CONGO (già Congo Belga; XI, p. 133; App. I, p. 457; II, 1, p. 675)
Il paese occupa il centro del continente africano e ha uno sviluppo costiero sull'Atlantico di soli 40 km. Le zone agricole più estese sono localizzate soprattutto nelle province dell'Equatore Orientale, con il 40% delle colture indigene e il 60% delle piantagioni. Ma l'area agricola, malgrado i suoi recenti sviluppi, non occupa che l'1% della superficie del paese. Il prodotto più cospicuo, anche agli effetti dell'alimentazione, è costituito dalla manioca, seguito nel campo alimentare dalle banane, dalle patate dolci, dal mais e dal riso. Importanti poi anche nei riguardi delle esportazioni sono il caffè, diffusosi nella Provincia Orientale (coffea robusta) e in quella di Kivu (coffea arabica) a partire dal 1920, la palma da olio, al centro del bacino più umido e nel Kasai, l'arachide, in continuo sviluppo a partire dal 1951-52 nel Kasai e nella provincia orientale, la canna da zucchero, il cotone, il caucciù ed i legumi. L'hevea brasiliensis prospera nelle piantagioni delle regioni equatoriali.
I centri della produzione mineraria (che costituisce quasi i due terzi delle esportazioni) sono Bukavu, Élisabethville e Stanleyville. I prodotti cupriferi sono in mano della Union Minière du Haut Katanga con i relativi impianti di concentrazione e raffinazione. Importanti sono poi i giacimenti di zinco (Kipushi), stagno (Maniema), associato talvolta al tantalio, di manganese (Kisenge, Kamata), la cui estrazione si è particolarmente sviluppata a partire dal 1950, di uranio (Shinkolobwe), per il cui impiego esiste dal 1942 un accordo con gli S.U.A. Inoltre il C. Belga fornisce quantitativamente il 70% della produzione mondiale dei diamanti industriali ed il 18% di quelli da ornamento, produzione limitata al Kasai. Oltre all'oro e all'argento vengono poi estratti il volframio, il colombio, il cobalto e il germanio. La produzione carbonifera è insufficiente; il petrolio è tutto importato dall'estero.
Storia. - Il periodo postbellico ha veduto un prodigioso sviluppo economico, che si condensa nella seguente cifra: il reddito nazionale è aumentato, tra il 1950 e il 1956, del 69%, cioè con una media annua di oltre il 10%, stabilizzandosi nel 1956 a oltre 49 miliardi di franchi congolesi. In media, dal 1948 in poi, sono stati investiti annualmente capitali per undici miliardi, contro un miliardo dell'anteguerra. Nel 1957 si calcolava che in-totale fossero stati investiti al C. Belga nel dopoguerra 130 miliardi di franchi, nella quasi totalità di origine belga, malgrado il regime di porta aperta stabilito dall'Atto di Berlino del 1885 per il cosiddetto Bacino Convenzionale del Congo. A sua volta, il governo belga, alla data del 1957, aveva investito oltre 30 miliardi per infrastrutture economiche e sociali (porti, strade, ospedali, scuole, ecc.). La bilancia commerciale è stata sempre in attivo di alcuni miliardi negli ultimi anni, mentre quella dei pagamenti lo è stata sino al 1955, divenendo poi deficitaria negli anni successivi, con un accenno però, alla fine del 1958, a riprendersi. Lo sviluppo economico, sociale, scolastico è stato inquadrato in un piano decennale (1950-59).
L'evoluzione politico-costituzionale non è andata, invece, di pari passo con lo sviluppo economico, almeno sino al 1959. La concezione paternalistica ed empirica di governo, preoccupata più dei problemi economici che di quelli politici, nonché la mancauza di decisi orientamenti e programmi in materia politico-costituzionale hanno continuato a caratterizzare la situazione. La costituzione del 1908 non ha subìto sino al 1959 sostanziali modificazioni. Nel 1946 è stato creato un Consiglio di Stato sia per il Belgio sia per il C. con una duplice funzione: consultiva in materia legislativa e giurisdizionale in materia amministrativa. Con decreti del 10 luglio 1947 e 13 febbraio 1957 sono stati riorganizzati gli organi centrali e periferici dell'amministrazione nel Congo. È stato creato un Consiglio di governo costituito da 65 membri, parte ex officio, parte nominati e parte eletti. Esso ha funzioni consultive su una serie molto vasta di materie e nel suo seno viene costituita una Delegazione permanente, che assiste da vicino il Governatore generale con i suoi consigli e le sue proposte. Sono stati altresì costituiti dei Consigli provinciali e dei consigli di distretto (il distretto è una suddivisione delle Province).
