FREDUCCI, Conte
Figlio di Ottomano - appartenente a una famiglia di ricchi commercianti originari di Foligno, trasferitisi in Ancona sul finire del sec. XIV e qui imparentatisi nel 1411 con il nobile casato dei Ferretti - visse e operò in Ancona tra la fine del XV sec. e la prima metà del XVI.
Come attesta il contemporaneo F. Ferretti nei Diporti notturni, diversi membri della famiglia Freducci si distinsero in Ancona per la loro perizia come cartografi, disegnando mappe dello stesso pregio di quelle provenienti da luoghi di nota tradizione cartografica, come Lovanio, Anversa, Venezia e Roma. Cartografo fu infatti Ottomano Freducci, figlio di quel Lillo o Lelio, detto "il turco d'Ancona" per la sua devozione a Murād e ai suoi ministri, con i quali entrò in contatto esercitando la sua professione di mercante soprattutto a Costantinopoli, dove svolse delicate attività, specialmente quando la città cadde nelle mani di Maometto II nel 1453.
In omaggio alle sue "simpatie turchesche", come raccontano le fonti dell'epoca, Lillo Freducci volle chiamare suo figlio Ottomano, riecheggiando così il nome della imperiale stirpe degli Otman dalla quale ottenne protezione e favori. Ottomano, che "negli amori turcheschi non fu minore del padre", caduto in miseria per disavventure pubbliche e private, chiese aiuto a Maometto II, al quale espresse i suoi sentimenti di riconoscenza commissionando a Giovanni Mario Filelfo, figlio dell'umanista Francesco, il poema Amyris, seude vita rebusque gestis… Mahometti Turcorum principis (a cura di G. Favre, Genève 1856).
Vengono solitamente attribuite a Ottomano una carta nautica eseguita nel 1538, comprendente le coste occidentali dell'Africa e dell'Europa, e un'altra carta su pergamena, conservata nella Biblioteca statale di Lucca, che comprende quasi tutta l'Europa, le coste settentrionali dell'Africa, la Turchia asiatica fino al Mar Rosso; entrambe le carte, però, potrebbero, secondo alcuni, essere attribuite al Freducci.
Il F., che secondo il Guglielmotti "primo segnò nel 1497 la declinazione della bussola", ricoprì in Ancona alcune cariche politiche di una certa rilevanza: fu anziano nel 1509 e nel 1517, poi depositario della Cassa. Nel 1532 fu tra i sessantasei nobili esiliati, quando fu soppressa la Repubblica di Ancona. B. Alfei narra che Clemente VII, durante il soggiorno in Ancona del dicembre 1532, chiese di incontrare il F. famoso per la sua perizia nella costruzione di carte nautiche che registravano i confini del Nuovo Mondo e, venendo a conoscenza del suo esilio, dopo aver incontrato il figlio Angelo, anch'egli cartografo, si adoperò perché venissero revocati dall'esilio tutti i cittadini esiliati.
Del F. si conoscono ben undici carte e atlanti composti tra il 1497 e il 1539, che l'autore era solito contrassegnare con la dicitura "Ihs. Ma. Vgo Conte de Hoctomano Freducci de Anchona", seguita dalla data di composizione della carta.
Le carte del F. sono conservate da diversi enti, fra i quali la Herzog August Bibliothek di Wolfenbüttel (dove si trova la carta nautica del 1497, delineata a mano su pergamena, di cui potrebbe essere una copia l'esemplare conservato nella Biblioteca statale di Lucca), la Herzogin Anna Amalia Bibliothek di Weimar (1524), la Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna (1539), l'Archivio di Stato di Mantova, la British Library di Londra (1528), l'Archivio di Stato di Firenze (1514-15) e alcune biblioteche private.
Una sommaria e a volte imprecisa descrizione delle opere si trova in P. Amat di San Filippo, mentre l'atlante del 1539, conservato nella Biblioteca comunale di Bologna, è descritto con accuratezza da E. Casanova.
L'atlante conservato a Bologna è composto da cinque carte: si tratta dell'atlante più antico posseduto dalla Biblioteca, costruito con accuratezza ed eleganza nel disegno su di un complesso sistema di sedici rose dei venti, distribuite simmetricamente sopra una medesima circonferenza e indicate con linee nei colori nero, rosso e verde.
