confortare
. Ha il significato originario di " rafforzare ", nel passo di If VIII 107 lo spirito lasso / conforta e ciba di speranza buona; Pd XXV 45, Rime LVII 9, Cv I XII 3; quindi, a seconda del suo oggetto, vale " rincuorare ", come in If VII 4 disse per confortarmi: " Non ti noccia / la tua paura... "; Pg VII 97 L'altro che ne la vista lui conforta (dove il valore di c. va inteso in rapporto sia con lo stato di tristezza di Rodolfo [vv. 91-93] sia con il sostituirsi della carità all'odio tra Rodolfo e Ottacchero); XXVII 52 (passo di cui s'intende bene il valore se non lo si separa dalla precedente espressione Lo dolce padre mio, che " ha qui un significato ben più intenso di questi attributi soliti di Virgilio " [Momigliano], e dall'argomento patetico del conforto - pur di Beatrice ragionando andava [ v. 53] - opposto a quello faceto scelto per indurre D. a non temere la fiamma, vv. 43-45); Vn XXIII 14 (due volte) e 20 27, Rime LXX 14, Fiore XI 4 e XX 3; o vale " rianimare ", come in Pg XIX 10 come 'l sol conforta / le fredde membra che la notte aggrava, dove il paragone è inteso a significare l'azione di trasformazione che lo sguardo opera sulla strega: pertanto dell'atto del c. qui viene evocato l'effetto, grazie al rapporto di correlazione tra conforta e fredde e aggrava (la trasformazione è invece esplicitamente rappresentata in If II 127-129, dove il termine di paragone doveva tonificare un motivo tutto spirituale); così in If XIII 77 alcun... / conforti la memoria mia, che giace / ancor del colpo che 'nvidia le diede, l'immagine del ‛ giacere ' fa pensare più a una modificazione qualitativa che non all'atto puro e semplice del ravvivare.
Nella forma intransitiva pronominale, vale " rincuorarsi ", in If III 20 con lieto volto, ond'io mi confortai; Pg X 91 Or ti conforta; ch'ei convene / ch'i' solva il mio dovere (nella battuta conclusiva del dialogo fra Traiano e la vedovella, la virtù dell'imperatore supera il rischio di un'espressione convenzionale e un po' teatrale proprio in grazia di quel moto di carità iniziale, Or ti conforta); Vn V 3, XXXI 14 56; e " rassicurarsi ", in Rime CXVI 54 confortar non mi posso / sì ch'io non triemi, e Fiore CCXII 9.
Nel senso di " munire contro la sofferenza " (che non è proprio " consolare ": cfr. Tommaseo, Dizionario: " Portando nell'origine l'idea di forza, si distingue da Consolare, ancor dove gli è più affine "), è attestato in I f V 44 nulla speranza li conforta mai; Vn XV 6 10 e XXII 15 10, Fiore XLIX 4 e, con particolare costruzione, in Rime XLIX 7 mi tien già confortato / di ritornar la mia dolce speranza; in rapporto al pericolo piuttosto che alla sofferenza, vale " soccorrere ", in Fiore CCVI 8 a me soccorrere a campar la vita, / ch'ella sarebbe in poco d'or fallita, / sed e' non mi venisser confortando. Nel senso di munire verso un fine, vale " consigliare ", in Fiore LXXIII 1 Così mi confortò il buon Amico, e Cv II II 9; " incoraggiare ", in Rime dubbie XVII 5 e Fiore XVII 12; " esortare ", in Vn XII 16 dico a lei ov'ella vada, e confortola però che vada più sicura, Cv IV XI 12 e Fiore CVIII 12. Vale quindi " sollecitare " e quasi " causare ", in Pg I 19 Lo bel pianeto che d'amar conforta (cfr. Cv II V 14 li antichi s'accorsero che quello cielo era qua giù cagione d'amore; v. Pd VIII 1-3, e " Giorn. stor. " Supplemento n. 6, pp. 1-73); merita forse che si noti come in Rime c 4 si trovi ricordata Venere, la stella d'amor, e al v. 7 ricorra c. nella medesima accezione, e quel pianeta [questa volta Saturno] che conforta il gelo (" il pianeto che 'l gielo conforta ", Boccaccio Teseida V 29). V. anche RICONFORTARE.