condizionali controfattuali
Enunciato di forma ‘se A allora B’ nel quale A è noto essere falso: per es., ‘se Cesare non avesse attraversato il Rubicone non avrebbe conquistato Roma’. Nelle lingue occidentali i controfattuali presentano normalmente il verbo dell’antecedente al congiuntivo e quello del conseguente al condizionale. Per quanto riguarda i problemi epistemologici sollevati dai controfattuali basti osservare che essi sono apparsi essenziali (a) per distinguere le leggi di natura dalle generalizzazioni accidentalmente vere (solo le prime fanno un riferimento, oltre a ciò che è, anche a ciò che avrebbe potuto essere); (b) per distinguere relazioni causali genuine da relazioni non-causali (basti osservare che se i barometri non esistessero ci sarebbero ugualmente temporali, mentre questi non ci sarebbero senza il verificarsi di depressioni atmosferiche precedenti); (c) per rendere conto dei predicati detti disposizionali (‘solubile’, ‘irascibile’, ‘elastico’ ecc.) che rimandano a condizioni possibili che di fatto non si sono verificate. Le difficoltà logiche dei condizionali controfattuali hanno dato origine a una letteratura ampia e a risultati divergenti. È chiaro che non possono essere rappresentati dai condizionali (cosiddetti ‘materiali’) impiegati nella logica standard, dato che questi sono sempre veri quando hanno un antecedente falso. D’altro canto non sono neppure condizionali necessariamente veri, dato che la loro verità dipende da uno stock di informazioni presupposte che sono parzialmente negate dall’ipotesi controfattuale stessa. Nella discussione su questo tema sono emerse sostanzialmente due concezioni antitetiche. La prima (dovuta a Robert Stalnaker e D.K. Lewis) consiste nel dire – se ‘>’ è un simbolo per il condizionale controfattuale – che A>B è vero in un mondo possibile w se tutti i mondi più simili a w in cui è vero A sono mondi in cui è vero B. Il controfattuale sopra esemplificato, per es., equivarrebbe all’asserto che i mondi più simili all’attuale in cui Cesare non ha attraversato il Rubicone sono mondi in cui non ha conquistato Roma. Le difficoltà di questa teoria riguardano la vaghezza della nozione di somiglianza e il fatto che in base a essa risultano veri anche condizionali sconnessi come ‘se Cesare non avesse attraversato il Rubicone, Milano sarebbe in Italia’. La seconda teoria, detta consequenzialista (Roderick Chisholm, Nelson Goodman, Hans Reichen;bach) esige invece che un controfattuale sia vero quando il conseguente segue, in virtù di una o più leggi di natura, dall’antecedente e dalla parte più informativa dell’insieme di conoscenze presupposte.