concupiscibile
. Aggettivo che compare solo in due luoghi del Convivio, detto dell'appetito concupiscibile. Termine di derivazione platonica (latino concupiscibilis, che traduceva il greco ἐπιθυμητιχός designante, in Platone, quella delle tre facoltà dell'anima preposta agl'impulsi e ai desideri e passato nella tradizione medievale come vis concupiscibilis) indica la tendenza dell'anima umana a soddisfare gli appetiti sensibili. In D., accanto alla tripartizione aristotelica dell'anima, appare riferito alla facoltà ‛ sensitiva ', come capace di distogliere l'anima dalla ragione: Cv III X 2 quanto la cosa desiderata più appropinqua al desiderante, tanto lo desiderio è maggiore, e l'anima, più passionata, più si unisce alla parte concupiscibile e più abbandona la ragione; all'inverso, in IV XXVI 6 è detto che quando la parte razionale dell'anima lo ‛ cavalca ', questo appetito, che irascibile e concupiscibile si chiama... a la ragione obedire conviene. Qui c. è unito a irascibile (v.), in quanto ambedue riferiti alla parte irrazionale dell'anima (cfr. Tomm. Comm. Eth. II 5 " Appetitus autem sensitivus dividitur in duas vires, scilicet in concupiscibilem, qui respicit absolute bonum sensibile... et irascibilem "; v. anche APPETITO).