uso del verbo ‛ trionfare ', che sembra far parte di tutta una metafora di carattere militaresco.
Anche in Pg XXI 16 Nel beato concilio / ti ponga in pace la verace corte, è notevole la chiosa del Buti: " concilio... quello di vita eterna nel quale tutte le volontà sono in concordia et unite ". Ma qui è più interessante notare, con la maggior parte dei commentatori, il valore che l'intera frase assume, in bocca a Virgilio: " Virgilio assiste, per la prima volta, al momento in cui un'anima s'alza per ascendere verso il Paradiso, e come nell'Inf., appena rammenta la città celeste, eleva un sospiro... così nel ricordare la verace corte del cielo e il beato concilio dei santi, ripensa alla sua sorte e al tormento dell'eterno esilio " (Fallani; ma cfr. anche le note del Grabher e del Gallardo).
Il sostantivo appare anche in Rime dubbie VII 13 in tra loro facien lungo concilio, e si tratterebbe dell'unico caso in cui il termine ricorre nel senso familiare di " colloquio " per decidere qualcosa, " conversazione ", " conciliabolo ". V. anche CONSIGLIO.