Bennett, Constance
Attrice cinematografica statunitense, nata a New York il 22 ottobre 1904 e morta a Fort Dix (New Jersey) il 24 luglio 1965. Specializzatasi durante il periodo del muto nel ruolo dell'ingenua, con l'avvento del sonoro interpretò spesso sul grande schermo la parte dell'eroina sofisticata e al tempo stesso sottilmente intrigante, con una recitazione marcata, ai limiti dell'esibizionismo divistico. Con un timbro di voce così particolare da produrre considerevoli effetti comici, divenne una delle interpreti brillanti più conosciute nel panorama del cinema hollywoodiano degli anni Trenta, nota anche per le sue capacità imprenditoriali; non a caso, durante questo periodo, fu una delle star che ottenne i compensi più elevati. Figlia dell'attore Richard e sorella maggiore di Barbara e Joan (anche loro attrici), interpretò il suo primo ruolo all'età di undici anni in The valley of decision (1916) di Rea Berger. Grazie al produttore Samuel Goldwyn, all'inizio degli anni Venti cominciò a ottenere le prime parti di rilievo come in Cytherea (1924) di George Fitzmaurice. In particolare si fece notare in The goose hangs high (1925) di James Cruze e in Sally, Irene and Mary (1925) di Edmund Goulding, nel ruolo di una showgirl. Dopo il divorzio dall'industriale P. Plant riprese la sua attività dividendosi sempre tra commedia e melodramma: Common clay (1930) di Victor Fleming, Sin takes a holiday (1930) e Born to love (1931) di Paul L. Stein, Bought (1931) di Archie Mayo. Ma fu con What price Hollywood? (1932; A che prezzo Hollywood?) di George Cukor che la B. si affermò anche nel cinema sonoro. In quest'opera, nel ruolo di una cameriera che riesce a coronare il sogno di diventare attrice, offrì una delle sue interpretazioni più sfumate e intense, sempre sospesa tra ingenuità e inconscia crudeltà. Nel 1932 venne ancora diretta da Cukor in Rockabye (Labbra proibite) e quindi, l'anno successivo, in Our betters. Sempre all'inizio degli anni Trenta, fu la protagonista di due film di Gregory La Cava, Bed of roses (1933; Letto di rose) e The affairs of Cellini (1934; Gli amori di Benvenuto Cellini) mostrando oramai uno stile interpretativo riconoscibile nell'ambito della nascente sophis-ticated comedy. Ottenne nel 1937 un tale successo al fianco di Cary Grant nel ruolo di un fantasma in Topper (La via dell'impossibile) di Norman Z. McLeod, che subito dopo venne realizzato, dallo stesso regista, un sequel, Topper takes a trip (1939; Viaggio nell'impossibile). Con gli anni Quaranta la sua attività cinematografica diminuì notevolmente, ma sono da ricordare il ruolo di una commediografa, rivale in amore di Greta Garbo, in Two-faced woman (1941; Non tradirmi con me) di Cukor, e i personaggi secondari del musical Centennial summer (1946; Bellezze rivali) di Otto Preminger e del noir The unsuspected (1947; L'alibi di Satana) di Michael Curtiz. Negli anni Cinquanta lavorò soprattutto per la televisione, mentre il suo ultimo film per il cinema fu Madame X (1966) di David Lowell Rich.