conservare
. " Serbare ", " custodire "; in If X 127 La mente tua conservi quel ch'udito / hai contra te, significa la facoltà della memoria di serbare e riproporre a tempo debito ciò che le è affidato: ma è opportuno notare che, come nella polemica con Firenze il motivo dell'esilio è l'elemento più disposto alla rappresentazione drammatica, questo conservare nella memoria il parlar nemico di Farinata è uno dei primi tratti della prospettiva temporale e morale di quella rappresentazione.
Nell'accezione affine di " mantenere nel tempo ", è attestato in Cv I X 8 sua propia bontade, per la quale le grandezze de le vere dignitadi... e acquistate e conservate sono; II V 2, VIII 6 e X 10, IV XVII 4; Rime CVI 37 Vertute.../ per lo corto viaggio / conserva, adorna, accresce ciò che trova; nella forma intransitiva pronominale, in Cv III I 8 l'amistade si ferma e si conserva, e II 7.
In Pg XXXII 48 Sì si conserva il seme d'ogne giusto, può valere " mantenersi integro ", come suggerisce anche il confronto con la probabile fonte scritturale " sic enim decet nos implere omnem iustitiam " (Matt. 3, 15); bisogna tuttavia ricordare che qui la conservazione è anche salvaguardia, considerata la minaccia derivante dalla confusione dei poteri sacro e profano. La medesima accezione si riscontra in Cv IV XV 7 la nostra fede, la quale del tutto è da conservare (v. Pd XXIV 86-87); il predicativo si fa esplicito in Pd XXXIII 35 ti priego... che conservi sani, / dopo tanto veder, li affetti suoi, e non è pleonastico, in quanto è la sanità degli affetti che vuol essere mantenuta integra (s. Bernardo ripete qui la richiesta della grazia di " perseveranza finale " che già D. ha rivolta a Beatrice: l'anima mia, che fatt'hai sana, / piacente a te dal corpo si disnodi, XXXI 89-90).
Nel rapporto con un pericolo o minaccia, vale propriamente " salvaguardare ", come in If XXIII 107 Catalano e ... Loderingo / ... insieme presi / come suole esser tolto un uom solingo, / per conservar sua pace, dove la minaccia alla pace viene dal riacuirsi delle ostilità tra guelfi e ghibellini (G. Arias, in Le istituzioni giuridiche medievali nella D.C. [Firenze 1901], unisce per conservar sua pace a uom solingo; è preferibile, invece, collegarlo, posta la virgola dopo solingo, a insieme presi, come preferiscono il Salvemini, nella recensione di " Bull. " IX [1902] 112-122, e il Renier, in quella di " Giorn. stor. " XXXIX [1901] 415-418). In Cv IV IX 8 equitade alcuna da conservare e iniquitade da fuggire, il rapporto diretto con la volontà implica più un concetto di osservanza che di salvaguardia, sebbene non manchi, nel periodo, il motivo del pericolo (la quale equitade per due cagioni si può perdere).