CONIUGAZIONE (dal lat. coniugatio, che traduce il greco συζυγία)
Linguistica. - Si chiama coniugazione in genere la flessione del verbo in confronto di quella del nome o declinazione; esprime il tempo, il modo, il numero, la persona e la diatesi (genus verbi).
Nelle lingue moderne la diatesi è espressa sintatticamente, la persona spesso con l'aiuto del pronome. In particolare, si dice coniugazione la sistemazione delle diverse forme del verbo o tempi, per cui date alcune forme fondamentali o anche una sola, si hanno gli elementi sufficienti per costruire tutte le altre. Così in latino si hanno quattro coniugazioni e le forme essenziali sono quella dell'indicativo presente (o dell'infinito presente), quella del perfetto e quella del supino. In italiano le coniugazioni sono tre, se si trascura la differenza fra i verbi in -ere piani (= 2ª coniugazione latina) e quelli in -ere sdruccioli (= 3ª coniugazione latina). La coniugazione in questo significato presuppone un'azione di livellamento per cui rispetto alle forme ereditate se ne costituiscono, se ne perdono o se ne introducono delle nuove. Naturalmente un certo numero di verbi riesce sempre a sottrarsi a questo processo.
La συζυγία greca ha invece un significato più ristretto limitato al presente: si parla di tante συζυγίαι quanti sono i suffissi di presente: -ω, -σκω, -νω.