confraternita
Associazione di fedeli costituita con formale decreto dell’autorità ecclesiastica; i membri sono laici, non prendono i voti e non praticano la vita comune ma si riuniscono per compiere opere di pietà e carità. Di solito le c. sono dotate di una matricola e di uno statuto, di un luogo di riunione – spesso corrispondente a una chiesa, di cui talvolta occupano una particolare cappella o altare –, di uno stendardo e di un abito da usare nelle occasioni pubbliche, come le processioni. L’appartenenza alla stessa c. costituiva il segno della condivisione di una rete di relazioni e di interessi, nonché di uno stile di vita. Le c. si diffusero in Italia, soprattutto nelle città, a partire dal 12° sec., talvolta prendendo vita da movimenti devozionali che si manifestavano in più realtà urbane come l’Alleluja del 1233, il movimento dei Disciplinati del 1260 o i Bianchi del 1399. A volte le c. stabilirono intensi contatti con gli ordini mendicanti. Sin dal Medioevo erano riconosciute e regolate dalla Chiesa, ma solo dal Concilio di Trento furono sottoposte al controllo dei vescovi della diocesi in cui operavano.