Ma le riforme amministrative non erano più sufficienti a soddisfare i movimenti indigeni a sfondo politico che erano andati delineandosi dal 1955 in poi. La creazione della Comunità francese (settembre 1958) e le risoluzioni votate alla Conferenza panafricana di Accra (dicembre 1958) ebbero un immediato contraccolpo nel Congo. A seguito di un violento discorso pronunciato a Léopoldville da Patrice Lumumba, capo del Movimento nazionale congolese, di ritorno da Accra, gravissimi disordini scoppiarono in quella città (5 gennaio 1959). L'episodio fu come un campanello d'allarme per il governo belga, che, attraverso un discorso di re Baldovino (13 gennaio) e una dichiarazione del Ministro per il C. Belga e Ruanda Urundi (16 ottobre 1959), si è affrettato a correre ai ripari e a formulare un piano di riforme costituzionali, le quali avrebbero dovuto sfociare nella concessione di un parlamento e di un governo congolesi entro il settembre 1960, ma esse non hanno incontrato l'approvazione dei partiti congolesi. Elezioni comunali si sono tenute nel dicembre 1959 in tutte le sei province (boicottate nel Basso Congo). Il 20 gennaio 1960 si è riunita a Bruxelles una Conferenza della Tavola Rotonda con 81 delegati congolesi, 6 membri del governo e varî parlamentari belgi, allo scopo di delineare una nuova costituzione per il Congo. Alla chiusura dei lavori (20 febbraio), la Conferenza ha deliberato la creazione della repubblica indipendente del Congo.
Essa è stata proclamata il 30 giugno 1960 alla presenza del re Baldovino del Belgio e, secondo la legge organica provvisoria approvata il 18 maggio 1960 dal Parlamento belga, il sistema di governo è bicamerale (senato e camera dei deputati) con un governo responsabile dinanzi al parlamento ed un capo dello stato eletto.
Da questo momento, e soprattutto dall'ammutinamento di Thysville del 5 luglio, si è aperta nel C. una grave crisi, di natura interna e di vaste ripercussioni internazionali. Al fondo di tutto questo vi è indubbiamente l'estrema immaturità, anzi inesistenza, di una classe dirigente congolese. Questa carenza di élites - sottolineata dalla pressoché totale mancanza di laureati, medici, amministratori ecc. - ha fatto sì che il paese si sia trovato subito in balia di estremisti esaltati mal dominati dal governo presieduto da Patrice Lumumba. Ne è emersa anzitutto un'enorme, incontrollata ondata antibelga e più ampiamente xenofoba, che non dominata dalle truppe governative ha dato il via a terribili disordini e ha esposto i bianchi al massacro. Il 9 luglio nel tentativo di proteggere un gruppo di connazionali, perdeva la vita il console italiano a Élisabethville Tito Spoglia. Di più, quasi subito, le relazioni del C. con Bruxelles venivano rotte (14 luglio). Mentre le truppe belghe cominciavano ad essere ritirate, già con la nota sovietica del 13 luglio 1960 il C. diveniva uno dei varî terreni di scontro fra i blocchi contrapposti, per le accuse sovietiche dirette alle potenze occidentali di voler effettuare interventi di carattere "coloniale". Due giorni più tardi, forti di questo appoggio, il presidente della repubblica Kasavubu e il presidente del consiglio P. Lumumba, denunziando un ipotetico "complotto" belga contro l'indipendenza del C., prospettavano a N. Chruščëv una possibile richiesta di intervento e lo stesso giorno ottenevano l'assicurazione che il governo sovietico avrebbe prestato alla Repubblica del Congo "tutta l'assistenza che potrà essere necessaria...". In questa situazione caotica il 14 luglio - anche in relazione alle proposte per uno stato congolese federale, avanzate alla Conferenza della Tavola Rotonda - Moïse Tshombe proclamava l'indipendenza del ricchissimo Katanga (che contribuisce al reddito congolese per oltre il 60%).
