conoscitore
È considerato dalla gran maggioranza dei commentatori termine del linguaggio giuridico, e messo in stretto rapporto col latino cognoscere, " giudicare " (cfr. Mn I X 3 cum alter de altero cognoscere non possit), in If V 9, dove Minosse è detto conoscitor de le peccata. Come già nota Benvenuto (" quia cognoscit gravia et levia secundum circumstantias eorum diversas "), la parola denota in verità il possesso di un sapere ben approfondito in campo morale, di una vasta e scaltrita esperienza intorno alla casistica dei peccati, premessa di un giudizio rigoroso e infallibile (Minòs, a cui fallar non lece, XXIX 120): tutto ciò va sottinteso al valore di " giudice ", attribuito comunemente al vocabolo (v. MINOSSE). Anche nella lirica, del resto, la parola era assunta di solito, come ‛ conoscente ' (v.), nel significato di " saggio ": cfr. Chiaro Di cantare 24 " om c'ha disïato / lo suo gravoso danno e disinore, / poi, me' conoscidore, / ritornò al dritto stato ".