conquidere
. In D. il termine ha il senso di " vincere ", " sopraffare ", che assunse nel latino medievale e nell'italiano antico e di cui s'incontrano esempi anche in Bonagiunta, in Guittone, in Cavalcanti (Era in penser 13 " Guarda come conquise forza d'amor costui ! "). Tale valore ha in Rime dubbie X 10 Questo assedio grande ha posto Morte, / per conquider la vita, intorno al core.
Con valore estensivo, riferito all'aspetto del viso, ai lineamenti del volto, vale " disfatto ", " alterato ", " trasfigurato ", in Rime LXXI 10 Se nostra donna conoscer non poi, / ch'è sì conquisa, non mi par gran fatto, giacché ella ha le sue sembianze sì cambiate (v. 5); e in Pg XXIII 45, ove D. riconosce ne la voce di Forese ciò che l'aspetto in sé avea conquiso; dove il Blanc (Vocabolario dant., sub v. ‛ conquiso ') chiosa: " Io lo riconobbi alla voce, avendo il suo aspetto il suo volto attuale totalmente distrutto, invaso, i sembianti che portava durante la sua vita ". Diversamente e più esattamente interpretò il Buti: " conquiso, cioè guasto... imperò che non potea comprendere nel volto chi elli era, e così l'aspetto suo avea guasta la sua cognoscenzia ".