consiglio
. Come uno dei sette doni dello Spirito Santo è indicato in Cv IV XXI 12 Li quali, secondo che li distingue Isaia profeta, sono sette, cioè Sapienza, Intelletto, Consiglio..., e consiste nella facoltà della ragione di scegliere rettamente (" Est autem proprium rationali creaturae quod per inquisitionem rationis moveatur ad aliquid agendum: quae quidem inquisitio consilium dicitur ", Sum. theol. II II 52 1c), che vaglia le sollecitazioni della passione (come in Cv III I 3 volontade mi giunse di parlare d'amore, l[a] quale del tutto tenere non potea. E avvegna che poca podestade io potesse avere di mio consiglio, pure... ad esso m'accostai per più fiate, che io deliberai; XI 16; Pg VI 131 per non venir sanza consiglio a l'arco), e che si attua nell'avvertimento a sé o ad altri circa l'azione, come in Vn II 9 nulla volta sofferse che Amore mi reggesse sana lo fedele consiglio de la ragione in quelle cose là ove cotale consiglio fosse utile a udire; così anche in IV 2.
In quanto il c. è guida della volontà, costituisce il principio là onde si piglia / ragion di meritare (Pg XVIII 64-65), come in Pd XX 41 ora conosce il merto del suo canto, / in quanto effetto fu del suo consiglio, e nella metafora s'identifica con la volontà: Pd XIX 96 l'ali / movea sospinte da tanti consigli. Tale facoltà raggiunge la superlativa perfezione quando sia attributo di Dio: nel qual caso, venendo meno la contingenza della scelta, il c. significa insieme Sapienza e Volontà divina, il cui attributo più suggestivo per la fantasia dantesca è l'assoluto incommensurabile e imperscrutabile, come in Pg VI 122 O è preparazion che ne l'abisso / del tuo consiglio fai; XXIII 61, Pd VII 95 e XI 29, Cv IV IV 9; o significa l'atto stesso di quelle, informato di onnipotenza e di eternità, come in Pd XXXIII 3 termine fisso d'etterno consiglio (" L'antitesi corre fra l'eternità del consiglio e la fissità del termine ", Momigliano); XIII 141, XXI 71 pronte al consiglio che 'l mondo governa, Cv IV V 1. Ma può significare anche un generico decreto (Pg I 47 o è mutato in ciel novo consiglio), o un precetto divino (Pd XII 75 'l primo amor che 'n lui fu manifesto, / fu al primo consiglio che diè Cristo).
Esprime l'atto umano dell'operare una scelta, ovvero significa " decisione ", " risoluzione ", in If XXIII 30 Pur mo venieno i tuo' pensier tra ' miei ... / sì che d'intrambi un sol consiglio fei; XXIII 34, XXIV 22, Rime CXI 11 liber arbitrio già mai non fu franco, / sì che consiglio invan vi si balestra; vale " opinione " o " giudizio ", in Pd XXII 136 e quel consiglio per migliore approbo.
Significa l'atto del suggerire una scelta o decisione, in Cv IV VI 19 nulla filosofica autoritade si congiunge con li vostri reggimenti né per propio studio né per consiglio, e 20 guardate chi a lato vi siede per consiglio; così anche in Fiore IX 10 Ma se m'avessi avuto al tu' consiglio, / tu non saresti gito (corrispondente alla comune locuzione " al tuo servizio "). Significa altresì l'oggettivarsi di esso in un suggerimento, come in If XXVII 98 e 116 diede 'l consiglio frodolente, Rime LXII 3. Il suggerimento viene incontro a uno stato d'impotenza (Pg III 62 ecco di qua chi ne darà consiglio) o di dubbio (Pd XVII 104 come colui che brama, / dubitando, consiglio da persona), o d'inferiorità (Pd XXIII 76 Così Beatrice; e io, che a' suoi consigli / tutto era pronto; Cv IV IX 12); o sollecita in una determinata direzione, come in Cv IV XXIV 14 lo rimuove incontanente da l'altrui reo consiglio e ammaestramento; XXVII 6, Fiore X 14 né su' consiglio i' non teneva a mente, XXXV 11, XXXVI 1, XXXVII 14, XXXVIII 6 e 9, XLVII 10, XLIX 6, LXVIII 2, CXX 5, CXLIV 10, CXLV 13. In Cv IV XXVII 8 Potrebbe qui dire alcuno medico o legista: Dunque porterò io lo mio consiglio e darollo eziandio, e 9, esprime propriamente il giudizio che, frutto dell'ingegno e dello studio, si offre per mercede o per carità (si veda la nobile conclusione che è nel § 9) a chi ne abbisogna.
Sta per " colui che mi consiglia " (come conforto, in Pg III 22) riferito a Virgilio, in Pg XIII 75 per ch'io mi volsi al mio consiglio saggio (cfr. G. Villani Cron. X 9 " Lasciava per suo capitano e in suo luogotenente un Filippo... e per suo consiglio, un Giovanni "). Vale infine " concilio ", " adunanza ", in Rime dubbie XXX I Quando il consiglio tra gli uccei si tenne, e 7, Fiore LXXXI 5; e piuttosto una reciproca " consultazione ", in Pg VII 103 E quel nasello che stretto a consiglio / par con colui.