contabilita ambientale
contabilità ambientale locuz. sost. f. – Sistema contabile per catalogare, organizzare, gestire e fornire dati e informazioni sull’ambiente, in unità fisiche o monetarie, finalizzato alla valutazione dell’efficacia delle politiche ambientali e dell’impatto sull’ambiente delle politiche economiche attraverso l'integrazione degli strumenti convenzionali dell'analisi economica. Con la c. a. si vuole perseguire l'obiettivo di rappresentare oggettivamente lo stato e le variazioni del patrimonio naturale, le interazioni tra economia e ambiente, le spese destinate alla salvaguardia e al ripristino dell’ambiente. In questi termini il sistema è applicato dagli enti pubblici, e con opportune variazioni di scala anche dalle organizzazioni private per le cui pratiche di rendicontazione ambientale sussistono ulteriori elementi di contiguità con le strategie di comunicazione della qualità totale accreditata (v. ; ). La c. a. costituisce un fondamentale strumento per l’applicazione dei principi dello , come riconosciuto per la prima volta in forma universale dall’Agenda 21 della Conferenza delle Nazioni unite sull’ambiente (UNCED, United nations conference on environment and development ), Rio de Janeiro 1992. Ispirandosi agli stessi concetti e con riferimento ai conti pubblici, l'Unione Europea ha raccomandato agli stati membri di introdurre la c. a. a livello nazionale, regionale e locale, con l’invito di associarla agli atti di programmazione economica e sociale, prevedendo anche di sancirne l’obbligatorietà (proposta della Commissione europea del 9 apr. 2010, COM 2010, 132). L’impianto statistico di merito è sviluppato da Eurostat secondo la strategia ESEA (European strategy for environmental accounting), che si fonda in primo luogo sulla redazione di conti satellite alla contabilità nazionale centrale, quali SERIEE (Système européen de rassemblement de l´information economique sur l´environnement) e NAMEA (National accounting matrix including environmental accounts), per la valutazione dei più rilevanti capitoli ambientali (emissioni in aria, produzione di rifiuti, consumi energetici, imposte ambientali). In Italia l’aggiornamento del quadro di riferimento metodologico è seguito dall’ISTAT, insieme al Ministero dello Sviluppo economico, nell’ambito del progetto contabilità ambientale e sviluppo. Pur in assenza di imposizioni specifiche di legge, diversi enti locali italiani hanno introdotto questa prassi inizialmente aderendo in modo volontario al programma comunitario life CLEAR (City and local environmental accounting and reporting), secondo il quale la rendicontazione deve essere articolata in due livelli: area di competenza (per es. risorse idriche), di ordine gerarchico superiore, e ambito di rendicontazione (per es. pianificazione, utilizzazione e tutela delle risorsa, opere di acquedotto, collettamento fognario e depurazione), sempre associato a un’area di primo livello. Prendendo in considerazione sia i vincoli normativi sia i parametri di sostenibilità offerti dalla metrica della , questa struttura di contabilità prevede l’applicazione degli indicatori di prestazione a livello di ambito di rendicontazione. Le principali criticità della c. a. alla scala macroeconomica riguardano le sue prospettive di integrazione con le grandezze economiche che misurano prosperità e benessere (per es. il PIL), in quanto applicare un unico schema teorico alle varie forme di capitale, quello riproducibile e umano e quello delle risorse naturali, equivale a valutare omogeneamente l'accumulazione e il deprezzamento di tutti gli stocks. Vertono in questa direzione i lavori di molteplici iniziative internazionali di analisi e approfondimento: per es. Beyond GDP – promossa da Commissione europea, Europarlamento, Club di Roma, OECD (Organisation for economic co-operation and development), WWF – e la Commissione sulla misura delle prestazioni economiche e del progresso sociale, promossa dal governo francese e presieduta da J.E. Stiglitz, A. Sen e J.-P. Fitoussi.