CONON de Béthune (al nomin. Cuenes o Quenes)
Troviero artesiano, uomo di stato e guerriero. Nato verso la metà del secolo XII, quintogenito di Roberto V, conte di Béthune. Poco si conosce della sua giovinezza. Sappiamo che godé fama di buon poeta nelle corti e che nell'arte del poetare aveva avuto maestro Ugo d'Oisy, suo parente, il più antico poeta "cortese" della Francia. Sembra che dama del suo cuore sia stata la famosa Maria di Sciampagna, benché un po' più vecchia di lui. Partecipò alla Terza Crociata, da cui fece ritorno nel 1191. Nella Quarta Crociata ebbe parte assai importante, sia come capo militare, sia come diplomatico. L'azione di lui in Oriente si può seguire passo per passo nelle celebri narrazioni di Jeoffroi de Villehardouin e di Henri de Valencienne. Dopo la morte dell'imperatrice Iolanda di Fiandra (agosto 1219), tenne la reggenza dell'Impero latino di Costantinopoli. Morì il 17 dicembre, non si è certi se del 1219 o del 1220. La produzione poetica superstite di C. si riduce a tredici canzoni, alle quali si aggiunge una tenzone, scambiata, probabilmente in Oriente, col trovadore Rambaldo di Vaqueiras. C. appartiene a quella schiera di grandi feudatarî che introdussero e diffusero in Francia l'alta lirica amorosa iniziata in Provenza. È interessante una canzone in cui il poeta esprime il proprio disappunto per essergli stata rimproverata, alla corte di Filippo Augusto, la pronuncia piccarda; attestazione assai significativa circa i gusti linguistici della corte di Francia.
Bibl.: A. Wallensköld, Chansons de C. de B., Helsingfors 1894, e nuovamente Parigi 1921 (Les classiques français du moyen âge); V. De Bartholomaeis, De Rambaut et de Coine, in Romania, XXXIV, p. 44 segg.