confondere
. " Mescolare assieme " senza distinzione e senza ordine: alterare la verità fino al punto da renderla oscura, inintellegibile, in Pd XXIX 74 la verità... la giù si confonde, / equivocando in sì fatta lettura; " unire dissennatamente " i due poteri, quello temporale e quello spirituale, come ha fatto la Chiesa, in Pg XVI 128 la Chiesa di Roma, / per confondere in sé due reggimenti, / cade nel fango.
Nel senso di " turbare ", anche " stordire ", in If VI 3 la pietà d'i due cognati / ... di trestizia tutto mi confuse; e piuttosto di " vincere ", " sopraffare ", in Fiore XCII 8 sed'e' vien alcun gran litterato / ... co la forza ch'i' ho, i' sì 'l confondo; vale invece " confutare ", in Cv IV XV 1 la canzone... seguita a confondere la premessa... oppinione, e XV 10 conchiudo lo loro errore essere confuso.
Nel senso di " smarrirsi ", " perdersi ", il verbo ricorre in Pg VIII 36, in un verso molto conciso (l'occhio si smarria, / come virtù ch'a troppo si confonda), che va sciolto in questo modo: " come si smarrisce ogni facoltà sensitiva di fronte a un oggetto che ecceda la sua limitata capacità " (Sapegno). E nello stesso senso, in Rime CVI 133 In ciascun è di ciascun vizio assembro, / per che amistà nel mondo si confonde.
Il participio passato ricorre, con valore di aggettivo, nel senso di " stordito ", " frastornato ", " sopraffatto ", in If XXV 145 avvegna che li occhi miei confusi / fossero alquanto, e Pg XXXI 7 Era la mia virtù tanto confusa. Nel senso di " non ben comprensibile ", in If XXVII 6 un confuso suon che fuor [dalla fiamma] n'uscia.
Controversa la spiegazione di anima confusa (If XXXI 74), riferito a Nembrot: nell'epiteto s'è voluta vedere un'allusione alla confusione delle lingue dopo la torre di Babele o alla confusa lingua dello stesso Nembrot; ma l'aggettivo vale forse " sopraffatta ", " vinta ", come più chiaramente appare dal contesto dell'apostrofe virgiliana, tutta imperniata sull'allusione al corno appeso al collo del gigante, simbolo della superbia di Nembrot debellata da Dio.
Interessante è la locuzione ‛ far c. ' di Pg XIX 27 una donna apparve santa e presta / lunghesso me per far colei [la sirena] confusa, che sta per " svergognare ", " vincere ", " debellare ".