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connaturato

di Giorgio Stabile - Enciclopedia Dantesca (1970)
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connaturato

Giorgio Stabile

. Questo termine appare in due luoghi del Convivio, ambedue però malsicuri e assai tormentati dagli editori. Nel primo luogo significa ‛ di natura simile ': Cv II III 17 l'epiciclo non ha una essenza con quello [cielo] che 'l porta, avvegna che più sia connaturato ad esso che li altri. Per il secondo luogo (IV XIV 7) va notato che gli editori della '21 hanno con ciò sia cosa, com'è no[t]ato, che la cosa quanto è migliore tanto è più cagione di bene, mentre l'edizione Busnelli-Vandelli varia con ciò sia cosa, com'ho no[t]ato. L'edizione Simonelli legge invece con ciò sia con[natu]rata la cosa che, quanto è migliore, tanto è più cagione di bene, e propone la seguente spiegazione: " la cosa è voluta dalla natura (connaturata) in modo tale che quanto è migliore tanto più è cagione di bene "; ma la correzione non chiarifica, né la spiegazione del termine trova conforto nella tradizione. V. F. Brambilla Ageno, Riflessioni sul testo del " Convivio ", in " Studi d. " XLIV (1967) 106-107.

Vocabolario
connaturato
connaturato agg. [part. pass. di connaturare]. – Che fa parte della natura stessa di una persona, o è divenuto parte della sua natura; profondamente radicato: vizî, difetti, desiderî c. nell’uomo; la diffidenza è c. in lui.
connaturare
connaturare v. tr. [dal lat. tardo connaturare, comp. di con- e natura «natura»], non com. – Rendere naturale una qualità in qualcuno, far diventare parte della sua natura; meno spesso, rendere di uguale natura, conformare. Nell’intr. pron.,...
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