congregazionalismo
Movimento religioso riformato, diffuso soprattutto in Inghilterra e negli Stati Uniti. Professa l’assoluta indipendenza di ogni «congregazione» locale in materia di fede e di disciplina ecclesiastica, e la separazione completa dallo Stato. Il movimento ha la sua origine in Inghilterra, nel sec. 16°, dall’opposizione dei puritani alla Chiesa anglicana per la sua sottomissione al potere civile. Uno dei primi rappresentanti di questo movimento fu R. Browne, che fondò una prima «congregazione» a Norwich retta dal più intransigente spirito democratico. Costretti a emigrare, i primi congregazionalisti formarono comunità in Olanda; tornati in Inghilterra sotto Cromwell, poi ancora colpiti da vari atti del Parlamento sotto Carlo II, beneficiarono infine dell’atto di tolleranza di Guglielmo d’Orange. I principi congregazionalisti furono portati nell’America Settentrionale dai Pilgrim fathers, che fondarono nel nuovo mondo le prime comunità rette da principi democratici. La teologia dei congregazionalisti è calvinista e la confessione di Westminster è alla base della loro professione di fede. Particolarmente importante è la loro concezione della Chiesa come comunità di credenti (fondata su un tacito patto tra i fedeli e Dio) che si realizza storicamente attraverso varie comunità o Chiese, ognuna autonoma e democraticamente organizzata (con il suffragio dei fedeli sono designati il pastore e gli altri ministri). Notevole è stata l’attività del c. in campo scolastico e missionario.