Confalonieri, Federico, conte
Uomo politico (Milano 1785 - Hospenthal, Svizzera, 1846). Di famiglia nobile, ostile alla dominazione straniera, alla caduta del regime napoleonico il conte Confalonieri fu uno dei capi del cosiddetto partito degli «italici» che auspicava la creazione di uno Stato lombardo indipendente. Prese parte alla sfortunata missione a Parigi per perorare le aspirazioni dei patrioti presso le potenze alleate e, dopo la restaurazione austriaca a Milano, compì numerosi viaggi in Europa stringendo rapporti con i liberali francesi. Rientrato in Italia nel 1819, si impegnò a promuovere il progresso economico e sociale della Lombardia attraverso numerose iniziative (navigazione fluviale a vapore, illuminazione a gas, scuole di mutuo insegnamento) e fu tra i fondatori del «Conciliatore». Sospettato di aver tenuto le fila della congiura lombarda che aveva appoggiato l’insurrezione piemontese del 1821, fu arrestato e condannato a morte nel 1823. Commutata la pena nel carcere a vita, per intervento della moglie Teresa Casati presso la corte di Vienna, nel 1824 partì per lo Spielberg dove rimase prigioniero fino al 1835. Graziato, fu deportato negli Stati Uniti e nel 1837 ritornò in Europa. Nel 1840, grazie a un’amnistia, poté tornare a Milano.