Si deve ancora a E. Casanova la descrizione della carta nautica, conservata nell'Archivio di Stato di Firenze, che il F. tracciò presumibilmente tra il 1514 e il 1515, essendo l'ultima scoperta registrata nella carta quella della Florida (compiuta da Juan Ponce de Leon dal marzo al settembre 1513) e la prima non segnalata quella del Pacifico (avvenuta il 25 settembre dello stesso anno); la data della costruzione della carta non può comunque essere indicata con certezza, poiché la parte di essa recante la consueta legenda risulta recisa con un colpo a squadra proprio dove era annotata la data di composizione.
La carta nautica di Firenze appartiene comunque a un periodo importantissimo per le scoperte geografiche e in generale per la storia della cartografia; la configurazione dei continenti, la nomenclatura delle coste e soprattutto la tecnica della sua costruzione ne fanno un monumento di singolare importanza per la storia della cartografia del nostro paese.
La carta del F. contiene parte del vecchio e parte del nuovo continente: del primo sono rappresentate le coste dell'Europa occidentale da "dansiccha" a "napoli" e quelle dell'Africa dal "ras amisar" al "rio de losclavos", con le loro isole, e le terre fantastiche del "braçil" e de "las maidas", poste nell'Oceano Atlantico all'altezza dell'Irlanda. Dell'America è disegnata, con molte lacune, quella parte che le attuali carte collocano approssimativamente tra il 15° di latitudine australe e il 50° di latitudine boreale e che contiene le scoperte fatte nel cosiddetto periodo colombiano, vale a dire le coste dell'America meridionale e centrale poste a Nord del "rio da bestrelas" (Brasile) fino ai "portos de las igueas", l'estremo lembo della Florida (chiamata "I. florda"), tutte le Antille e "la bermuda" e, isolata nell'Oceano, parte della costa Sudest di Terranova.
Cartografi furono pure il fratello del F., Giovanni, cavaliere dell'Ordine di S. Stefano, e il figlio del F., Angelo, anziano (1544) e regolatore (1550) nel Consiglio comunale di Ancona, morto il 24 dic. 1573 e sepolto nelle tombe gentilizie dei Freducci in S. Francesco delle Scale. L'Alfei lo definisce "non meno ingegnoso et virtuoso nella professione di cartografo del patre"; di lui si possiede un atlante nautico e geografico conservato nella Biblioteca comunale di Mantova, disegnato a mano su carta e siglato con la dicitura "Angelus Eufredutius anconitanus composuit Anconae In anno Domini MDLVI".
Fonti e Bibl.: Ancona, Biblioteca dell'Arch. storico comunale, ms. 236: B. Alfei, Primo trattato dell'origine et edificatione d'Ancona (1532), c. 134; F. Ferretti, Diporti notturni. Dialloghi familliari, Ancona 1580, p. 10; E. Lancellotti, Dizionario storico degli uomini illustri di Ancona, Sala Bolognese 1983, p. 66 (rist. dell'ed. di Fermo del 1796); J. Lelewel, Géographie du Moyen Âge, II, Bruxelles 1852, p. 106; G. Bevilacqua, Cenni storici su di alcuni geoidrografi anconitani, Ancona 1862, pp. 14 ss.; C. Errera, La carta nautica di Conte Freducci, in Arch. stor. italiano, XIV (1864), pp. 386 ss.; P. Amat di San Filippo, Studi biografici e bibliografici sulla storia della geografia in Italia, Roma 1882, II, p. 94 e passim; M. Maroni, Ancona semper optimorum ingeniorum domi forisque praestantium foecunda genitrix, Ancona 1883, p. 36; A. Guglielmotti, Vocabolario marino e militare, Roma 1889, s.v.; H. Harrisse, The discovery of North America. A critical documentary and historic investigation with an essay on the early cartography of the New World, Paris-London 1892, p. 270; E. Casanova, La carta nautica di C. F., Firenze 1894; P. Giangiacomi, Guida spirituale di Ancona, Ancona 1932, pp. 165-169; G. Santini, Gente anconitana, Fano 1969, pp. 203-205; S. Anselmi, Cartografia nautica anconetana, in Ancona e le Marche nel Cinquecento (catal.), Ancona 1982, pp. 113, 115.