CONEGLIANO (A. T., 23-24-25)
Grosso comune della provincia di Treviso, situato sulle ultime pendici delle Prealpi Bellunesi, in regione ormai quasi pianeggiante e amenissima, riparata dai venti del nord e costituente una zona a clima mite rispetto alle regioni vicine (Conegliano: media gennaio 4°, media luglio 23°,5, media annua 13°,3, escursione annua 19°,5). Il comune è vasto 36,33 kmq., in parte occupati da campi attraversati da filari di viti (18,88), in parte da prati e pascoli (12,68).
Il capoluogo, posto a 62 m. s. m., in mezzo a una corona di poggi ridenti, è allo sbocco in piano della via alpina che, attraversato il Piave a Ponte delle Alpi (strada d'Alemagna), passando per Fadalto giunge a Vittorio e Conegliano, dove incontra la via pedemontana Montebelluna- Sacile; esso è parte in piano, parte sul pendio d'una verde collina presso i resti del castello che probabilmente costituì il primo nucleo del paese. Il luogo ha ora una notevole importanza commerciale e industriale (filatura e tessitura del cotone, fabbrica di laterizî e mobili di giunco) ed è noto come produttore di pregiati vini bianchi di colle (verdiso, prosecco, spumante) e rossi di piano (raboso e cabernet); diffuse di conseguenza anche le industrie vinicole (spumante Carpené, distillerie d'alcool, fabbriche di botti). Per il fervido apostolato di Antonio Carpené (1839-1902), dal 15 gennaio 1877 Conegliano è sede della regia Scuola superiore di viticoltura ed enologia. Il distretto di Conegliano aveva nel 1550 9270 ab., nel 1766 13.863, nel 1795 14.332. Il comune ne contava poi 7062 nel 1861, 9796 nel 1901, 14.969 nel 1921. Di essi 8158 dimoravano in Conegliano, gli altri in dimore isolate.
Monumenti. - Elegante e pittoresca, per quanto danneggiata dall'ultima guerra, ha ancora intatti molti bei monumenti. Importanti sono i resti delle mura, specie di quelle ad archivolti dell'epoca carrarese: una delle torri eretta nel 1384 è a ridosso della Porta del Leone detta così dall'affresco del Pordenone. La casa Carpené detta del re di Cipro perché già di Giovanni di Lusignano, è un esempio tipico di costruzione gotica; del Rinascimento invece sono molte case, e il maestoso palazzo Montalban vecchio. La vicina villa Lippomano (Dall'Armi) a Monticella è una delle più fastose creazioni secentesche di Baldassarre Longhena. Fra le chiese sono da ricordare: l'abside gotica di S. Antonio con un bell'affresco del Pordenone; il duomo (1352) e l'annessa Sala dei Battuti, tutta ornata d'affreschi del primissimo Cinquecento, attribuibili ad Agostino da Lodi, a Francesco da Milano e a uno scolaro del Previtali; il chiostro di S. Francesco (sec. XVI) e la chiesa di S. Martino (secoli XVII-XVIII). Fu patria di G.B. Cima (v.) detto da Conegliano e del Beccaruzzi, scolaro del Pordenone.
Storia. - Notizie certe di Conegliano non si hanno che a partire dal sec. XII. Ma tosto troviamo Conegliano comune autonomo, mescolato alle vicende di Ceneda e della potente famiglia dei Caminesi; più spesso lo vediamo alle prese con Treviso, che nel 1259 l'assoggetta definitivamente. Nel 1329 la città cade in potere degli Scaligeri, e per liberarsene si dà a Venezia (1327). Da allora in poi, salvo la momentanea dedizione al patriarca di Aquileia (1339) e le passeggere signorie del re d'Ungheria (1356-58), di Leopoldo d'Austria (1384-89) e la breve dominazione tedesca al tempo della guerra di Cambrai, Conegliano seguì le sorti di Venezia. Durante la guerra europea nell'ottobre del 1917, Conegliano subì l'occupazione straniera diventando il fronte della linea austriaca sul Piave, finché il 29 ottobre 1918 fu riconquistata dall'Italia.
Bibl.: C. Foucard, Del governo veneto in Conegliano (1339-1797), Venezia 1857; G. B. Picotti, I Caminesi, Livorno 1905; A. Vital, Piccola guida storico-artistica di Conegliano, Treviso 1906.