CONCINI, Concino
Figlio di un notaio fiorentino, seguì, in qualità di gentiluomo, Maria de' Medici in Francia, allorché andò sposa a Enrico IV. Sposata la figlia della nutrice della regina, Eleonora Galigai, il C. cominciò a farsi innanzi e la sua autorita crebbe dopo la morte di Enrico IV: comprò (1610) il marchesato d'Ancre, tenne il governo di Amiens e della Piccardia (1611), si fece conferire il titolo di maresciallo (1613) e il governo della Normandia e di Caen (1616). L'inettitudine dei ministri che circondavano Maria de' Medici, divenuta alla morte del marito reggente per Luigi XIII, favorì l'ascensione del C. Se dell'autorità da lui conquistata il C. si servì a vantaggio suo personale, egli mirò certamente ad ingrandire il potere regio e la Francia e ad abbassare i nobili, politica seguita poi dal Richelieu, che fece sotto il C. le sue prime armi. Gli mancò il tempo di condurre a fondo le sue mire politiche, tuttavia diede prova di energia, quando fece arrestare il principe di Condé divenuto troppo esigente verso la corte. Contro il C. si formò una corrente assai ostile. Le sue origini straniere, la sua potenza, l'essersi circondato egli toscano di altri toscani, l'antipatia che si era attirata la moglie, tutto ciò determinò il re, divenuto maggiorenne, a disfarsi del C., che il 24 aprile 1617 fu sorpreso dalle guardie del capitano Vitry e ucciso. Il cadavere sepolto nella chiesetta di Saint-Germain-l'Auxerrois, fu dissotterrato dal popolaccio che ne fece scempio. La moglie del C., non soccorsa da Maria de' Medici, veniva decapitata e bruciata come strega il 18 luglio 1617.
Bibl.: L. Batiffol, Le coup d'état du 24 avril 1617, in Rev. historique, XCV e XCVI (1907, 1908); F. Hayem, Le maréchal d'Ancre et Léonora Galigai, Parigi 1910; M. de Force, L'assassinat de Concini, in Revue des deux Mondes, i agosto 1927; U. Silvagni, Commedie e tragedie della storia, Milano 1928, 2ª edizione, p. 189 segg.