Congestione
Il termine congestione, dal latino congestio, "ammassamento", è ancora largamente usato nel linguaggio corrente non tecnico per indicare un aumento della quantità di sangue (iperemia, dal greco ὑπέρ, "sopra", e αἷμα, "sangue") in un organo o in una parte del corpo. Nel linguaggio scientifico esso è più comunemente sostituito da altre definizioni, che indicano più specificamente la causa dell'ingorgo sanguigno in un determinato organo.
L'accumulo di sangue in un organo o in un apparato può essere il risultato di un'iperemia attiva, determinata da un maggiore afflusso di sangue arterioso, quale si verifica nel caso di reazioni vasomotorie o di processi flogistici, o di un'iperemia passiva, quale si realizza soprattutto quando esistano un ostacolo al ritorno venoso o un deficit della pompa cardiaca che provochino fenomeni di stasi sanguigna. L'organo interessato dalla congestione appare turgido, di colorito rosso vivo nell'iperemia attiva, cianotico nella stasi. In condizioni normali, durante la maggiore attività di un organo o di un apparato, si può verificare una moderata congestione di esso (per es., la congestione del tubo digerente durante la digestione, quella dei muscoli durante il lavoro fisico ecc.). Congestioni patologiche sono quelle che fanno parte integrante di un processo infiammatorio (per es., congestione del polmone nella prima fase di una polmonite), quelle secondarie a disturbi dell'innervazione vasomotoria (come nella paresi e nella paralisi del simpatico) e quelle connesse a un ostacolo del deflusso venoso. Esempi di iperemia attiva sono: la vasodilatazione cutanea di natura emotiva che provoca il rossore del volto; la congestione del polmone che si verifica con meccanismo ex vacuo in seguito a svuotamento rapido di un versamento pleurico o, controlateralmente, quale fenomeno compensatorio dopo pneumotorace spontaneo o terapeutico; l'accumulo di sangue nelle strutture del sistema nervoso centrale e nelle meningi nel colpo di sole e nell'alcolismo acuto; l'inturgidimento dei corpi cavernosi del pene nell'atto sessuale (ove l'iperemia è mista, attiva e passiva); la congestione degli organi genitali femminili in fase mestruale e durante la gravidanza; tutti i processi flogistici, sia infettivi sia di altra natura. L'iperemia passiva, denominata anche insufficienza venosa o stasi, riconosce quale causa più frequente una ridotta capacità contrattile del miocardio, comunemente nota come scompenso cardiocircolatorio o insufficienza cardiaca congestizia; questa può essere di tipo destro o di tipo sinistro oppure globale, e si accompagna nel primo caso a congestione epatica e a edemi più o meno diffusi (più evidenti nelle zone declivi), e nel secondo a stasi polmonare, con conseguenti dispnea ed edema. Nell'insufficienza ventricolare destra, il ristagno di sangue interessa pressoché tutti i distretti dell'organismo, così da configurare un quadro di congestione generalizzata. La stasi può determinarsi acutamente, per riduzione della pressione di perfusione, e conseguenti aumento della permeabilità dell'endotelio capillare e passaggio di liquidi dal compartimento vascolare a quello interstiziale; l'edema dei tessuti, a sua volta, esercita una compressione sui capillari stessi, provocando ischemia. L'ostacolo al ritorno venoso, determinato per es. dalla presenza di trombi o da fenomeni compressivi (tumori ecc.), costituisce un altro importante fattore di congestione.
Robbins pathologic basis of disease, ed. R.S. Cotran, V. Kumar, S.L. Robbins, Philadelphia, Saunders, 19945.