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AIMONE, conte di Savoia

di Francesco Cognasso - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 1 (1960)
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AIMONE, conte di Savoia

Francesco Cognasso

Nacque il 15 dic. 1291 a Bourg-en-Bresse, secondogenito di Amedeo V di Savoia e della sua prima consorte Sibilla di Bresse.

Fu destinato, pare, alla carriera ecclesiastica, quale cadetto, e, giovane ancora, ebbe canonicati a Lione, a Parigi, a York. Ma poiché il fratello maggiore Edoardo dalla sua unione con Bianca di Borgogna aveva avuta una sola figlia, il conte Amedeo V nel 1322 decise che A. dovesse succedere ad Edoardo, se questi fosse morto senza eredi maschi. Inoltre già il 15 giugno 1322 assegnò un certo numero di castelli ad A., allora decano del capitolo di Lione. Morto il padre ad Avignone, Edoardo ed A. si garantirono reciprocamente le donazioni territoriali paterne; i vassalli giurarono di riconoscere A. come l'eventuale successore del conte Edoardo. Perciò, quando Edoardo morì il 4 nov. 1329, A. assunse senz'altro il governo della contea ed i vassalli gli giurarono fedeltà, trascurando le pretese della figlia del conte Edoardo, Giovanna, andata sposa a Giovanni III duca di Bretagna. Il re di Francia intervenne in difesa della principessa e si cominciò a discutere; solo nel 1339 si venne ad una transazione: la duchessa di Bretagna rinunciò ad ogni pretesa alla successione paterna ed ebbe in cambio una rendita annua di 6000 lire tornesi. Per questa controversia rimase definitivamente stabilito nella dinastia sabauda il principio della esclusione delle donne dalla successione comitale.

A. ereditò dal fratello il peso della guerra con il delfino Guigo VIII, che era legata ad una situazione territoriale difficile, anche per addentellati di feudi.

Il conte Edoardo era stato sconfitto a Varey nel 1325 e la rivincita voleva dire la continuazione del conflitto. I re di Francia si erano preoccupati di portare i due principi ad un accordo: un armistizio permise a Filippo VI di avere nella sua spedizione di Cassel un contingente savoiardo insieme con quello del-finale. Il re stabilì poi a Lione una commissione arbitrale, ma nel 1330 già si era di nuovo in guerra aperta. Nuove trattative approdarono ad un primo trattato di pace nel 1334 con lo scambio di castelli e di diritti feudali, ma i contrasti erano così complessi che furono necessari nuovi trattati nel 1335 e nel 1337.Lo scoppio della guerra dei cento anni tra Francia ed Inghilterra mise A. in una delicata posizione. La casa di Savoia aveva legami così con la casa di Francia come con quella d'inghilterra: legami di parentela da ambo le parti, ma anche legami feudali. Nel 1337 Filippo VI di Valois invitò A. a mandare il suo contingente secondo i legami dipendenti dal feudo di Maulevrier in Normandia accettato da Amedeo V. Il conte di Savoia obbiettò i legami che aveva con Edoardo III lontano cugino. Il re di Francia sottopose la vertenza feudale all'esame dei giuristi che esaminarono i documenti inviati da A. a dimostrazione della sua duplice posizione feudale: in conseguenza il re rispose al conte che egli poteva "sans blàme et sans reproche" prendere le armi a suo favore contro il re d'Inghilterra, che da trentacinque anni più non aveva versato l'annua rendita dovuta ai conti di Savoia. A. inviò quindi un contingente alle operazioni di guerra del 1338; invece egli partecipò direttamente a capo dei suoi cavalieri alla campagna di Buironfosse del 1339, poi a quella del Tournaisis del 1340 ed in questa, con Giovanni, re di Boemia, prese parte alle trattative della tregua di Esplechin (3 sett. 1340). Di nuovo A. fu in Francia nel 1341 per la proroga della tregua; ripresasi la guerra nel 1342, il conte di Savoia fu ad Arras nel giugno con i suoi vassalli.

Parallelamente alla politica in Francia ed alle sue relazioni con le monarchie occidentali, svolgeva una politica accorta e prudente in Italia, legandosi con i marchesi di Monferrato, per il matrimonio suo con lolanda figlia del marchese Teodoro I Paleologo, e con i Visconti di Milano, dando la cugina Caterina di Savoia-Vaud in sposa ad Azzone Visconti. Anche la spedizione avventurosa in Italia di Giovanni di Lussemburgo, re di Boemia nel 1330, fu dapprima appoggiata da A., cugino di re Giovanni. L'amicizia con i Visconti continuò per tutto il regno di A.: alla battaglia di Parabiago del 1339 le sorti delle armi già compromesse furono ristabilite vittoriosamente dal tempestivo e felice arrivo di cavalleria sabauda.

Per quanto riguarda l'interno dello stato sabaudo, è da ricordare che A. il 29 nov. 1329 istitui in Chambéry il Consiglio di giustizia, consiglio fisso per le pratiche giudiziarie ed amministrative, ed istituì pure la carica di cancelliere.

Dalla moglie Iolanda, A. ebbe il 4 genn. 1334 Amedeo; nel 1336 nacque Bianca e nel 1338 Giovanni morto giovane. La contessa Iolanda morì di parto il 23 dic. 1342.

A. morì il 22 giugno 1343 dopo avere, con testamento dell'11 giugno 1342, dichiarato suo unico erede il primogenito Amedeo. Fu sepolto nella abazia di Altacomba.

Bibl.: L. Cibrario, Storia della monarchia di Savoia, III, Torino 1840, pp. 27-92; F. Gabotto, Storia del Piemonte nella prima metà del sec. XIV, Torino 1894, passim (cfr. Indice dei nomi);J. Cordey, Les Comtes de Savoye et les Rois de France pendant la guerre dei Cent ans, Paris 1911, pp. 1-63 (fondamentale, anche per i rinvii alle fonti ed alla bibl.).

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