consolare
. " Confortare ", " alleviare una pena, soprattutto spirituale "; il verbo corre lungo tutta l'opera di D., da Vn XXIII 20 22 Deh, consoliam costui (e XXXI 12 40, dove troviamo l'infinito sostantivato, e d'onne consolar l'anima spoglia; XXXVIII 2 e 9 6); a Rime LXVI 13 e CIV 74; a Cv II Voi che 'ntendendo 32 questo piatoso che m'ha consolata (ripreso in IX 2), XII 2 (tre volte) e 5.
Tra le occorrenze della Commedia val la pena di annotare la semplice tenerezza con cui c. è usato due volte a proposito dei bambini, in Pg XXIII 111 colui che mo si consola con nanna, e Pd XV 122 e, consolando, usava l'idïoma / che prima i padri e le madri trastulla; incontriamo ancora il verbo in If Il 69 l'aiuta sì ch'i' ne sia consolata, Pg II 109, XIV 12, XIX 51, Pd XX 45.
Tra le occorrenze del Fiore presenta un particolare significato quella di CXXIV 3 credente ched e' sia o consolato, dove consolato e credente sono i due gradi di osservanza religiosa presso i Paterini, e il primo è il più alto e perfetto. Le altre due occorrenze hanno il significato corrente; la prima (LXIV 3 o s'ella piange, pensa a consolalla) fa parte della sequenza dei consigli di Amico (v. son. LXI E se tu ami donna ferma e saggia...); la seconda è in CCII 3.