contagio finanziario
contàgio finanziàrio locuz. sost. m. – Situazione nella quale uno shock che inizialmente riguarda una sola entità economica (istituzione finanziaria o variabile economica o settore o Paese), si propaga rapidamente e in modo incontrollabile ad altre istituzioni, settori e paesi, generando una condizione di crisi generalizzata. Colpisce settori e paesi che prima dello shock e del c. f. sembravano in piena salute ed esenti da qualsivoglia rischio. Il c. f. è favorito dall’integrazione economica e dal grande incremento degli scambi commerciali e delle transazioni finanziarie caratteristico della globalizzazione. Il primo rilevante fenomeno di c. f. globale è avvenuto nel 1997, in conseguenza della crisi finanziaria del Sud-Est asiatico. In vari paesi di tale zona si era verificato un boom economico basato sulle esportazioni e sostenuto da massicci investimenti provenienti dall’estero. La crisi si è innestata in Thailandia, un Paese la cui crescita, si comprese a posteriori, era in parte drogata, estendendosi in modo repentino e incontrollabile alla Corea del Sud e all’Indonesia, paesi a economia sana e robusta ma vulnerabili per qualche debolezza di dettaglio, che in condizioni normali mai avrebbe determinato conseguenze negative. La crisi ha avuto effetti collaterali molto intensi e inattesi: ha determinato un forte calo del prezzo del petrolio, che a sua volta ha innestato un'emergenza di bilancio in Russia. I successivi movimenti dei tassi d'interesse in questo Paese hanno provocato il collasso di un grande hedge fund (fondo speculativo) statunitense, il LTCM (Long term capital management), che aveva praticato un imponente arbitraggio sulla curva dei tassi russi, combinando nel proprio portafoglio posizioni lunghe (e corte) in buoni giudicati sottovalutati (sopravvalutati) in base a un'ipotesi sulla struttura per scadenza dei tassi di interesse diversa da quella vigente sul mercato. Gli aggiustamenti necessari negli Stati Uniti hanno gettato nella crisi anche i paesi sudamericani, a partire dall’Argentina. Un’altra gravissima crisi globale si è verificata tra il 2007 e il 2008 e perdura ancora nel 2012. A differenza della crisi asiatica, ha colpito il centro del sistema economico e in partic. gli Stati Uniti e l’Europa. La crisi è stata innescata dallo scoppio della bolla immobiliare negli USA, a sua volta collegata alla crisi dei mutui subprime su immobili di edilizia abitativa. Il fallimento di banche di affari come la Lehman Brothers (v.), fortemente esposte nel settore, e la rapidissima diffusione del c. f. in tutto il sistema finanziario mondiale sono stati favoriti dallo strettissimo intreccio di relazioni di affari esistenti – in partic. dallo sviluppo temerario della cartolarizzazione (v.) – e del mercato dei derivati. Soltantoo un massiccio intervento di sostegno effettuato dai governi centrali degli Stati Uniti e di molti paesi europei ha evitato il tracollo dell’intero sistema economico finanziario mondiale. Ciò ha peraltro comportato un aumento imponente e generalizzato del debito sovrano, che, a sua volta, ha generato profonda incertezza sulla capacità di alcuni stati europei di fare fronte alla situazione. Di conseguenza, nel 2011 paesi quali la Grecia, l’Irlanda e il Portogallo si sono trovati prossimi a una situazione di insolvenza; gli interessi sul debito greco sono saliti a punte insostenibili. Difficile, pur se non così drammatica, si è presentata anche la situazione della Spagna, dell’Italia e della Gran Bretagna.