Di fronte a questa grave crisi ormai internazionalizzata e mentre cominciavano a giungere per aereo aiuti dal blocco comunista, il Consiglio di Sicurezza delle N.U. con sue risoluzioni del 14 e 21 luglio decideva di inviare proprie truppe nel C.; lo stesso segretario generale D. Hammarskjöld col vice segretario R. Bunche si prodigavano energicamente - sul piano diplomatico e militare - a dominare la situazione. A poco a poco, mentre i belgi si ritiravano completamente, reparti di "caschi azzurri" delle N.U. - tratti di preferenza da paesi africani - estendevano la loro occupazione a tutto il C. ed entravano anche nel Katanga, lasciando però impregiudicata la controversia fra Léopoldville ed Élisabethville. Portata dinanzi alle N.U., la questione congolese fu discussa dall'Assemblea generale, che il 19 settembre adottò una risoluzione, la quale anzitutto approvò l'operato di D. Hammarskjöld (accusato da Lumumba e dall'URSS di voler nstabilire un regime coloniale sotto la bandiera delle N.U.), in secondo luogo invitò i congolesi alla pacificazione e gli stati membri a non fornire armi al C. oltre che a non compiere atti capaci di incidere sulla sua unità.
Intanto, la politica di Lumumba provocò la reazione dei militari, i quali, sotto la guida del colonnello Mubutu, finirono per assumere il controllo della situazione (14 settembre 1960). Sciolto il governo presieduto da Lumumba e nominato al suo posto un Comitato di commissarî governativi, sciolto il parlamento, lo stesso Lumumba fu messo praticamente agli arresti in casa sua, quindi imprigionato (dicembre 1960) a seguito di un tentativo di fuga; la situazione del C. sembrò essere controllata dal binomio Kasavubu-Mubutu, ma la Provincia Orientale proclamò, ciononostante, la propria indipendenza prendendo decisamente parte per Lumumba. La presenza delle forze delle N.U. ha contribuito largamente a ristabilire l'ordine e la calma, ma l'aperta presa di posizione di alcuni governi (Ghana e Guinea soprattutto) in favore di Lumumba ha influito sull'atteggiamento dei comandanti delle truppe inviate da quei paesi nel C. e quindi sul Comando generale delle forze delle N.U., che si è dovuto preoccupare anche di fattori politici generali, estranei al suo vero compito.
Bibl.: Encyclopédie du Congo belge, in 3 voll., Bruxelles 1955; rapporti annuali del Governatore generale del Congo e rapporti annuali del Ministero del Congo e Ruanad Urundi sulla situazione economica delle colonie e del territorio sotto tutela. Infor. Congo, Congo Belge, I, Bruxelles 1958; id., pubblicazione mensile Congo; R. L. Pendleton, The Belgian Congo: impressions of a changing region, in Geographical Review, XXXIX (1949), pp. 371-400; P. Wigny, Methods of government of the Belgian Congo, in African Affairs, ottobre 1951; P. Gourou, Le plan décennal du Congo Belge, in Les Cahiers d'Outre-Mer, V (1952), pp. 26-41; E. Hickmann, Belgisch Kongo, Struktur und Entwicklung einer Kolonialwirtschaft, Brema 1952; M. Robert, Contribution à la géographie du Katanga, essai de sociologie, Bruxelles 1953; id., Géologie et géographie du Katanga, Bruxelles 1956; L. Bozzi, Evoluzione della produzione agricola nel Congo Belga, ecc., in Rivista di agricoltura subtropicale, ecc., LI (1957), pp. 167-80; C.R.I.S.P., Congo, 1959; Documents belges et africains, Bruxelles 1960.